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Cesena promosso in Serie BKT, il grande ritorno del Cavalluccio Marino

Viaggio nell’impresa dei bianconeri, tra ripartenza, numeri da record e i protagonisti della cavalcata che vale il ritorno in cadetteria dopo sei anni di assenza.

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Quando il 16 luglio 2018 viene comunicato che il CDA dell’Associazione Calcio Cesena ha deliberato di aderire all’istanza di fallimento, avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì, e di rinunciare all’iscrizione alla Serie BKT 2018-2019, gli appassionati e i sostenitori del Cavalluccio Marino hanno ben chiaro, da subito, che sotto i loro piedi si sta aprendo un baratro.

E soprattutto che la risalita sarà dura, complessa e piena d’insidie.

A partire dal fatto che, appena otto giorni dopo, il 24 luglio 2018, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, la FIGC, scioglie il sodalizio nato nel 1940 a causa di gravi inadempienze economiche.

Parte da qui il nostro racconto, dal fondo del baratro. Un racconto che però è a lieto fine. Ed è il racconto della risalita del Cesena Football Club dagli abissi del fallimento fino al ritorno trionfale in cadetteria.

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Dall’AC Cesena al Cesena Football Club

Cesena Football Club S.p.A. che non è altro che la NewCo scelta dal Comune romagnolo per perpetuare la tradizione sportiva dell’Associazione Calcio Cesena e l’Associazione Sportiva Dilettantistica Romagna Centro (già Polisportiva Martorano), che nell’arco di sette anni è riuscita a tornare nella categoria più congeniale.

Una risalita lenta ma inesorabile passata per la promozione immediata in Serie C, nel 2019, e per cinque assalti consecutivi alla cadetteria. Due dei quali fermati ad un passo dalla finale Play Off.

E uno quello della stagione 2023-2024, concluso con la trionfale cavalcata fino alla promozione ottenuta lo scorso 30 marzo con quattro giornate di anticipo sulla fine del torneo.

Una cavalcata che ha tre protagonisti assoluti, il condottiero sul campo, il tecnico Mimmo Toscano, un esperto in promozioni, il responsabile dell’Area Tecnica, il “Condor” Massimo Agostini e il condottiero in Società, il presidente John Aiello. Vediamoli nel dettaglio

Mimmo Toscano e Massimo Agostini

Mimmo Toscano, classe 1971, è alla seconda stagione alla guida del Cesena e con i bianconeri ha centrato la quinta promozione in carriera.

Le precedenti sono quelle con il Cosenza dalla Serie C2 alla Serie C1 nel 2009, dalla Serie C1 alla Serie B con la Ternana nel 2012, dalla Lega Pro, sempre alla cadetteria, con il Novara nel 2015 e due volte dalla Serie C alla Serie BKT, con la Reggina nel 2019 e appunto con il Cesena nel 2024.

Un vero e proprio esperto della materia. Un tecnico abilissimo a costruire gruppi compatti, e vincenti, basandosi su una grandissima conoscenza della categoria E soprattutto sull’innata capacità di tenere tutta la rosa dalla propria parte. E facendolo con prestazioni e punteggi fuori dal comune.

Ognuna delle promozioni, infatti, è arrivata con largo anticipo sulla fine del torneo, segno certo della capacità di domare gli avversari e di dominare la contesa. Basti pensare che il Girone B della Serie C vedrà il Cesena prevalere sulla Torres con quasi 20 punti di vantaggio e con Cristian Shpendi capocannoniere.

Massimo Agostini, classe 1964, il tratto distintivo della continuità tra la Storia dell’AC Cesena e il nuovo Cesena FC. Del club bianconero, il popolare Condor, ha guidato l’attacco in tre distinte fasi della carriera, nel triennio 1983-1986, nel biennio 1988-1990 e quasi a fine carriera nel periodo 1996-1998.

In totale 215 partite e 67 reti, in mezzo esperienze di grandissimo livello con Roma, Milan con cui diventa Campione del Mondo per Club, Parma e Napoli e nel 2021 l’ingresso nel CDA del Cesena con il ruolo di responsabile dell’area tecnica.

Postazione da cui ha regalato al Cesena le colonne portanti dell’impresa della promozione, dal già Shpendi a Prestia passando per Berti, Adamo, Pisseri, Francesconi e Donnarumma. Un pacchetto di mischia che potrebbe rappresentare la base della squadra che dovrà affrontare la prossima Serie B.

John Aiello l’uomo del destino

Veniamo a John Aiello, classe 1975, newyorkese di nascita e di formazione, l’uomo del “dietro la scrivania” per eccellenza. Il presidente del club bianconero, il dirigente che ha progettato, dalle basi, la versione 2023-2024 del Cesena.

Avvocato, laureato alla prestigiosa Georgetown University, figlio di emigranti, mamma di Ischia e papà di Ventotene, un solido cursus honorum a livello di studio, una altrettanto solida posizione nella City, tanto come legale di importanti finanziarie made in USA, quanto come esperto di investiment banking e trading di titoli di Borsa.

Tra le sue esperienze spiccano quelle come Managing Director della Goldman Sacs, e di Direttore generale della Lindsay Goldberg di cui quadruplica il fatturato e soprattutto della JRL Investment Partners LLC. la sua creatura nata nel 2021.

Parliamo del fondo d’investimenti con cui Aiello, e il socio Robert Lewis, nel dicembre 2021 pone fine ai vari passaggi di pacchetti azionari successivi alla rifondazione del club, dando stabilità e liquidità necessaria a realizzare il progetto sportivo vincente.

“Rappresenta il mio desiderio di riavvicinare gli Aiello all’Italia” ha spiegato quando è sbarcato a Cesena per rilevare il 60% del pacchetto azionario della Holding CFC SpA. Il restante 40% è stato rilevato meno di un anno dopo, nel novembre del 2022

Oggi il nuovo Cesena è al 100% in mano a John Aiello che ha poi affidato ad Anthony Scotto, amico di chiara origine italo-americana, il ruolo di CEO.

Scotto è un imprenditore nel campo dell’alta ristorazione, era già nell’orbita della JRL Investment Partners LLC, e dovrebbe rappresentare la parte legata al turismo del progetto relativo allo sviluppo commerciale dello Stadio.

Sia esso nell’ambito dello storico impianto nel quartiere Fiorenzuola la cosiddetta La Fiorita o l’avveniristico (per ora solo su carta) progetto del nuovo impianto alla periferia di Cesena

Il Dino Manuzzi

E a proposito di Stadio, in attesa di capire quali saranno gli sviluppi progettuali, è bene sottolineare alcuni dati. Il primo è che il Dino Manuzzi, a oggi, rappresenta uno degli impianti più all’avanguardia dell’intero panorama del calcio professionistico nazionale.

Costruito nel 1957 è stato oggetto di diverse ristrutturazioni, adeguamenti e ampliamenti. Oggi è un impianto all’inglese, senza barriere tra campo e spalti, interamente coperto (è stato il primo in assoluto in Italia ad avere questa evoluzione) e disponibile per 20.000 spettatori. Pertanto, ampiamente in regola tanto per la Lega B quanto per un’eventuale licenza UEFA.

Da ricordare che il Manuzzi è stato il primo impianto in Italia ad aver ospitato un match di Serie A sul terreno sintetico. Accade l’11 settembre 2010 quando il Cesena di Ficcadenti superò 2-0 il Milan di Allegri (a giugno 2011 Campione d’Italia) con reti di Bogdani e Giaccherini.

Nel 2019, in vista degli Europei Under 21 di Italia e San Marino, il tappeto verde dell’impianto romagnolo è stato riqualificato integrando il manto sintetico con la semina di prato naturale.

Tra Pippo Marchioro, il Borgorosso Football Club e il Futuro

Alcune curiosità in chiusura. Con le sue tredici stagioni in Serie A il Cesena è attualmente al 39° posto nella graduatoria della miglior tradizione sportiva.

Una tradizione sport impreziosita da un record assoluto, quello di essere la squadra di una città non capoluogo di provincia con il miglior piazzamento nella Storia della Serie A.

Un record centrato sotto la sapiente guida di Pippo Marchioro che nel 1975-1976 condusse i bianconeri al sesto posto finale. Posizione che valse la qualificazione alla Coppa Uefa, l’antenata dell’Europa League.

Principale artefice di quel miracolo è l’uomo cui è dedicato lo Stadio di Cesena, Dino Manuzzi, presidente dei bianconeri dal 1964 al 1980 quando per un problema di salute cede la massima carica del club al nipote Edmeo Lugaresi.

Manuzzi che è stato d’ispirazione per la creazione del personaggio di Benito Fornaciari, “Il presidente del Borgorosso Football Club” interpretato da Alberto Sordi, nel popolare ad amatissimo film del 1970.

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