Giovanni Simeone è la vera arma in più del Napoli che sta dominando in campionato e in Champions League. L’attaccante argentino ha dimostrato di essere straordinario nello sfruttare i minuti a lui concessi da Luciano Spalletti: con le due reti segnate ieri sera al Diego Armando Maradona contro i Rangers, Simeone ha toccato quota 4 gol in 4 partite in Champions League, soltanto due delle quali giocate da titolare.
- Napoli, la media gol in Champions di Simeone
- Il Napoli la grande occasione per Simeone
- Simeone a Napoli: mate, mare e meditazione
Napoli, la media gol in Champions di Simeone
Uno score che gli ha permesso di eguagliare il record del padre Diego, fino a ieri unico argentino a firmare 4 reti in 4 gare nella massima competizione europea.
Ma i numeri del Cholito sono ancora più impressionanti se si tiene conto della media gol: Simeone ha giocato appena 242 minuti in Champions, andando in rete ogni 61’. Meglio di lui, in Europa, hanno fatto solo Haaland – 5 reti in 4 partite, ovvero un gol ogni 50’ – e, per un solo minuto, Salah (un gol ogni 60’). E anche allargando l’analisi al rendimento di Simeone in campionato, la sua media gol resta pazzesca: grazie ai 2 gol (pesantissimi) messi a segno contro Milan e Cremonese, l’argentino viaggia a uno score di una rete ogni 62 minuti in stagione.
Il Napoli la grande occasione per Simeone
In pochi pensavano che il Cholito potesse avere questo impatto sul Napoli, dopo una carriera trascorsa in squadre importanti, ma mai in lotta per grandi risultati: tra Genoa, Fiorentina e Cagliari, Simeone non aveva mai avuto questa continuità di rendimento, pari soltanto a quella mostrata nella scorsa stagione al Verona, quando chiuse il campionato di serie A con 17 gol all’attivo.
In estate il Napoli, attraverso il d.s. Cristiano Giuntoli, ha creduto fortemente su di lui, anche se la trattativa per portarlo alla corte di Spalletti è stata piuttosto lunga, a causa dei rallentamenti legati alla cessione di Andrea Petagna al Monza. Il Verona aveva già programmato di cederlo e così Simeone s’è allenato a lungo da solo, aspettando il Napoli. Anzi, aspettando solo il Napoli: Juventus e Borussia Dortmund si erano interessate a lui, ma l’argentino non ha mai voluto intavolare una trattativa, essendosi promesso agli azzurri.
Simeone a Napoli: mate, mare e meditazione
Una volta arrivato alla corte di Spalletti, s’è calato perfettamente in una realtà in cui, secondo quanto professato dall’allenatore toscano, non esistono titolari e riserve. Simeone ha osservato dalla panchina i compagni battere Ajax, Bologna e Roma, poi quando è arrivato nuovamente il suo turno ha punito i Rangers con una doppietta. Non ha mai perso il sorriso, anzi ha impressionato per il spirito di gruppo e l’attaccamento ai colori azzurri.
“Godo di questa squadra anche quando sono in panchina”, ha detto nella conferenza pre-Rangers, in cui ha rivelato anche il suo amore per la città di Napoli e per il panorama del Golfo, di cui gode dopo qualche seduta di meditazione, a suo dire uno dei segreti del suo eccezionale rendimento. “Sorseggio mate, guardo il mare e mi rilasso”, ha poi aggiunto confessando di essere stato conquistato dalle bellezze di Napoli.
La città dove ha coronato il sogno di bambino di giocare nella massima competizione europea – anche ieri Simeone ha baciato il tatuaggio col logo della Champions League – e che potrebbe rappresentare il trampolino di lancio per esaudire un altro desiderio: partecipare ai Mondiali in Qatar con l’Argentina.