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Diana Bacosi, dal buio alle medaglie: Il libro di Ibra mi ha aiutato

Il curioso retroscena rivelato dalla campionessa umbra, argento nello Skeet a Tokyo, al Corriere della Sera: ispirata dalla biografia di Zlatan.

27-07-2021 10:02

Il primo pensiero è stato “per tutti gli italiani”, la mente e il fisico ancora provati dalla pandemia. Diana Bacosi, più che rammaricarsi per il secondo posto e per una medaglia d’oro sfuggita in extremis anche a causa di un cameraman maldestro che l’ha obbligata a prendersi una pausa che ha spezzato il ritmo prima dell’errore decisivo, ha esultato come non mai per l’argento nello Skeet. L’oro l’aveva vinto cinque anni prima a Rio, il nuovo podio olimpico ha avuto il sapore della rinascita per la 38enne tiratrice umbra di Città della Pieve, gloria dello sport italiano e mamma di Mattia.

Bacosi, momento nero prima di Tokyo

Subito dopo la finale Bacosi ha ammesso: “Ho avuto grosse difficoltà, anche sportive, ho attraversato un momento nero. Potevo vincere, ma sapendo da dove sono partita, sono contenta ugualmente. E vorrei dedicare questa medaglia agli italiani, perché la pandemia ci ha messo in ginocchio, ma siamo e saremo capaci di rialzarci, nella vita come nello sport”. Parole che hanno lasciato il segno, facendo intuire come la campionessa umbra abbia vissuto davvero un periodo difficile nei lunghi mesi segnati dalla pandemia. “Ho passato un periodo brutto, prima privato e poi sportivo. Vedevo tutto nero. I miei amici, il presidente Rossi e coach Benelli mi hanno raccolto da terra con il cucchiaino. Non è stato facile, con tutti i pianti e il male che ho passato. Ma se questo è il risultato, almeno mi ripaga dei momenti brutti”, la confessione al Corriere della Sera.

Il libro di Ibra fonte di ispirazione per Diana

Tifosa del Milan, Diana è uscita dal tunnel anche grazie ai consigli di un suo idolo. La lettura della biografia di Zlatan Ibrahimovic, infatti, l’ha aiutata ad aggrapparsi a una speranza. “C’era dentro tanta vitalità, tanta energia, quelle che sentivo di non avere più. Mi ha aiutato, mi ha fatto stare meglio”. L’augurio, il prossimo sogno, è quello di “prendere un caffè con Zlatan e magari portarlo al campo di tiro per insegnargli come si fa, visto che lui è un appassionato di caccia e pesca”. La nuova missione impossibile, insomma, è lanciata: portare Ibra in pedana.

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