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Flop Italia, Gravina medita l'addio: idea Abete per la presidenza Figc, sarebbe un ritorno

Il presidente uscente si sente stanco e sotto tiro: il piano per lasciare il vertice della Figc a un amico fidato e magari tornare tra qualche anno da "salvatore della Patria".

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Chi l’ha detto che Gabriele Gravina pensa solo a rimanere al suo posto? Lui vorrebbe pure lasciare, sono gli altri che insistono per la sua conferma. Che stanno provando a convincerlo a non mollare. È quanto si legge sulla Gazzetta dello Sport in un articolo firmato da Elisabetta Esposito. Un nutrito gruppo di sostenitori che brigano e spingono perchè non cambi niente, perché alle elezioni anticipate al prossimo novembre si presenti – e vinca – il presidente uscente, a cui sono legati da solide e consolidate alleanze. Ma in realtà lo stesso Gravina è stanco. Medita sul serio di farsi da parte, sfiancato dalle critiche che considera eccessive, più che dai risultati deludenti della Nazionale.

Gravina stanco e senza appoggi dalla politica

I dolori e le riflessioni di Gravina sono confermati da un altro articolo, pubblicato stavolta su Repubblica e firmato da Matteo Pinci. Il presidente avrebbe confidato ai suoi collaboratori che non intende ricandidarsi. Forse per convinzione, forse perché ha fiutato cattiva aria da parte della politica. In fondo quando si è trattato di contrastare la nuova commissione governativa sui bilanci, i club hanno mandato lui avanti. Ed è lui che si è scontrato col Governo in difesa della Covisoc, col rischio di finire nel tritacarne alla prima occasione utile. Che s’è materializzata con la disfatta di Euro 2024 e con l’imbarazzante uscita di scena contro la Svizzera. Ottimi assist al “nemico” Lotito per ordire nuovi attacchi contro di lui.

La riunione Gravina-Abete per la successione

Sarà per questo che, prima di anticipare le nuove elezioni di qualche mese, il presidente uscente s’è riunito col suo più grande alleato: Giancarlo Abete. Un fratello maggiore, se non addirittura un padre spirituale. L’attuale presidente della Lega Dilettanti, che all’indomani del flop di un’altra Italia, quella di Cesare Prandelli, ai Mondiali brasiliani del 2014 rassegnò le dimissioni. Il “nuovo che avanza” (si fa per dire) potrebbe essere lui. Soprattutto, potrebbe essere lui l’Uomo della Provvidenza per evitare il temuto commissariamento della Federazione, qualora non si dovesse arrivare all’elezione di un nuovo presidente.

Il patto smentito e il piano per l’assemblea Figc

I diretti interessati, come si legge nell’articolo di Repubblica, hanno escluso un patto per la successione. Ma che Gravina stia pensando a un passo indietro, è ormai chiaro. Vorrebbe defilarsi, lasciando però la poltrona a un amico fidato. Magari per ripresentarsi da salvatore della Patria tra qualche tempo. In fondo, è quel che succederebbe proprio ad Abete, dieci anni dopo il suo controverso addio. Abete passato da responsabile del disastro brasiliano a “uomo per tutte le stagioni, capace di mettere d’accordo se non tutti, una rilevante maggioranza”. Cioè i fiancheggiatori di Gravina, che a dispetto degli ultimi flop continua a godere di solidissimi appoggi tra Serie C, AIC, Assoallenatori e Arbitri.

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