In ogni sessione di calciomercato, c’è un tema portante addirittura struggente che acquisisce una crescente centralità nel magma liquido delle notizie che crescono, si accreditano e poi evolvono verso conclusioni assai distante dalla loro genesi. Sappiamo della complicata condizione attraversata, sul piano professionale, da Davide Frattesi, talento autentico, purissimo eppure capace di una disciplina che ne ha contraddistinto il percorso in Serie A e che, in un’estate torrida, lo ha condotto da Sassuolo a Milano, sponda Inter.
Da qualche giorno si sussurra, con sempre maggiore prepotenza nelle ultime ore, dell’indiscrezione di un possibile scambio con Pellegrini, il campitano della Roma. L’uomo che ha vissuto tante stagioni in una. E che deve decifrare una fase storta, che lo ha investito di un credito importante.
- Lo scambio Frattesi-Pellegrini subito
- L'Inter che non vede Frattesi
- Pellegrini, la crisi nella crisi
- Le condizioni per l'operazione a gennaio
Lo scambio Frattesi-Pellegrini subito
Lo scambio Frattesi-Pellegrini è uno di quei rumors che si è gonfiato con la ricerca, giusta e necessaria, di conferme, di quella verifica che attribuisce un senso, una quadratura, i dettagli necessari alla definizione di un’operazione che avrebbe motivazioni lontane nei singoli giocatori, anche nei club ma che potrebbe concretizzarsi in una finestra ridotta come quella invernale. Breve, ma qualche volta di significato profondo, soprattutto se uno dei due protagonisti affronta una parentesi quadra nella propria carriera.
Che nell’Inter di Simone Inzaghi, chiamata ad affrontare proprio oggi l’Atalanta in Supercoppa, un giocatore come Frattesi sia una seconda linea ha sempre destato degli interrogativi. Domande legittime, per via delle qualità e anche della sua generosità e intelligenza calcistica dimostrata con la maglia della Nazionale. Ma non giocare, sul medio periodo, non giova di certo quando si è convocati e si deve dire e fare, poi, in Azzurro.
L’Inter che non vede Frattesi
Frattesi è nel pieno della sua maturità calcistica e, con il senno di poi, la scelta dell’Inter gli ha giovato e gli ha consentito di fare un salto di qualità rispetto al Sassuolo (a guardare quel che ne è seguito), ma non può e non deve essere negato quanto ciò abbia avuto un prezzo.
Un costo individuale che lo avrebbe reso un calciatore meno allegro e soddisfatto rispetto all’inizio: da Corsera a Repubblica, che hanno dedicato approfondimenti ad hoc sullo scambio, lo stato d’animo del giocatore non è sfuggito. La sua esclusione, che si verifica spesso, dal campo è un presupposto di riflessioni. Non una ferita, certo. Ma un fatto da cui scaturisce l’analisi sul presente.
Centrocampista con una innegabile propensione al gol, visione di gioco rara nel quadro del livello attuale della Serie A dimostrato anche dal numero di reti messe a segno in carriera, Davide non riesce a trovare posto in questo undici studiato da mister Inzaghi. E non gli conferisce lustro e continuità , utile anche alla Nazionale.
Pellegrini, la crisi nella crisi
E che dire di Pellegrini? Del nuovo Lampard – un paragone che si presenta lusinghiero ma preme altrettanto – e della sua parabola si scrive e si discute con cadenza quotidiana nei media capitolini, assorbiti dalla crisi che si presenta senza fine alcuna nonostante i cambi in panchina, le rassicurazioni degli americani, dei Friedkin, che pure hanno imposto uno stile – il loro – a questo club che vanta una tifoseria quasi religiosa nel manifestare stima, presenza, cura. Ma altrettanta durezza, quando non si spende tutto per la maglia. Rimprovero toccato anche al capitano.
Anche la sua discontinuità rischia di innescare un circolo vizioso da cui sarebbe complicato uscire: la panchina non regala emozioni a giocatori del rango di Pellegrini che si vede costretto a misurarsi con il lato più oscuro della sua permanenza alla Roma, che ha donato al capitano lo spazio utile ad emergere, anche a vince perché no, durante l’era Mourinho con il quale i rapporti non sono sempre stati facili.
Le condizioni per l’operazione a gennaio
L’ostacolo allo scambio pirotecnico di questo gennaio parrebbe, quindi, costituito dalle società che si devono misurare con contratti, vincoli, ragion di stato e questioni di bilancio. L’ingaggio, ad esempio. Per Frattesi ammonta a circa 2,8 mentre il capitano della Roma guadagna 4,5 milioni, cifra che l’Inter non parrebbe intenzionata a versare nel prestito incrociato (sì, si tratta per il prestito).
Marotta stima Lorenzo, valuta e ragiona da ex dirigente se approfittare della scadenza con la Roma nel 2026 e su come e perché dovrebbe imbarcarsi in una sfida a distanza con Galatasaray, Napoli e Fiorentina.
Altro ostacolo per uno scambio alla pari è la diversa valutazione dei due giocatori, con il romano nerazzurro valutato sui 40 milioni di euro dal club milanese. Ecco il senso di questa idea, di questa via: lo scambio di prestiti fino a giugno accontenterebbe Frattesi e Pellegrini e forse risolverebbe una situazione gravosa per Claudio Ranieri a Roma, tormentata da una sequenza di scelte che, fino ad ora, non hanno giovato a nessuno.