Riapparso quasi in maniera imprevista, nell’elenco dei convocati della sua Svezia, Zlatan Ibrahimovic si prende la scena nella conferenza stampa che avrebbe potuto riservare luci ad altri. Ma se c’è lui, rimane poco da concedere ad altri. D’altronde per un attaccante così, un giocatore in grado di costruire il mito oltre i successi sportivi, l’attenzione non poteva che essere tutta su di lui.
Il calvario di Ibra
L’attaccante svedese spiega questi 14 mesi travagliati, causati dalle condizioni del suo ginocchio che non lo hanno certo aiutato a superare i momenti di sconforto:
“Mi sono operato tre volte, c’è stato un momento in cui il ginocchio non migliorava, ero nel tunnel e non vedevo la luce. Poi finalmente tutto è cominciato ad andare per il meglio. Da giovane mi dicevate che ero casinista ed egocentrico ma così mi avete aiutato a far vedere a chi dubita che si sbaglia. E pure oggi succede così”.
Sull’ultimo primato toccato all’età di 41 anni e in Serie A, Ibra è tagliente come di consueto quando c’è chi allude all’epilogo di una carriera sensazionale, merito anche del suo procuratore, Mino Raiola (scomparso di recente):
“Sono stato celebrato per il gol con il Milan più vecchio della Serie A, ma io non voglio i record perché sono vecchio. Li voglio perché sono io, per quello che faccio. Sempre queste domande sulla mia età…”.
I nuovi traguardi da calciatore
Ibrahimovic ammette di “sentirsi ancora calciatore”, e non a caso dribbla le domande su un possibile ruolo fuori dal campo, visto il contratto in scadenza al termine della stagione con il Milan e il possibilissimo passaggio al fianco di Paolo Maldini, visto e considerato anche il prossimo addio di Frederic Massara:
“Ho tante offerte ma non ci voglio ancora pensare, mi sento ancora un giocatore. Tutti mi chiedono come sto ma dovreste chiedere ai compagni di squadra di 20 anni con cui gioco cosa pensano”.
Dopo Euro 2024
Se lo svedese si sente ancora calciatore, ci sarà anche a Euro 2024 giocando un altro anno?
“Troppo presto per dirlo ora, cerco di vivere il presente anche se io sono tutto: passato, presente e futuro”, la risposta del classe 1981.