Il ministro dello Sport Andrea Abodi sa come risolvere i problemi del calcio italiano. La sua linea è diversa da quella di Claudio Lotito e degli altri presidenti di serie A, che – a suo dire – invocano aiuti senza fare autocritica per gli errori di ieri e di oggi. C’è bisogno di una presa di coscienza, secondo Abodi. Della consapevolezza che così non si può andare avanti. Contenere e razionalizzare le spese, riformare il comparto, ragionare d’insieme e non più per interessi personali: solo così, e non con gli aiuti a pioggia dello Stato, si può uscire dal guado.
- Abodi e i problemi del calcio: l'intervista al Corriere della Sera
- Abodi spiega il no alla rateizzazione dei debiti dei club di serie A
- Abodi contro Lotito: "Manca coordinamento nelle istituzioni"
- Abodi e la questione morale: niente aiuti se non si fermano gli sprechi
Abodi e i problemi del calcio: l’intervista al Corriere della Sera
È in un’intervista al Corriere della Sera che Abodi espone con chiarezza la sua linea. Non ci sta a passare per il “nemico del calcio e dello sport italiano” solo perché ha detto no alla rateizzazione degli adempimenti fiscali della serie A senza sanzioni accessorie. “Più che dire no, ho suggerito un altro modo per risolvere il problema”, fa notare Abodi in apertura d’intervista, invitando a un tavolo di lavoro il presidente della Figc Gravina, quello della serie A Casini e i vertici di tutte le altre leghe. Obiettivo: affrontare un percorso di riforme strutturali.
Abodi spiega il no alla rateizzazione dei debiti dei club di serie A
Il no all’ennesima sanatoria proposta dai presidenti del club di serie A poggia su fondamenta solide, secondo Abodi, e non comporterà problemi ai club: “Il calcio è sottoposto ai controlli Covisoc. Si sta valutando con il ministero dell’Economia di consentire ai club che chiederanno la dilazione di debiti fiscali accumulati negli anni di crisi (concessione che ritengo un errore) di pagare entro il 16 febbraio la prima quota del rateizzato oltre alla scadenza ordinaria. Basta una circolare interna. Questo potrebbe evitare di incorrere in sanzioni sportive”. Mentre sotto il profilo penale “è evidente che le aziende, tutte non solo quelle calcistiche, che avranno trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate non saranno perseguite e neanche segnalate. Sarà necessaria l’introduzione di una legge, sono al lavoro con i ministeri dell’Economia e della Giustizia“.
Abodi contro Lotito: “Manca coordinamento nelle istituzioni”
E qui scatta l’attacco a Lotito, che – da senatore – sta lavorando in parallelo su un altro provvedimento, che evidentemente va in direzione opposta rispetto alle convinzioni di Abodi. Avrei voluto presentare un emendamento governativo in conversione del decreto Aiuti quater, ma nel frattempo ne è giunto un altro proveniente dal Parlamento“, si lamenta il ministro. “Non ho l’ambizione di mettere la firma su un provvedimento, ma mi piacerebbe che ci fosse un minimo di coordinamento altrimenti sembra che ci sia schizofrenia nelle istituzioni. Inutile che parli col presidente di Lega se poi c’è un parlamentare, proprietario di un club e consigliere federale che si muove in autonomia”. Chiaro il riferimento al presidente della Lazio: “Ben vengano contributi e riflessioni, sono utili”.
Abodi e la questione morale: niente aiuti se non si fermano gli sprechi
Presupposto di una seria e reale inversione di tendenza, per Abodi, è la ‘questione morale’: solo riformandosi dal suo interno, il calcio può uscire dalla crisi. “L’interesse nei confronti dei problemi sportivi non si manifesta se facciamo rateizzare la serie A. O per lo meno quei club che durante la crisi hanno aumentato i costi e le commissioni degli agenti. O c’è coerenza nei comportamenti o diventa speculazione”, tuona Abodi che alla fine chiarisce ulteriormente il concetto: “Non si possono accampare pretese e poi avere comportamenti impropri e incomprensibili. Tralascio per un momento quelli morali, ma prima o poi anche di questo si dovrà discutere, insieme alla reputazione di questo mondo. Senza reputazione non c’è prospettiva di sviluppo, anche economico”.