Mancano pochi giorni alla finale di Champions League, ma la partita tra Inter e Manchester City è già iniziata, almeno a parole: nel media day di oggi Simone Inzaghi se la gioca “alla Guardiola” davanti ai giornalisti, esaltando il collega proprio come il catalano è abituato a fare con i suoi avversari. Di concreto sull’Inter, però, il tecnico nerazzurro dice nulla: nessun indizio sulla formazione da opporre ai Citizens.
- Inzaghi e il viaggio in Champions dell’Inter
- Inzaghi e l’elogio “alla Guardiola” del City
- Inzaghi, nessun indizio sul ballottaggio Lukaku-Dzeko
- Inzaghi e l’Inter del 2010 da imitare
Inzaghi e il viaggio in Champions dell’Inter
Derby col Milan dimenticato, Simone Inzaghi già da tempo pensa solo al Manchester City. Lo dice chiaramente il tecnico dell’Inter, che davanti ai giornalisti si concede solo un breve sguardo al passato. “È stato un viaggio lungo, iniziato con i sorteggi estivi che non sono stati fortunati. Insieme allo staff e ala squadra ne avevamo parlato subito, avevamo detto che potevamo fare un bel percorso”, dice del cammino dell’Inter in Champions.
Inzaghi e l’elogio “alla Guardiola” del City
Inzaghi parla molto degli avversari, poco della sua Inter, elogiando il Manchester City e il suo allenatore. “Incontreremo la squadra più forte del mondo – spiega il tecnico del City -, hanno vinto 5 volte la Premier negli ultimi 6 anni. Dovremo essere attenti a fare la partita. Hanno un allenatore che ha segnato il calcio moderno, c’è un prima e dopo Guardiola”. “C’è tantissima ammirazione per Guardiola, per il City, per quello che hanno fatto negli anni – aggiunge poi – . Sentivo che sarebbero arrivati in finale, all’andata era stata equilibrata, nella semifinale dell’anno scorso ci furono i due gol nel recupero del Real ma quest’anno sentivo che la gara di ritorno, lo dissi ai miei figli e a mia moglie, l’avrebbe vinta il Manchester City”.
E ancora: “A parer mio Guardiola è l’allenatore più forte del mondo, ha segnato un’era. Se abbiamo paura? Di nulla, ho massimo rispetto, ma siamo orgogliosi di giocarci questa finale. Abbiamo giocato tantissime partite, sabato sarà la 57a: anche qualche sconfitta, tanto chiacchierata, ci ha permesso di arrivare a Istanbul”.
Inzaghi, nessun indizio sul ballottaggio Lukaku-Dzeko
Sulla sua Inter, invece, Simone Inzaghi dice poco, a partire dal ballottaggio Lukaku-Dzeko per affiancare Lautaro Martinez. “Non ho deciso lì, non ho deciso a metà campo, non ho deciso in difesa – precisa il tecnico nerazzurro -: in questo momento, come negli ultimi due mesi, ho la possibilità di scegliere. È la miglior cosa che un allenatore possa avere: negli ultimi due mesi ho potuto alternare giocatori o schierarne altri che nei primi cinque mesi non avevo avuto. Mancano ancora quattro allenamenti e la rifinitura di Istanbul: un allenatore può avere tante idee, ma spesso le cambia. Non ultima contro il Torino: la sera pensi una cosa, la mattina vedi qualcosa che ti fa cambiare idea”.
Inzaghi e l’Inter del 2010 da imitare
In chiusura, però, Inzaghi tiene a sottolineare che l’Inter, seppur sfavorita, è in grado di battere il City e ripetere l’impresa della squadra di Mourinho nel 2010. “Allora fu fatta un’impresa, è ciò che cercheremo di fare sabato – conclude il tecnico -. Ma le considero entrambe un’impresa, nel caso in cui dovesse accadere. È dal giorno che il Manchester ha battuto il Real che si sta dicendo ciò, ma il calcio è bello per questo, nel calcio non sempre vince chi è favorito. Dovremo essere bravi ad indirizzare gli episodi nel modo giusto, sarà quello che farà la differenza”.