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Inter, Marotta esce allo scoperto sull’addio di Skriniar e snobba Lukaku

L'amministratore delegato nerazzurro parla a 360 gradi alla Gazzetta dello Sport. Tra gli argomenti toccati i due ex ma anche gli obiettivi stagionali

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato in una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi toccati dal dirigente, dagli obiettivi stagionali della sua squadra al passato con una frecciata rivolta a Milan Skriniar e un atteggiamento come al solito freddo nei confronti dell’altro ex Romelu Lukaku. Storie di calciomercato, argomento sempre caldo anche in autunno, sebbene il Biscione non dovrebbe fare ulteriori interventi nella prossima sessione di gennaio.

Juventus favorita per il titolo. Ma l’Inter c’è

Il giochino lo conosciamo. Etichettare le altre come favorite per togliersi pressione e scaricarla addosso alle competitor. Un meccanismo dal quale non si sottrae neppure Beppe Marotta: “Ho vinto il mio primo scudetto a Torino con Antonio Conte senza impegni europei. L’esperienza mi dice che poter pianificare la stagione solo con campionato e la Coppa Italia è un vantaggio. Ecco perché dico che la Juventus è la favorita per lo scudetto“.

Che non significa che l’Inter non proverà a vincere il campionato: “Dico no all’eccesso di prudenza e di umiltà. Se sei all’Inter, devi essere ambizioso, l’asticella deve essere alta. Noi ci dobbiamo credere. Diverso è dire “siamo i migliori”: quella sarebbe arroganza“.

La partenza di stagione è comunque stata buona per l’Inter: “È stato l’anno del maggiore cambiamento della rosa, sono arrivati 12 giocatori nuovi – spiega Marotta -. Nonostante questo, giudico il nostro avvio molto positivo. Sassuolo e Bologna? Circostanze sfavorevoli. E certo, alla base ci sono stati anche degli errori. Ma non credo che ci sia stato un rilassamento dopo il 5-1 del derby. Piuttosto, dobbiamo allenarci a combattere i cali di tensione e la stanchezza mentale”. La rosa è comunque buona: “È la più omogenea, ci sentiamo garantiti in tutti i ruoli“.

Lautaro, Thuram e Simone Inzaghi: Marotta vuota il sacco

Annunciato anche il rinnovo di contratto di Lautaro Martinez: “Avere calciatori fidelizzati è un valore aggiunto: se manca il senso di appartenenza, un giocatore non capisce neppure cosa vuol dire giocare o vincere un derby. Il massimo, per una società, è avere un calciatore che rinuncia ad andare in squadre più importanti pur di rimanere legato al suo club“.

Una carezza dal dirigente meneghino anche nei confronti di Marcus Thuram: “Umiltà, coraggio, perseveranza: Marcus ha gli stessi valori di papà Lilian, valori che sono alla base del successo personale“.

Giudizio positivo anche sul lavoro di Simone Inzaghi: “La società è molto contenta di lui. È arrivato all’Inter con una sola esperienza alle spalle da tecnico, nella Lazio. È giovane, rispetto alla media degli allenatori del nostro campionato, dunque può consolidarsi. È diverso dagli altri tecnici che ho avuto in passato, come è giusto che sia: lui è per un calcio aperto, spettacolare, che fa divertire. Poi siamo l’Inter: lo spettacolo deve coniugarsi con le vittorie, altrimenti giocare bene non serve a nulla”.

Per il momento è no al possibile arrivo di Taremi a gennaio: “Non credo. Però siamo l’Inter e siamo sempre attenti a ogni situazione. E ci tengo a dire una cosa: prima i giocatori erano restii ad accettare l’Inter, adesso in tanti vogliono venire, la scorsa estate abbiamo dovuto dire parecchi no. Thuram, Sommer e Pavard ci hanno scelto, vuol dire che l’Inter è considerata credibile“.

Lukaku come Skriniar: le due grandi delusioni dell’ad

Diverso è l’umore di Giuseppe Marotta se si parla di Romelu Lukaku: “È il passato, Lukaku è il passato. Non c’è una componente societaria che ancora pensi a lui. Nessuno, dico nessuno. Poi, da uomo di calcio, sono dinamiche che devi mettere in preventivo, non è mica la prima volta che mi capita“.

Chiaro il riferimento a un altro ex come Milan Skriniar: “Ho provato un forte sentimento di delusione. Perché quando un giocatore non rinnova, non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club. Ha fatto un torto all’Inter, non alle persone. Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere, anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell’Inter. Ma ha sempre detto no.

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