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Jacobs apre le porte della 4x100 ad Ali: "Impossibile escludere uno che corre sotto i 10 secondi..."

Marcell Jacobs ha la testa già rivolta a Parigi, ma il confronto con Chituru Ali lo esalta. E ammette: "Difficile lasciar fuori dalla staffetta chi corre sotto i 10 secondi"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ok, il passo è quello giusto. Anche se Parigi dista ancora una quarantina di giorni abbondanti, Marcell Jacobs sente di aver fatto sin qui tutte le cose nel modo indicato. E il 9.92 fatto registrare a Turku sta lì a dimostrarlo: mai aveva corso così veloce a questo punto della stagione, ma lo aveva fatto nel corso di un 2024 dove l’approccio è stato più soft del dovuto, complici anche i nuovi metodi di allenamento assimilati nei mesi passati. Ma adesso che la pista comincia a farsi “calda”, Jacobs ha fatto capire di essere dov’è che voleva stare.

L’estate di Marcell: gli Assoluti, poi solo Parigi

A Turku ha sorpreso scendendo due volte sotto il muro dei 10 secondi nel giro di un’ora, segno che le gambe cominciano a girare a dovere. Adesso però arriva il mese più delicato, quello dove l’unica cosa che conta sarà mantenere la condizione e potenziare (gioco di parole) la potenza. “Non credo che mi vedrete ancora in pista tanto spesso. Farò gli Assoluti a La Spezia, poi mi ritirerò a Rieti e fino a Parigi non correrò altri meeting. Si era pensato di andare a Londra per la Diamond League il 20 luglio, ma sarebbe troppo a ridosso delle olimpiadi (le gare dei 100 metri si disputeranno sabato 3 e domenica 4 agosto), per cui direi che non andremo.

Forse il 12 luglio faremo qualcosa con gli altri sprinter presenti a Rieti in queste settimane, una sorta di test in famiglia, ma altro non è in programma”. Tanta palestra, tanti carichi, tanta concentrazione: Jacobs ha in mente solo le olimpiadi, e dopo il trionfo agli Europei di Roma è difficile avere altri pensieri in testa.

La questione staffetta: “Dura lasciar fuori questo Ali…”

Certo l’Italia della velocità in questo primo scorcio di 2024 non è solo Jacobs. Perché c’è anche Chituru Ali a far prendere vita ai sogni azzurri di medaglia. “Lo sapevo che avrebbe fatto grandi cose, doveva solo credere di più in sé stesso, spiega Marcell.Ali è un ragazzo d’oro, uno che ha saputo aspettare il suo momento. Ora che si sta dedicando esclusivamente alla velocità ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto. È un ragazzo molto meticoloso, ma anche riservato e umile: non mi chiede mai nulla, ma sono io che vado a dargli qualche consiglio, perché veramente merita di essere aiutato nel suo percorso di crescita.

A Turku durante il riscaldamento ha sbagliato una partenza e in cuor mio speravo che facesse altrettanto nella gara… invece è partito alla grande e mi ha spronato a dare il massimo fino all’ultimo metro. Sono davvero felice per lui e credo che tutti gli italiani debbano essere contenti di avere uno come Chituru da tifare”. Uno che pure potrebbe restare escluso dalla 4×100: “Questo è un bel grattacapo per Di Mulo, che dovrà scegliere il quartetto della staffetta. Però lo dico senza giri di parole: uno che corre sotto i 10 secondi non può restare fuori. Ali merita un posto, ma per mia fortuna toccherà ad altri decidere…”.

Gli altri avversari: “Lyles quanto reggerà ancora?”

La rivalità, insomma, è bella ma anche legata alla necessità di unire le forze per inseguire altri sogni a cinque cerchi. Per ora i confronti diretti dicono 12-0 per Jacobs, ma Ali ha dimostrato (appunto) di aver messo… le ali ai piedi. Gli avversari però saranno da ricercare anche altrove.

Lyles sta andando forte da febbraio, ma reggerà tanto a lungo a questo ritmo? I Trials americani e giamaicani ci daranno altre informazioni: Seville sta facendo grandi cose, mentre è sorprendente vedere Blake tanto indietro. De Grasse mi pare poi che abbia cominciato a carburare. La “ritirata” di Bromell, invece, è molto strana”. Anche se il più veloce dell’anno è stato il keniano Omanyala, che ha corso 9.79 a Nairobi sabato scorso. Che pure, a detta di chi ci capisce, non pare destinato ad avere grosso credito.

Manca ancora un metro: “Tra un mese e mezzo lo troverò”

Jacobs è sereno, forse come non lo era da chissà quanto tempo. La scelta di andare ad affidarsi alle cure di Rana Reider sta cominciando a pagare dividendi. Ho cambiato tante cose, particolari all’occhio umano impercettibili, ma che pure sono molto rilevanti. Ho cambiato modo di correre, di uscire dai blocchi, di distendermi nel finale. Per ora potrei dire che se mettessi insieme i primi 50 metri della batteria di Turku e i secondi 50 metri della finale di Turku avrei confezionato la prestazione perfetta. Ma ci sto lavorando e sono sicuro che tra un mese e mezzo sarò dove vorrò essere”.

Stefano Tilli ha detto che a Marcell “manca ancora un metro” per essere davvero quello di Tokyo, anche perché la medaglia d’oro a Parigi si vince correndo intorno a 9.80. Ma con 44 giorni di tempo per lavorarci su, quel metro c’è da credere che Jacobs se lo divorerà senza grossi problemi.

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