Era forse scritto nel destino che due “scarti” del campionato italiano, l’ex Milan Suso e l’ex Roma Lamela dovessero mettere fine all’avventura della Juventus in Europa League. Il gol di Vlahovic aveva illuso, poi il Siviglia ha fatto valere la sua legge. L’EL è casa sua. E adesso per la Juve è tempo di processi, di resa dei conti.
In tanti sul banco degli imputati a cominciare da Massimiliano Allegri, l’uomo che era stato richiamato per vincere e che per il 2° anno di fila resta a “zero titoli” tanto per dirla alla Mourinho che invece rischia di fare il bis. Elkann deve decidere cosa sarà della Juventus del futuro, i vari processi potrebbero avere un peso così come l’umore dei tifosi.
- Juve, le ragioni di un fallimento: Allegri e non solo
- Juventus flop: tutti vogliono la testa di Allegri
- Juventus: da Di Maria a Chiesa, chi ha deluso a Siviglia e non solo
- Juve e ora che si fa? L'Europa è un miraggio
Juve, le ragioni di un fallimento: Allegri e non solo
Juventus costruita male e col progetto tecnico sbagliato. L’analisi del day after eliminazione in Europa League con fallimento di quasi tutti gli obiettivi stagionali, non può prescindere da questo punto di partenza. La Juve ha fallito perchè incapace di andare a giocare con autorevolezza in campo internazionale. E’ stato così in Champions League con un girone flop di soli tre punti, ed è stato così anche in Europa League dove ha saputo andare avanti grazie alle giocate dei singoli, vedi Di Maria a Nantes, ma soffrendo quasi sempre le pene dell’inferno, giocando sotto palla concedendosi agli avversari.
La Juve di Siviglia è stata un po’ il Giano bifronte di questa stagione, del vorrei ma non posso. Ha saputo costruire un mucchio di palle gol salvo poi sprecarle quasi tutte, segnando di fatto su una delle poche sbavature della difesa spagnola. Ma dietro le tante occasioni sprecate c’è stata la solita sofferenza, il farsi schiacciare, quel voler fare affidamento a tutti i costi su una fase difensiva che non più granitica come ai tempi della BBC dove pure c’era una Juve diversa in campo, negli interpreti e nell’organizzazione. Troppo poco insomma per sperare sempre di sfangarla, ancora di più dopo un vantaggio comunque meritato. Si poteva e si doveva gestire meglio, cosa spesso mancata nei momenti cruciali, vedi il fallo di mano di Bremer nel finale della semifinale di andata con l’Inter che ha pregiudicato il passaggio in finale con un ritorno giocato in maniera pessima.
Juventus flop: tutti vogliono la testa di Allegri
Non si è nemmeno atteso il triplice fischio finale a Siviglia. A dire il vero è da un quasi tutta la durata dell’Allegri-bis che l’hashtag #Allegriout è quasi sempre in tendenza dopo ogni partita della Juve. Ma ieri il trend si è impennato a dismisura. La tifoseria della Juventus chiede a gran voce la testa dell’allenatore sì dei 5 scudetti di fila e svariate tra Coppe e Supercoppe Italia, oltre che due finali di Champions, ma anche il principale indiziato, non tanto delle due stagioni da “zero titoli” ma soprattutto del non gioco di questa squadra.
“Allegri è il passato, ha fallito, basta se ne deve andare”. E’ questo, edulcorato il live sentiment del popolo della Juventus che chiede a gran voce l’esonero, sarebbe il secondo del tecnico livornese, se non addirittura le sue dimissioni, avendo Max un contratto molto pesante per altri due anni. Per molti la Juve sarebbe un po’ ostaggio di questo legame al di là delle voci che vogliono l’interesse per Palladino, o in seconda battuta Italiano o De Zerbi, la next gen degli allenatori nostrani.
Juventus: da Di Maria a Chiesa, chi ha deluso a Siviglia e non solo
Nella notte più importante Angel Di Maria ha fallito. Era il campione del mondo, colui che doveva far fare il salto di qualità alla squadra, specie in campo internazionale. Lui più di tutti nella serata del Ramón Sánchez-Pizjuán ha fatto flop giocando una partita sottoritmo, quasi svogliato a volte, illuminando poco il gioco, spesso anticipato dagli avversari con la macchia indelebile di un gol divorato letteralmente su contropiede nel primo tempo concluso con uno scavetto insulso spedito in tribuna. La sua partita è un po’ la foto della stagione della Juve. Lui preso al posto di Dybala che invece in finale di Europa League ci è andato.
Juve senza Fideo e Fede. La traduzione è quasi letterale, la stessa così come la delusione per quello che pure Federico Chiesa non è riuscito a portare. L’infortunio ok, la lunga riabilitazione, qualche acciacco qua e là, giustificano solo in parte le difficoltà di entrare in partita ed essere decisivo. Ha perso una palla sanguinosa in uscita dandò il là al gol del pareggio di Suso, ha fallito un paio di ripartenze non impossibili e poi a inizio supplementari si è divorato un’occasione che fa il pari quasi con quella di Di Maria. Il miglior Chiesa non è assolutamente questo.
Juve e ora che si fa? L’Europa è un miraggio
La classifica dice Juventus al 2° posto, sub judice però. Ma solo lunedì sapremo se e quanto questa squadra sarà nuovamente penalizzata. Il rischio è che la Vecchia Signora scivoli in quinta posizione e che oltre dalla Giustizia Sportiva venga fatta fuori dall’Europa del prossimo anno dall’Uefa che sicuramente prenderà al vaglio l’eventuale iscrizione della Juve alle prossime coppe europee, Champions o Europa League che sia, considerando l’esito dei processi italiani e di eventuali frodi degli “agrement” siglati con il club in tempi non sospetti per il rispetto del fair play finanziario.