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Mercato Serie A 2021: il borsino dei colpi di Milan, Inter e Juve

Con la fine del mercato, è necessario tirare le somme su come si sono mosse le big del nostro Campionato. Escono dalle trattative più forti o più deboli dello scorso anno?

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E’ infine terminata la sessione estiva di calciomercato 2021 per le squadre italiane di Serie A, con il gong scattato esattamente alle ore 20:00 di oggi martedì 31 agosto. Finisce così una delle estati più povere e difficili di sempre per le nostre big, con Milan, Inter e Juventus tutte costrette a compiere incredibili sacrifici a livello di rosa pur di sistemare i conti, vera priorità di questi 3 mesi. Tra cessioni clamorose e arrivi inaspettati, andiamo a rivedere assieme le operazioni delle nostre big. 

Partiamo dal Milan, la squadra attiva fino all’ultimo in sede di mercato, tanto da assicurarsi in extremis il proprio trequartista/ala destra: si tratta di Junior Messias, in arrivo dal Crotone. Si parlava di Isco, di Asensio, di Forsberg, ma i soldi non ci sono, e Maldini e Massara hanno fatto il meglio che hanno potuto. Il meglio considerando anche quanto speso in precedenza, ad iniziare dai riscatti di Tomori, Diaz e Tonali (a segno proprio nell’ultima partita di Serie A) e continuando con l’acquisto del “vice-Ibrahimovic” che vice davvero non è, quell’Olivier Giroud che almeno in Serie A può ancora fare la differenza. Se ne sono andati Donnarumma e Calhanoglu, e soprattutto quella del portierone è un’uscita che si può rimpiazzare solo in parte, nonostante Maignan sia un signor portiere. La ciliegina sulla torta del Diavolo è rappresentata dal Alessandro Florenzi, che nonostante le buone prestazioni di Calabria farà fatica a fare della panchina. 

Pellegri e Bakayoko sono rimpiazzi interessanti, che sicuramente potranno dire la loro in una stagione infinita caratterizzata dal ritorno in Champions League dopo 7 anni. Il Milan più forte allenato da Pioli? Sicuramente no, ma la base è solida, avanti così.

Continuiamo con lInter, la squadra che forse ha riempito di più le pagine dei giornali sportivi (e considerando la presenza di CR7 alla Juve è tutto dire) ma anche quella che ha sofferto di più la crisi economica portata dal Covid. Prima Conte, poi Hakimi ed infine Lukaku sono stati troppo per gli ultras meneghini, ad un certo punto davvero ad un passo dallo scendere in strada e chiedere spiegazioni direttamente a Zhang in persona. Ma Marotta è un genio, Ausilio un ottimo dirigente, e le prime giornate di Serie A ci restituiscono un‘Inter ancora in corsa per lo Scudetto, forse diversa, meno muscolare e basata sul contropiede e più “Inzaghiana“, ma sicuramente stuzzicante. Edin Dzeko è un giocatore ancora pauroso per la Serie A (al netto di qualche debacle a 2 metri dalla porta), Dumfries tutto da scoprire, Correa devastante all’esordio ma calma nel giudicarlo. Poi ok, Hakan Calhanoglu a 0 è fantascienza di cui sono Marotta sarebbe stato capace. Bene anche l’uscita di Ashley Young e di Pinamonti, le casse societarie ringraziano.

Capitolo Juventus, la vera nota dolente di questo mercato. Assurdo come i bianconeri si siano ridotti in sede di mercato, dove hanno impiegato 2 mesi per acquistare Locatelli (buon colpo, ma attenzione, solo inserito in un contesto che funziona, non è Iniesta) e se ne sono uscito con la scommessa Kaio Jorge (se ne parla un gran bene, ma anche di Gabigol, ai tempi, si dava del fenomeno). I ritorni di Rugani e De Sciglio ce li può spiegare solamente Allegri, l’acquisto in prestito biennale con obbligo di Moise Kean sa di mossa disperata dettata dalla partenza choc di Cristiano Ronaldo, regalato allo United al primo mal di pancia nonostante si sapesse da mesi (MESI, non settimane) che non voleva più restare a Torino. Si poteva fare di più? Certamente. E’ stato fatto abbastanza? No, nel modo più assoluto. Ad Allegri il compito di ritrovare una squadra un po’ senza senso, aspettando la riscossa di Paulo Dybala. 

In generale, la sensazione è quella di una sconfitta per il nostro calcio alla fine del mercato, con tantissimi talenti fuggiti verso i milioni di PSG e della Premier e arrivi buoni (prendiamo Tammy Abraham della Roma per esempio) ma che non rimpiazzano il talento perso. 

 

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