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Milan, Leao da Fazio è uno spasso: da Maldini a Ibra ignorando Pioli. E dice: "Ora i rigori li tiro io"

L'attaccante rossonero sta vivendo un momento difficile e si confessa in un'intervista a Sky: dall'obiettivo Europa League al suo top-11 ideale

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Un lato di Rafael Leao che si conosceva a malapena. Divertente, scherzoso, sorridente, un po’ timido e poi subito spigliato e viceversa. E’ quello che è emerso dall’intervista che il giocatore del Milan ha rilasciato a Fabio Fazio come ospite speciale nella puntata di Che tempo che fa andata in onda questa sera sul Nove.

Leao ha presentato il suo libro, “Smile. La mia vita tra calcio, musica e moda” ma come ad un certo punto ha stoppato Fazio scherzosamente “eh ma non facciamo troppo spoiler però…”. Ma ovviamente è stato anche il modo per parlare dei suoi inizi, della sua famiglia, del suo arrivo al Milan, di chi l’ha portato in rossonero, Paolo Maldini, e di chi l’ha cresciuto, Zlatan Ibrahimovic, ieri come compagno oggi come dirigente. E poi tanto altro, dallo scudetto al Rafa fuori dal calcio, appunto tra musica e moda.

Rafael Leao da Fazio parla di razzismo e del caso Maignan

Appena una settimana tutto il calcio italiano ha fatto di nuovo i conti col razzismo per il gesto di Maignan che durante la gara con l’Udinese si è rifiutato di continuare per i beceri ululati contro di lui e il colore della sua pelle. Leao da Fazio per un attimo diventa serio in un contesto comunque leggero:

“Lui era molto nervoso, non voleva giocare, non è la prima volta che gli succede, la squadra è stata con lui, siamo usciti con lui. Io sono dispiaciuto per tutti i calciatori di colore, dobbiamo fare qualcosa dentro il campo e fuori, noi e le società. Dobbiamo ringraziare il Milan che ci ha sostenuto, dobbiamo combattere sempre anche se il razzismo non finirà mai”

Leao i due rigori sbagliati col Bologna: “Ora tocca a me”

L’ha detto Pioli, lo conferma lo stesso Leao. Dopo il doppio errore di Giroud-Theo Hernandez dagli 11 metri ieri col Bologna, potrebbe essere proprio il portoghese il prossimo a calciare dal dischetto per il Milan, il portoghese sorride ma poi glissa sul pari coi rossoblu: “Ci abbiamo provato, girano le scatole per i rigori sbagliati? Sì certo ma pensiamo alla prossima. I prossimi rigori li tiro io… (sorride, poi smorza la tensione, ndr). Olivier e Theo li tirano sempre i rigori, hanno fatto tanti gol e sono sicuro che soprattutto Giroud se ricapita e se se la sentirà li tirerà ancora lui e farà gol, ne sono certo”.

Da Fazio Leao promuove il suo libro: “Serve sorridere”

Sicuramente facilitato da una vita, oggi agiata, Rafa Leao però è partito dal basso, da una famiglia umile: “Sono cresciuto ad Almada, abitavo coi nonni perchè i miei genitori lavoravano tutto il giorno ma ho un bel ricordo di quegli anni perchè giocavo a pallone tutto il giorno. Sono fortunato perchè alcuni miei amici facevano cose sbagliate ma io avevo il pallone che mi teneva lontano da certe cattive strade. Mio padre è stata una persona dura, una personalità molto forte ma se sono arrivato fino a qui è merito suo. Mia madre mi chiede sempre se ho mangiato. “.

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Sul libro dal titolo non a caso “Smile” il portoghese rimarca: La vita è così, bisogna sorridere, quando ti svegli e hai la fortuna di fare il lavoro che ti piace e di stare con la tua famiglia devi essere felice. Inizialmente non volevo fare questo libro così troppo presto ma c’è stata l’opportunità, tanta gente voleva sapere della mia vita, della mia infanzia, del mio passato e allora mi sono deciso”.

Leao e il Milan: “Riconoscente a Maldini e Ibrahimovic” non nomina Pioli

Impossibile non parlare della sua avventura che oramai va avanti da 4 anni col Milan: “Sono arrivato giovanissimo, ho avuto difficoltà all’inizio, ero in un club così forte, così importante. Quando sono arrivato tra le persone che mi hanno aiutato di più sicuramente c’è stato Maldini che mi ha voluto in rossonero: una grande personalità, che dice quello che sente, molto esigente e che mi ha aiutato come persona. Se mi manca? Sì, e lo saluto”.

Inciso anche su Zlatan Ibrahimovic, ieri compagno di squadra oggi dirigente rossonero: “Ibra non è cambiato da quando era giocatore, avrei voluto giocare di più con lui, una persona incredibile, secondo me hanno fatto bene a metterlo in società, per noi è come un fratello maggiore”.

Si chiude col capitolo scudetto: “Non dimenticherò mai quel giorno andando allo stadio (a Reggio Emilia, Sassuolo-Milan ndr) nel pulmann sapevamo che sarebbe stata la nostra giornata. Poi il ritorno a Milano con tutta quella folla festante…”

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