Era il 5 novembre scorso quando la Procura di Roma chiuse le indagini a carico del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, cui si contestava il reato di falso in bilancio in relazione alla compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas nell’estate del 2019 e alla quale si era aggiunta quella sul caso Victor Osimhen, approdato al Napoli dai francesi del Lille nel 2020. Oggi è arrivata la decisione: chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in cui si procede per il reato di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021.
- Perchè se ne occupa la procura di Roma
- Chiesto il processo anche per il Napoli e per Chiavelli
- I casi contestati
- La vicenda Osimhen
- Cosa rischia il Napoli?
Perchè se ne occupa la procura di Roma
L’inchiesta è nelle mani della Procura capitolina perché Roma la sede della Filmauro. Il patron del Napoli, accompagnato dagli avvocati Lorenzo Contrada e Fabio Fulgeri, aveva deposto dinanzi agli inquirenti ma evidentemente la sua testimonianza non è stata convincente.
Chiesto il processo anche per il Napoli e per Chiavelli
Oltre al presidente del club i pm di piazzale Clodio, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, chiedono il processo per la società calcistica e per il braccio destro del patron, Andrea Chiavelli.
I casi contestati
Al centro dell’inchiesta due casi su tutti, gli acquisti di Manolas dalla Roma e di Osimhen dal Lille. Il greco fu pagato 36 milioni, pari alla clausola rescissoria. L’operazione consentì alla Roma di segnare una plusvalenza di circa 31,1 milioni di euro, registrata nel bilancio chiuso al 30 giugno 2019 ma nella circostanza il Napoli ha ceduto alla Roma anche Diawara realizzando una plusvalenza di oltre 10 milioni, anch’essa oggetto dell’indagine.
La vicenda Osimhen
Per quanto riguarda Osimhen, che oggi gioca in Turchia in prestito al Galatasary, l’operazione che lo portò a vestire la maglia del Napoli vide la cessione al Lille per plusvalenze complessive di poco inferiori ai 20 milioni di euro dell portiere Oreste Karnezis, valutato 5 milioni, e tre giovani calciatori del settore giovanile (Claudio Manzi, Ciro Palmieri e Luigi Liguori) valutati dai 4 ai 7 milioni ma che di fatto non furono mai utilizzati, da qui i sospetti sulle valutazioni gonfiate al fine di realizzare plusvalenze.
Al Napoli e ai suoi vertici sono contestati dagli inquirenti due reati, la frode fiscale e il falso in bilancio. Per la frode fiscale la procura di Napoli aveva archiviato in quanto la presunta plusvalenza non avrebbe portato alcun vantaggio fiscale. Sul falso in bilancio la procura di Napoli aveva trasmesso gli atti ai magistrati della Capitale per incompetenza territoriale.
Cosa rischia il Napoli?
Corre rischi anche il Napoli come società : se dovesse essere riconosciuto colpevole il presidente potrebbe arrivare una sanzione economica o nel caso più grave una penalizzazione in punti da scontare durante il campionato in corso.