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Napoli, Spalletti buffo e vincente: ora è il miglior allenatore italiano

La travolgente vittoria del Napoli sulla Juventus ha certificato il passaggio di consegne da Allegri a Spalletti: oggi il tecnico di Certaldo è il miglior allenatore italiano. E sono in tanti a rimpiangelo.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Una delle immagini cult della serata del Maradona, col Napoli che travolge la Juve con un rotondo 5-1 dal sapore dolce e inebriante dello scudetto, è quella in cui Spalletti rincorre Allegri al termine della partita. Il tecnico bianconero sembra volersi dileguare verso gli spogliatoi, quello del Napoli lo raggiunge e gli mostra la mano, “costringendolo” quasi al saluto. Un’istantanea che è sorta di passaggio di consegne: oggi come oggi il miglior allenatore italiano non è più Max, ma Lucianone. Buffo, ma vincente.

La prima rivincita di Spalletti: su Allegri

Era stato proprio Allegri ad appiccicare questo aggettivo – “buffo” – all’amico-nemico Spalletti, con cui aveva ravvivato la vigilia del big match con una serie di punzecchiature a distanza: “Ho grande stima di Luciano, è talmente buffo e divertente che ogni tanto litighiamo come l’anno scorso”. Nessun litigio, questa volta. La superiorità del Napoli è stata evidente, sotto ogni punto di vista: tecnico, tattico, persino fisico. Spalletti, toscano di campagna, ha battuto ancora Allegri, toscano di mare. E non di corto muso, ma di una spanna buona.

Così Spalletti ha reso più forte il Napoli

Lo straordinario cammino del Napoli in campionato e in Europa è il frutto del lavoro che Spalletti sta portando avanti sin dal suo arrivo in riva al Golfo. Gli azzurri, a differenza di altre big che si adattano agli avversari e cambiano assetto partita per partita, ha una sua fisionomia di gioco. È il Napoli a imporre i suoi ritmi a chiunque, in serie A come in Champions. Spalletti sta tirando fuori il meglio da tutti i calciatori a sua disposizione. Osimhen oggi è più maturo, Kvaratskhelia si è ambientato subito nel calcio italiano, talenti incostanti come Zielinski o Elmas oggi hanno continuità di rendimento. Soprattutto, la grandezza di Spalletti è nell’aver messo la squadra davanti a tutto. Chi non gioca, non fiata. Anzi, è il primo a celebrare i compagni.

Roma, Inter e… tutti rimpiangono Luciano

La rivincita del tecnico di Certaldo è anche e soprattutto nei rimpianti che adesso provano i suoi vecchi tifosi nel vederlo lassù, con una squadra che esprime il miglior calcio in assoluto. A Roma ce l’avevano con lui per la querelle con Totti, a Milano – sponda nerazzurra – lo hanno messo alla porta dopo due qualificazioni in Champions di fila, con squadre sicuramente meno forti di quella a disposizione di Inzaghi. E c’è anche chi, come la Juventus, più di una volta a Spalletti ha fatto un pensierino. Poi però ha puntato sull’usato sicuro, su Allegri. Forse a Torino hanno fatto male i conti.

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