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Open Var: arrivano scuse ad arbitro e giocatori, poi la contestazione di Stramaccioni

Tra gli episodi più controversi il braccio di Sabelli non ritenuto da rigore in Roma-Genoa e il penalty assegnato al Venezia contro il Parma

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Nella 21a giornata di Serie A non sono mancati episodi controversi, come sempre analizzati nel corso di Open Var, l’approfondimento settimanale in onda su Dazn. Dal mano di Sabelli in Roma-Genoa che ha fatto storcere il naso a Stramaccioni al rigore assegnato al Venezia nella trasferta di Parma: l’analisi di Antonio Damato.

Open Var, Parma-Venezia: il rigore e le scuse

Episodio anomalo in Parma-Venezia. Nelle battute iniziali del match i padroni di casa hanno reclamato un penalty per possibile fallo di mano di Pohjanpalo, poi l’azione è proseguita e a ottenere il rigore su segnalazione del Var sono stati i lagunari per un fallo di Keita su Yeboah non visto né dall’arbitro né dagli stessi calciatori. “C’è un colpo – si sente dalla sala Var -. Gli dà un calcio, per me è punibile. Ferma il gioco. Ti consiglio on field review per possibile calcio di rigore”.

Fourneau, che aveva lasciato correre, va al monitor e punisce l’intervento del calciatore emiliano. A fare chiarezza sull’episodio è Antonio Damato, responsabile del settore Tecnico Arbitrale: “Una fattispecie non facile da cogliere live. Ci sentiamo di scusare l’arbitro, perché gli stessi calciatori non si erano accorti di questo fallo. Ma, una volta analizzato l’episodio, ci si rende conto del chiaro fallo sull’attaccante del Venezia, che viene messo fuori causa. Ofr doverosa e calcio di rigore corretto” sentenzia.

Roma-Genoa: il braccio di Sabelli, niente penalty

Un altro caso singolare si è registrato all’Olimpico. La Roma ha protestato per un presunto tocco di braccio di Sabelli non ritenuto da rigore. I giallorossi hanno poi segnato con El Shaarawy mentre ancora l’Olimpico mugugnava per la decisione di non assegnare il tiro dal dischetto.

Per Damato “la scelta è stata giusta”, condividendo così l’operato del Var Di Bello che a Zufferli conferma sì il tocco di braccio, “ma è molto vicino al corpo ed è in dinamica: non è un braccio punibile”. Negli studi di Dazn l’ex fischietto spiega: “L’impatto c’è, però il braccio è aderente al corpo e in una posizione completamente naturale. Non fa mai più grande se stesso, tutto avviene in dinamica. C’è anche una doppia deviazione di un difensore e di Dovbyk”.

Ma Stramaccioni non è d’accordo: l’obiezione

A sollevare dubbi sulla dinamica dell’azione è Andrea Stramaccioni. L’allenatore e voce tecnica di Dazn fa notare come “a velocità normale è impossibile che l’arbitro abbia ritenuto che il braccio fosse attaccato al corpo: sembra un rigore grosso come una casa”.

Secondo Strama, l’arbitro “avrebbe dovuto assegnare il rigore” e poi “verificare il millimetro”. Damato chiude la questione: “A velocità normale il movimento del braccio sembra molto più largo, però poi quando il Var lo va a rivedere si accorge che al momento dell’impatto col pallone il braccio è aderente al corpo”.

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