La vittoria della Real Sociedad a Salisburgo riscrive le gerarchie di un girone forse più equilibrato di quanto ci si potesse attendere alla vigilia. Consapevoli del risultato delle antagoniste e desiderose di portare l’intero bottino a casa, Inter e Benfica si affrontano a viso aperto nella seconda giornata del Gruppo D. Dopo un primo tempo equilibrato, i nerazzurri alzano i giri del motore e dopo i legni di Martinez sbloccano l’incontro con Thuram. L’1-o sta quasi stretto ai padroni di casa che possono comunque godersi tre punti meritati.
- Inter-Benfica, la chiave della partita
- Inter, cosa ha funzionato
- Inter, cosa non ha funzionato
- Le pagelle dell'Inter
- Top e flop del Benfica
- Inter-Benfica: il tabellino del match
- La sestina arbitrale
Inter-Benfica, la chiave della partita
Un solo dubbio alla vigilia per Simone Inzaghi che sceglie la soluzione più offensiva con Dumfries preferito a Darmian. D’altro canto l’Inter deve conquistare i tre punti all’esordio in Champions davanti al proprio pubblico. Contro ai nerazzurri c’è però un Benfica che fa sempre flop alle prime – ha perso sia la prima di campionato che in Europa – ma che poi rimedia con la notevole qualità che può mettere in campo. Insomma, premesse incoraggianti per un bell’incontro elettrizzante.
Proprio Dumfries taglia in area, movimento premiato da Calhanoglu ma il colpo di testa dell’olandese è impreciso da breve distanza. Poi dormita difensiva dei padroni di casa con Aursnes che si trova a tu per tu con Sommer, bravo a parare deviando in corner. Sullo stesso calcio d’angolo Di Maria lambisce la parte alta della traversa. A rispondere è ancora una volta Dumfries, uomo più pericoloso tra i meneghini in avvio, con un tiro al volo che va fuori. Nel finale del primo tempo è Barella ad impegnare Trubin con una conclusione però troppo centrale.
Si arriva così alla ripresa, dopo un primo tempo senza tante occasioni e con un Benfica avanti nella statistica sul possesso palla. Allora l’Inter capisce che deve forzare un po’ di più per prendere il controllo della gara. La palla gol più interessante capita sempre a Dumfries che di testa raccoglie l’assist di Bastoni ma non la prende bene. Serve un attaccante, così Lautaro riceve da Barella e di esterno destro becca la traversa. Sfortunata qui la squadra di Inzaghi. L’argentino ci prende gusto, tanto da riprovarci con un tiro deviato in corner. Basta così? Neanche per sogno, il Toro fa la collezione dei legni centrando anche un palo.
Ma il dominio del club italiano è evidente. Barella lancia Dumfries che butta un occhio in mezzo e serve Thuram, bravo stavolta a trafiggere Trubin. Poco dopo arriverebbe anche il raddoppio con Dimarco, se l’esterno non fosse però in fuorigioco. L’episodio che potrebbe cambiare il volto della partita è il mancato rosso a David Neres, protagonista di un calcio a Martinez. L’Inter si innervosisce ma regge mentalmente e nonostante i cambi di Schmidt, per far rientrare i suoi nei ranghi, riesce a portarla a casa con maestria. Con un’altra chance clamorosa per Lautaro, neutralizzata da un superlativo Trubin.
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Inter, cosa ha funzionato
Terzo anno di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter e un gioco che ormai è collaudato. Aggressività nel rubare palla e rapidità nelle ripartenze per far male agli avversari. I nerazzurri hanno mantenuto per larghi tratti del match un ritmo di gioco piuttosto alto, dimostrando di essere anche in buona condizione fisica. Verticalizzazioni continue per andare in porta col minore numero di passaggi possibile.
Inter, cosa non ha funzionato
In una serata che è quasi un manifesto del calcio inzaghiano cosa imputare ai nerazzurri? Probabilmente un primo tempo con degli standard che non si avvicinano a quelli del secondo. Come un diesel l’Inter parte in sordina per accendersi alla distanza. Qualche amnesia difensiva ad inizio gara poteva costare caro, anche se nella ripresa i nerazzurri riescono a gestire in scioltezza il vantaggio. Un problema potrebbe essere quando la squadra non sarà in grado di tenere il ritmo accelerato dei secondi 45 minuti. Occorre una variante.
Le pagelle dell’Inter
- Sommer 6,5 Molto bene su Aursnes. Poi ordinaria amministrazione.
- Pavard 7 Sempre concentrato. Protagonista di una cavalcata palla al piede che esalta il palato fine di San Siro.
- Acerbi 6 Contro Neres, piccolo e tecnico, potrebbe andare in difficoltà . Invece lo gestisce con esperienza e autorevolezza.
- Bastoni 6 Un po’ distratto in avvio, poi torna sui ranghi.
- Dumfries 6 La strategia è chiara: deve fare l’ala. Figurarsi, a lui attaccare piace più che difendere quindi apprezza la richiesta del mister rendendosi pericoloso in un paio di circostanze. (Dal 73′ Darmian 6 Entra per coprire).
- Barella 6,5 L’intensità della gara lo favorisce. Ci mette l’anima. (Dal 91′ Klaassen ng)
- Calhanoglu 6,5 Primo tempo a corrente alterna, poi anche lui sale in cattedra. (Dall’83’ Asllani ng).
- Mkhitaryan 7 Più di quantità che di qualità . Palle recuperate per trasformare le azioni dei suoi da difensive in offensive. Man mano che si va avanti aumenta i giri del motore.
- Dimarco 6 Dalle sue parti orbita Di Maria, per cui si mette in modalità vigilante. (Dall’83’ Carlos Augusto ng).
- Lautaro Martinez 6,5 Arretra spesso il ragione d’azione per aiutare i compagni. Poi va davanti a concludere. I legni, notare il plurale, gli negano la gioia del gol.
- Thuram 6,5 Nel primo tempo prova più volte a partire palla al piede ma viene fermato. Nella ripresa segna un gol da attaccante puro. (Dal 73′ Sanchez 6 Quando entra l’Inter sta rallentando il ritmo per rifiatare. Lui ha voglia ma deve trattenersi dallo strafare, giocando con intelligenza)
Top e flop del Benfica
- Otamendi 7 Un muro quasi invalicabile. Solo grazie a lui il Benfica tiene in vita la partita.
- Trubin 7 Poteva giocare a maglie invertite questa partita. Guardandolo si capisce perché l’Inter lo voleva: si rende protagonista di parate di un certo livello. Formidabile l’ultima su Lautaro.
- Kocku 5,5 L’acquisto più oneroso nella storia del Benfica è un bel mediano. Che si scioglie, però, quando i nerazzurri alzano il ritmo.
- Di Maria 5 L’uomo più atteso. Che abbia qualità non lo si scopre oggi ma nei ritmi alti della partita fatica a metterla in mostra se non da fermo.
- David Neres 5 Bel peperino. Lotta, si muove su tutto il fronte offensivo in cerca di spazi, ma sbatte sempre sul muro interista. Commette una sciocchezza su Lautaro, ma l’arbitro lo grazia.
L’arbitro Danny Makkelie 5 Va bene fischiare poco, ma occorre farlo se serve. David Neres sarebbe dovuto uscire anzitempo dalla gara. La mancata espulsione del brasiliano innervosisce la partita.
Inter-Benfica: il tabellino del match
NTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries (dal 73′ Darmian), Barella (dal 91′ Klaassen), Calhanoglu (dall’83’ Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (dall’83’ Carlos Augusto); Thuram (dal 73′ Sanchez), Lautaro. A disposizione: Di Gennaro, Audero, De Vrij, Cuadrado, Klaassen, Bisseck, Sarr, Allenatore: Simone Inzaghi.
BENFICA (4-2-3-1): Trubin; Bah (dal 22′ Araujo), Otamendi, Morato, Bernat (dall’80’ Cabral); Joao Neves, Kokcu (dal 68′ Musa); Di Maria (dall’80’ Jurasek), Aursnes, Rafa Silva (dal 68′ Chiquinho); Neres. A disposizione: Soares, Kokubo, Gonçalo Guedes, Tengstedt, Joao Mario, Antunes, Florentino. Allenatore: Roger Schmidt.
Ammoniti: Lautaro Martinez (I), Dumfries (I), Asllani (I)
Note: Recupero 2′ pt; 5′ st
La sestina arbitrale
Arbitro: Makkelie (Olanda).
Assistenti: Steegstra e de Vries.
IV uomo: Lindhout.
Var: Dieperink.
Avar: Kajtazovic (Slovenia).