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Paolini: La Sinner-mania una manna per tutti, io però a Sanremo sarei andata

Dopo il trionfo a Dubai, Jasmine Paolini parla dell'effetto Sinner sul movimento tennistico italiano e svela quali sono i suoi prossimi obiettivi

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Non solo Sinner: il magic moment del tennis italiano continua con Jasmine Paolini, che ha conquistato il WTA 1000 di Dubai battendo in finale Anna Kalinskaya. La 28enne toscana, nuova numero 14 del ranking, si racconta in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Partendo proprio da Sinner.

Paolini e la Sinner-mania: come incide il fattore Jannik

Tutti pazzi del tennis, in Italia. Merito soprattutto delle imprese di Sinner, che in una manciata di giorni ha portato a casa uno storico Australian Open e l’Atp 500 di Rotterdam, diventando il numero 3 al mondo. Paolini confessa: “Dietro il mio successo a Dubai c’è un lavoro che si protrae da anni, ma anche l’onda collettiva di questi mesi pazzeschi. Jannik ha portato il tennis al Tg1 e luce anche su noi ragazze. Prima non c’era la giusta visibilità, neppure quando la generazione di Pennetta, Schiavone, Vinci e Errani vinceva tornei pesanti. È una questione di cultura, ma oggi l’aria è cambiata”.

Sinner ha rifiutato Sanremo: come si sarebbe comportata Paolini

Amadeus avrebbe fatto carte false pur di avere Sinner come ospite al Festival di Sanremo subito dopo aver scritto la storia all’Australian Open. Ma l’altoatesino ha preferito declinare per concentrarsi sul torneo di Rotterdam, che ha poi vinto superando in finale De Minaur.

Jasmine, invece, a Sanremo ci sarebbe andata eccome. Specificando, però, che “non c’è nulla di male né a dire di sì né a rifiutare l’invito. E capisco perfettamente Sinner che voleva restare tranquillo e allenarsi per Rotterdam”. Poi svela qual è il brano della kermesse che più l’ha colpita: “Tuta Gold di Mahmood è la mia canzone preferita”.

Paolini, una toscana cittadina del mondo con i Giochi nel mirino

Ventotto anni, toscana. Figlia di papà lucchese e mamma polacca con padre ghanese. Jasmine Paolini, 163 centimetri, sta raccogliendo il frutto dei tanti sacrifici sostenuti. “Ora entro in campo con una mentalità diversa, convinta di potermela giocare con chiunque. Corro su ogni palla, sfrutto la mia velocità”. Dopo Dubai l’asticella inevitabilmente si alza. E, adesso, ha due obiettivi ambiziosi nel mirino. Giocare le Wta Finals di fine stagione riservate alle migliori otto e vincere una medaglia alle Olimpiadi di Parigi. E non importa quale: “Singolare, doppio con la Errani o magari misto: uno con cui giocare spero che lo troverò…”.

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