Non sarebbe stata una parodia dell’Ultima cena di Leonardo la scena che più di tutte, durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, ha indignato mezzo mondo ma le polemiche sullo show in chiave queer non accennano a diminuire nonostante si sia entrati nel vivo dei Giochi. A difendere la Francia entra in ballo il ministro della cultura ma l’universo cattolico non fa marcia indietro e continua a criticare.
- Non sarebbe stata una parodia dell'Ultima Cena
- L'intervento del ministro francese Rachida Dati
- Lo sfogo del cardinale Mueller
Non sarebbe stata una parodia dell’Ultima Cena
L’ideatore dello spettacolo dello scandalo, Thomas Jolly, ha voluto chiarire che la scena delle drag queen non voleva ricalcare l’Ultima Cena ma «una festa pagana legata agli Dei dell’Olimpo». E la presenza di un Dioniso nudo ne è la prova. Intanto il filmato della cerimonia è stato tolto dal canale del Cio su Youtube, ma per una questione di diritti digitali.
L’intervento del ministro francese Rachida Dati
A difendere il proprio paese dalla tempesta di critiche per la cerimonia, intervstata da La Repubblica, è la ministra della Cultura francese Rachida Dati che si schiera dalla parte degli artisti e dice che «spesso l’arte tocca i limiti della sensibilità delle persone. La cerimonia è stata «formidabile, e sarebbe stata ancora più formidabile senza la pioggia. C’era gioia, la gioia degli atleti sui barconi. La gioia dei ballerini. E, come parigina e francese, sono stata orgogliosa e felice di aver ricevuto questo riconoscimento per il nostro Paese e per i servizi governativi che hanno lavorato per rendere sicura la cerimonia in modo che milioni di francesi potessero goderne. È stato un grande momento di cultura».
La Dati continua: «Siamo un Paese con una lunga storia. È questo il messaggio. La cerimonia è iniziata a Saint-Denis, a due passi dalla necropoli dei Re che hanno fatto la Francia. Poi è stato celebrato il nostro Paese che con la Rivoluzione francese si è trovato all’avanguardia nella battaglia per la libertà e la democrazia. E lo è ancora. Siamo anche un popolo variegato, ma sappiamo unirci intorno all’essenziale. Come abbiamo appena dimostrato. I francesi hanno la passione per lo sport. Il messaggio principale è che siamo e restiamo una nazione piena di energie, e che ha ancora qualcosa da dire al mondo».
Dati poi risponde a chi parla di “insulto ai cristiani” risponde: «La République è il rispetto delle credenze delle persone, e l’arte spesso tocca i limiti della sensibilità delle persone. Difendo la libertà artistica. Posso capire la reazione della Conferenza episcopale francese e il disagio di alcuni credenti. E anche io sono molto attenta al rispetto dei credenti. Abbiamo anche aperto i Giochi con una messa, alla quale ho partecipato. All’epoca del Mondiale di rugby, era l’estrema sinistra a pensare che lo spettacolo fosse troppo patriottico, ed era sbagliato. Tutte queste polemiche saranno superate dalle prestazioni dei campioni. Lo spettacolo sportivo e la passione per le gare mi sembrano la cosa più importante».
Lo sfogo del cardinale Mueller
Intanto il cardinale Gerhard Mueller, intervistato da Il Messaggero, non molla la presa e attacca la Francia «ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di non essere affetta dal solito laicismo ideologico. Con quella rappresentazione sacrilega e volgare è riuscita in un solo colpo a sporcare il volto nobile delle Olimpiadi e a offendere milioni di credenti in tutto il mondo, niente avviene per caso, e vorrei ricordare le persecuzioni contro i cattolici durante il Terrore. Questo episodio non è solo un colpo basso al Cristianesimo. Lo show ha esaltato l’ideologia woke che va a cozzare contro la legge morale naturale. una cosa del genere non si sarebbero mai permessi di farla contro il profeta Maometto». E chiede al presidente Macron, che finora «è rimasto silente», di intervenire.