La Procura della FIGC ha chiesto la revoca della sentenza di assoluzione della Juventus e di altri otto club pronunciata lo scorso maggio dalla Corte d’appello federale in merito al processo plusvalenze, che vedeva coinvolte 11 società e 61 dirigenti, tra cui anche l’intero ex CdA della Juve, composto da Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Arrivabene e Paratici. Presa visione delle carte fornite dal pm di Torino, la Procura federale deve aver ravvisato ulteriori e nuovi elementi per portare a una riapertura del caso.
- Pluvalenze Juve, chiesta revocazione della sentenza
- Pluvalenze Juve, le richieste dei pm
- Pluvalenze Juve, le motivazioni della prima assoluzione definitiva
- Nuovo fascicolo, rischiano altri club
Pluvalenze Juve, chiesta revocazione della sentenza
La decisione della revocazione della sentenza definitiva, come scrive l’Ansa è stata chiesta sulla base dell’art. 63 del codice di giustizia sportiva. La Corte ha, ora, trenta giorni per convocare l’udienza e sentire la Procura, pronta a chiedere nuove sanzioni per tutte le società coinvolte in scambi e presunte plusvalenze fittizie con la Juventus. Oltre ai bianconeri, rischiano di veder rimessa in discussione la propria posizione Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara, oltre a 52 dirigenti. Non, il Napoli, però, che era indagato per la questione legata all’acquisto di Osimhen, quindi estraneo alla Juventus.
Pluvalenze Juve, le richieste dei pm
Come scrive la Gazzetta dello Sport, “I pm torinesi, che hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex presidente bianconero Andrea Agnelli e di altri dirigenti per false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e fatturazioni fittizie, si sono concentrati sugli scambi di giocatori senza passaggio di denaro, oltre che sulle manovre degli stipendi. In particolare, per il filone delle plusvalenze, secondo i magistrati la Juventus avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra il 2018-19 e il 2020-21“.
Pluvalenze Juve, le motivazioni della prima assoluzione definitiva
A maggio, il processo aveva prosciolto tutte le parti chiamate in causa, deferite per aver contabilizzato plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili nelle relazioni finanziare, ma assolte con la caduta delle accuse circa presunte plusvalenze fittizie, per via dell’impossibilità e delle difficoltà oggettive di restituire un valore di mercato univoco agli atleti e l’assenza di prove di compiuto illecito. Ora, però, la questione torna sul banco e le sentenza potrebbe essere ribaltata.
Ma non è finita qui, visto che l’inchiesta potrebbe allargarsi, visto che la Procura della FIGC, come scritto dalla Rosea, ha aperto anche un fascicolo ulteriore nei confronti della Juve e di “altri club”, che non erano coinvolti nella prima indagine. Il discrimine resta, anche in questo caso, l’aver intrattenuto operazioni con la Vecchia Signora, in particolare di quelle rientrate nell’inchiesta Prisma, che ha fatto emergere “nuove condotte disciplinarmente rilevanti”.
Nuovo fascicolo, rischiano altri club
L’inchiesta però potrebbe allargarsi ulteriormente. La Procura federale ha infatti aperto un nuovo fascicolo nei confronti della Juventus e di altri club che non comparivano nella prima indagine sportiva, ma che hanno effettuato operazioni con i bianconeri finite all’interno dell’inchiesta Prisma e dall’esame della quale sono emerse “nuove condotte disciplinarmente rilevanti”.