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Simone Biles contro i suoi demoni: si ritira anche dall'individuale

L'annuncio in un comunicato del Team Usa: Simone Biles, la campionessa di Rio 2016, si ritira anche dalla finale individuale

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Simone Biles non sarà mai come nessun’altra. E la sua eccezionalità non è questione che si limita alle sole capacità dimostrate quando la ginnastica statunitense e internazionale incominciava a osservare quegli esercizi che neanche le più osannate aveva osato. E’ unica, inarrivabile e indiscutibile. La difesa che una parte della stampa americana, in particolare il New York Times, ha arringato quando la Biles è entrata in discussione, quando si era palesata la distanza tra Simone e quei giudizi poggia su questo dogma. Poi c’è stata l’evidenza del cambiamento, quel post sospetto su Instagram pubblicato lunedì e la decisione nella giornata di martedì di ritirarsi.

Il comunicato del team Usa: Simone Biles si ritira anche dall’individuale

Mercoledì mattina, poi, la conferma: la campionessa di Rio si è ritirata anche dalla finale individuale (in inglese si chiama “all-around final”). L’annuncio da parte del Team Usa che

“dopo un’ulteriore valutazione medica” la star della ginnastica statunitense ha deciso di non competere “per concentrarsi sulla sua salute mentale”. “Simone continuerà a essere monitorata ogni giorno per capire se partecipare alla finale individuale di specialità (in inglese “event finals”, ndr)”, si legge nel comunicato che ha destato le perplessità, i dubbi e anche una struggente malinconia in quanti hanno attesa la Biles a queste Olimpiadi.

L’erede della capitana, nella finale individuale, sarà Jade Carey, alla quale toccherà portare un peso abnorme per via delle pressioni e della imprevedibilità di una situazione che non ha precedenti e che ha già, de facto, comportato la perdita dell’oro martedì, in una sfida paradossale.

“Appoggiamo appieno la decisione di Simone e applaudiamo il suo coraggio nel dare priorità al suo benessere”, prosegue il team Usa, “il suo coraggio mostra, ancora una volta, per quale motivo è un modello per così tante persone”.

Il dramma di Simone Biles a Tokyo: qualcosa si è rotto

L’essere un modello, concetto così profondamente americano in un’era di profondo sconcerto e sofferenza e non solo per via della pandemia, per una donna fragile e fortissima, portatrice sana di un vissuto importante e prepotente che ha avuto il coraggio anche di ammettere gli abusi che hanno vergognosamente segnato la ginnastica. Una donna meravigliosa, che è stata eletta a modello e che nella piena consapevolezza rimane umana, troppo umana.

“Non ho più fiducia in me stessa come prima. Non so se è una questione di età”, ha detto la ginnasta in conferenza stampa dopo il forfait annunciato ieri. “Sento che non mi sto divertendo più. So che questi sono i Giochi, volevo farli, ma in realtà sto partecipando per gli altri, più che per me. Mi fa male nel profondo pensare che fare ciò che amo mi sia stato portato via. Non appena salgo in pedana siamo solo io e la mia testa. E lì ci sono démoni con cui devo confrontarmi”.

Demoni che, fino ad ora, hanno albergato in Simone senza intaccare la Biles. Almeno fino a quando non è stato il momento di uscire di scena, con l’ultimo esercizio.

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