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Sofia Goggia: finire quarti può essere bello, io ero euforica quando mi successe

La campionessa di sci continua nella riabilitazione dopo la frattura, si inserisce nel dibattito sulla medaglia di legno ai Giochi ed incita Tamberi

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Quarto è bello? Il dibattito sulla medaglia di legno, cui l’Italia sembra essere abbonata a queste Olimpiadi parigine, impazza dopo che anche la staffetta azzurra 4X100 ha chiuso ai piedi del podio. Sono 24 finora ed è un record ma se c’è chi piange, se c’è chi critica, sta crescendo il partito di chi applaude egualmente l’impresa.

La provocazione di Mentana

Nel dibattito sta facendo la parte del leone il direttore del Tg7, Enrico Mentana, che praticamente ogni giorno sui social pubblica la classifica col podio allargato, che si estende anche al quinto posto, e che ieri si è pubblicamente speso nell’elogio dei quarti, scatenando una bufera sul web.

La testimonianza di Sofia Goggia

Intervistata dal Corriere dello Sport dice la sua anche Sofia Goggia, la campionessa di sci che si è fratturata la tibia e il malleolo tibiale destri il 5 febbraio a Ponte di Legno e che continua la sua riabilitazione. L’azzurra dice: “Io parlo per me, Sofia Goggia: mi sono presentata nel 2013 ai Mondiali di Schladming nel non essendo mai stata convocata in coppa del mondo per delle gare di velocità e partivo con il 33 in SuperG. Sono arrivata quarta ed ero euforica perché nessuno se lo aspettava, tantomeno io ed ero felicissima. Non ci sono emozioni giuste o sbagliate, ma devi ragionare su cosa sia più confortevole per te. Per alcuni è un bellissimo traguardo per altri una grande delusione, dipende dalle aspettative o dalle capacità e ogni atleta sa cosa sia giusto per lui”

Come sta Sofia Goggia

Per tornare a gareggiare ci vorrà tempo ma le sue condizioni migliorano: “Continuo a lavorare, la frattura continua a consolidarsi, per essere a sei mesi sto bene”.

La spinta a Tamberi in vista della finale

Le Olimpiadi le sta seguendo con attenzione (“In assoluto non vedo molta tv, ma in questo periodo ho guardato tutto, l’Olimpiade è l’Olimpiade, meravigliosa. Anche se devo dire che è meglio da atleta che da spettatrice”) e anche lei aspetta con ansia la finale di Tamberi. Dall’alto della sua esperienza (un oro e un argento pesantissimo perché arrivato 23 giorni dopo un grave infortunio) sa cosa voglia dire competere in condizioni precari: “Non conosco nel dettaglio le sue condizioni fisiche ma può trovare la forza dentro di sé, sono sicura che sia così. Le forze le trovi sempre dentro di te, puoi fare appello a qualche aspirazione fuori, ma sei tu e solo tu con te stesso, il tuo corpo, la tua mente e tutto quello che hai. Se c’è uno che ha un carattere così forte è lui”.

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