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Italia-Svizzera, da Sommer a Ndoye: i segreti degli elvetici made in Bologna

Qualità, tecnica e tanta organizzazione: la Svizzera di Yakin è pronta ad affrontare l'Italia agli ottavi. Come giocano e i pericoli da evitare

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Antonio Salomone

Antonio Salomone

Giornalista

Giornalista pubblicista. Lo affascinano, da sempre, le categorie minori e i talenti in erba. Ha fiuto per la notizia e per gli emergenti. Calcio, basket, motori: ci pensa lui

Chiudi gli occhi e sembra di sentire i cori del Bologna, invece dell’inno svizzero. Aebisher, Freuler e Ndoye forse in ritiro mangeranno anche tortellini e a faranno qualche collegamento con l’ex rossoblù Thiago Motta, il padre fondatore della ricchezza tecnica felsinea. E in campo, grazie al grande lavoro del ct Yakin, la stessa qualità viene riflessa. Contro l’Italia giocheranno una sorta di derby. Il motivo? Sono bene sei i calciatori che giocano attualmente in Serie A. Di certo non avranno problemi a comunicare.

Come gioca la Svizzera? Sommer e l’esperienza difensiva

La certezza della Svizzera è il modulo: 3-4-2-1 con grande libertà di spaziare data agli attaccanti. Ma partiamo prima dalla retroguardia. In porta c’è il baluardo Sommer che già in passato ha fatto vivere brutti momenti all’Italia parando il rigore a Jorginho nei gironi di qualificazione per il Mondiale in Qatar, edizione che gli azzurri hanno guardato dal divano di casa. La difesa a tre è sinonimo di grande esperienza, con Schar, Akanji e Rodriguez che insieme al portiere sommano 353 presenze in nazionale.

Intesa e anche qualità con il giocatore del Manchester City a guidare la manovra. Importanti anche i movimenti del braccetto del Torino, molto largo quando Aebischer stringe a centrocampo. Il punto debole? Le palle alte, come in occasione dei gol di Varga e Fullkrug. Due reti su tre subite nel gruppo A sono nate da una lettura sbagliata nel gioco aereo, mentre con la Scozia il gol di McTominay è arrivato da un contropiede. Spalletti prende nota e Scamacca anche.

Svizzera, centrocampo ordinato e dinamico

I compiti che vengono dati ai centrocampisti sono diversi rispetto a quelli che svolgono nel loro club, ma Freuler e Xhaka compongono una mediana completa. Nel Bologna e nel Bayer Leverkusen emergono maggiormente per il possesso, mentre con la Svizzera sviluppano un gioco più diretto e verticale. Il centrocampista “italiano” ha messo a segno anche due assist e svolge più un ruolo da rifinitore, lasciando al compagno di reparto le mansioni di interdizione (come in occasione della palla rubata a Musiala, che ha portato al gol) e di prima impostazione. Contro l’Italia non ci sarà Widmer (squalificato), esterno passato anche in Serie A con la maglia dell’Udinese.

Al suo posto è pronto Stergiou, che per ora non ha convinto molto. Quindi l’Italia potrebbe insistere su quel lato. Sul versante opposto Yakin ha ritagliato un ruolo importante a Aebischer, che con i suoi movimenti a pendolo fa una sorta di falso esterno, lasciando spesso la fascia a Rodriguez e agli attaccanti, per creare superiorità numerica a centrocampo. E ci sta riuscendo con ottimi risultati. Un esempio? L’esordio contro l’Ungheria: gol, assist e tanta presenza.

La carica di Freuler

A presentare il match tra Italia e Svizzera ci ha pensato uno dei figli della grande stagione del Bologna, Freuler: “Sono usciti da un gruppo duro pareggiando all’ultimo minuto, una cosa che dice tutto della forza e del carattere di questa squadra. Per passare così ci devi credere. L’Italia resta favorita e a noi va bene così, ma non abbiamo paura. Sappiamo che è forte, che ha grandi giocatori che giocano in club che sono al top, che non molla e non muore mai, che ha carattere e vuole giocare a calcio, per questo mi aspetto una partita difficile e bella. Ma ripeto, non abbiamo paura. La sconfitta all’Europeo di 3 anni fa? Dolorosa, ma poi noi siamo andati al Mondiale e loro no. Dopo quel 3-0 noi abbiamo cambiato allenatore e con lui sono cambiate tante cose”.

Poi ha proseguito: “Sono in Italia da 7-8 anni e sto bene, così come la mia famiglia, il Paese ci è entrato nel cuore ma questi sono ottavi di finale di un Europeo, non c’è spazio per questo amore”. Poi su Calafiori assente per squalifica: “Non ci ho parlato, ho visto che ha commentato un mio post su Instagram di ieri, ma nient’altro. Mi dispiace che non possa giocare, volevo affrontarlo. Tanto Bologna in questa Svizzera? Si ma questa è la nazionale, non è il Bologna che affronta l’Italia”. E poi tanti elogi a Ndoye: “Il suo rendimento non è una sorpresa perché ha grandi qualità. Si sapeva che fosse fenomenale nell’uno contro uno, diciamo che qui la differenza l’ha fatta il gol: il fatto che abbia iniziato a segnare vuol dire che si è sbloccato sotto porta, era una parte che forse psicologicamente gli mancava, se inizia a farlo con regolarità può fare una grandissima carriera”.

L’attacco mobile e senza riferimenti

3-4 e fate voi, può essere riassunto anche così lo schieramento della Svizzera. In attacco Yakin lascia grande libertà di manovra alla proprie punte, senza giocare con un vero e proprio bomber di ruolo. Ndoye è la carta imprevedibilità che ha a disposizione il ct: dribbling, corsa e finalmente anche il gol. A gara in corso Embolo ha sempre spezzato in due la partita con la sua velocità e killer instinct, anche se con i problemi fisici superati dovrebbe giocare dal primo minuto.

La tecnica di Shaqiri è di un altro livello rispetto ai compagni di squadra, ma spesso Yakin la protegge e la sfrutta solo nel momento più opportuno. Il fantasioso Vargas, il duttile Rieder e anche Duah sono altre armi da poter sfruttare in base all’andamento della partita. Tante soluzioni per cercare di far male all’Italia. Poco spazio invece per Okafor del Milan, che al momento si sta limitando a fare il tifo per i compagni. I pericoli sono dietro l’angolo, Spalletti e gli azzurri sono avvisati e dovranno scendere in campo con un atteggiamento diverso dalle ultime due partite per continuare a sognare.

LA PROBABILE FORMAZIONE DELLA SVIZZERA

SVIZZERA (3-4-2-1): Sommer; Schar, Akanji, Rodriguez; Stergiou, Freuler, Xhaka, Aebischer; Shaqiri, Vargas; Embolo.

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