Il secondo gol consecutivo e le scuse immediate via social non sono bastate a Francesco Acerbi per riconciliarsi con gli Ultras della Lazio. Dopo la rete al Genoa, il difensore aveva esultato zittendo i tifosi, per rincarare le dose con le dichiarazioni nel post gara:
Esultanza risposta alle critiche? Me ne frega meno di niente, fa parte del nostro lavoro, di quello che facciamo. Per fortuna che la gente non sa cosa succede nello spogliatoio, è giusto così (…) Tifosi? Ora ce ne sono meno di quando c’era il Covid, ci mancano. Eravamo a zero, ora ne abbiamo cinquemila, va bene lo stesso.
Le scuse di Acerbi dopo il Genoa
Poi, le scuse, con un videomessaggio affidato ai social:
Ciao a tutti, questa sera ho fatto un gesto sbagliato è stato dettato unicamente dall’adrenalina, non per mancanza di rispetto, mi dispiace, ma sapete quanto io ci tenga alla Lazio, a tutti i suoi tifosi, al mondo Lazio. Vi mando un grande abbraccio e sempre forza Lazio! Buonanotte!
Il comunicato degli Ultras della Lazio
Scuse evidentemente non accettate dagli Ultras, che non hanno affatto gradito le mancate scuse in campo dopo il gol messo a segno contro il Venezia, in una partita vissuta dal centrale biancoceleste con i costanti fischi dei propri tifosi nelle orecchie, e hanno affidato a un durissimo comunicato la loro posizione:
Acerbi uomo senza onore, via da Roma subito. Nessun perdono per chi tradisce! Questo non è soltanto uno slogan, ma è molto di più. Significa che i tifosi valgono più dei calciatori, che la nostra bandiera è sacra! Purtroppo i giocatori di oggi sono abituati troppo bene e non hanno mai visto una contestazione come si deve. Abbiamo contestato a duro muso Chinaglia, Nesta, Mihajlovic (per citarne solo tre), monumenti della nostra storia. Siamo entrati negli spogliatoi, a Tor di Quinto e Formello perché qualche giocatore, anche molto più blasonato di uno proveniente da Chievo e Sassuolo, ci aveva mancato di rispetto.
E dovremmo lasciar passare il gesto e il menefreghismo di un calciatore che ha dimostrato di schifare di un’intera tifoseria? Acerbi ha zittito la curva nella partita scorsa dopo mesi di sostegno a oltranza, Oggi aveva l’occasione, da uomo, di scusarsi sotto al settore ospiti occupato da 3mila tifosi Laziali. A fine partita invece, come un coniglio, mentre gli altri giocatori sono venuti ad esultare con noi, lui se ne è andato via. Si è tirato indietro quando sarebbero bastate scuse sincere. A noi che Acerbi sia un giocatore importante per la rosa della Lazio non importa nulla. Per noi contano il sudore, la grinta e il rispetto. Ecco perché, da oggi, Francesco Acerbi non è più gradito qui a Roma. Fino a quando sarà qui, verrà fischiato, In ogni partita! E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai. ACERBI VATTENE! Ultras Lazio.
Sul caso Acerbi, il web si spacca
La questione infiamma ovviamente il web. In molti non accettano il comunicato e l’atteggiamento degli Ultras della Lazio. C’è chi scrive: “Per quanto io ultimamente non tolleri Acerbi non mi troverete mai d’accordo con chi si elegge a padrone di Roma e fa comunicati che parlano a nome di tutti scegliendo chi è o non è il benvenuto” e ancora: “Al netto degli atteggiamenti di Acerbi, non è da persone normali andare in trasferta e fischiare un proprio giocatore che ha appena fatto gol. Quando avete in mente robe simili, statevene a casa che fate meglio”, “Comunicato farneticante“, “State bruciati de cervello”.
Ma non manca chi condivide il pensiero degli Ultras: “Condivisibile o no, è firmato. Un professionista che viene sostenuto, sempre, non può fare quei gesti. La Lazio è del suo popolo. E riguardo le vecchie contestazioni è verità”, o ancora: “Quindi se uno dice una ca**ata e non ci rispetta va bene tutto e non può essere contestato… Manco per niente, io pago e faccio ciò che voglio altrimenti questi faranno sempre i loro comodi salvo scuse finte post gara false come banconote…”, “La Lazio sopra qualsiasi cosa… Abbiamo contestato e preso di petto giocatori ben più importanti, queste femminucce non possono permettersi di prenderci per il c*lo”.