Sognare non costa nulla, ma qui c’è bisogno di farlo in tanti. Perché Jannik Sinner ha dalla sua una bravura e una capacità di competere ad alti livelli come poche se ne vedono in giro per il circuito, ma per pensare di mettere le mani sull’ultimo slam della stagione ci sarà bisogno davvero di spingersi oltre i propri limiti.
L’avventura dell’altoatesino negli US Open partirà stanotte intorno all’1 italiana (potrebbe anche slittare di qualche minuto) contro il tedesco Yannick Hanfmann, classe 1991, col quale non ci sono precedenti in carriera e che a detta di molti rappresenta un ostacolo tutt’altro che morbido per atterrare sul suolo di Flushing Meadows.
- Hanfmann predilige la terra
- Le sensazioni di Jannik
- Sinner va oltre i numeri
- Le prospettive dell'altoatesino
- Il sogno della rivincita contro Alcaraz
Hanfmann predilige la terra
Sarebbe però esagerato pensare che Sinner non possa recitare il ruolo di favorito che il ranking gli attribuisce, pensando al fatto che si troverà davanti al numero 54 del mondo: Hanfmann non va sottovalutato, ma predilige da sempre la terra, superficie nella quale ha ottenuto le uniche due finali ATP in carriera (entrambe perse: nel 2017 a Gstaad contro Fognini, nel 2018 a Kitzbuhel contro Kecmanovic).
E sul cemento, dove ha una percentuale di vittorie del 51% (Sinner è al 69%) ha perso entrambe le gare disputate in questa estate nordamericana, contro MacDonald a Cincinnati e contro Cerundolo a Winston-Salem. Insomma, va bene la prudenza, ma pur sempre da usare con intelligenza e raziocinio.
Le sensazioni di Jannik
Le quasi due settimane di tempo trascorse dalla battuta d’arresto di Cincinnati contro Lajovic sono servite a Jannik per mettere a punto tanti dettagli che dopo la travolgente settimana di Toronto giocoforza non avevano avuto il tempo necessario per essere messi al loro posto.
A Cincinnati ho trovato condizioni totalmente differenti rispetto alla settimana precedente e ho fatto fatica, complice anche un po’ di stanchezza. L’uscita anticipata mi ha permesso però di allenarmi con continuità e la cosa potrà tornarmi utile qui a New York, dove so che le aspettative saranno elevate.
Sinner va oltre i numeri
Il ricordo del match point sprecato nei quarti dell’edizione 2022 contro Alcaraz è ancora fresco nella memoria di Sinner, che magari troverà una motivazione extra per provare a spingersi un po’ più in là di ciò che i numeri dicono.
Ricordo perfettamente quel rovescio incrociato che poteva cambiare il destino di quel torneo, ma è tempo di voltare pagina e guardare avanti. Mi porto dietro un bel ricordo di quel match, uno dei più belli ed emozionati che ho giocato in tutta la mia vita, e stare qui a parlarne a distanza di un anno lo rendo ancora oggi speciale. Ma il presente racconta un’altra storia: mi sono allenato bene nei giorni scorsi, ho fatto tanto lavoro atletico ma mi sono preso del tempo anche per riposare un corpo che ho spinto tanto al limite nelle scorse settimane. In uno slam le partite possono cambiare da un momento all’altro, si gioca sulla distanza dei 5 anziché dei 3 set, e dunque la tenuta fisica diventa un fattore. Ma con Vagnozzi e Cahill abbiamo lavorato anche su alcuni aspetti del gioco, provando a fare qualche cambiamento sul servizio e sul rovescio.
Le prospettive dell’altoatesino
Il debutto con Hanfmann servirà per tirare una linea e mostrare al mondo che Jannik è davvero centrato sull’obiettivo. Mettere le mani sugli US Open significherebbe alzare a dismisura l’asticella, e visto il tabellone che potrebbe presentarsi ai suoi occhi (Sonego al secondo turno, Wawrinka al terzo, Zverev negli ottavi e Alcaraz ai quarti, più Medvedev in semifinale e Djokovic in finale) riuscire a conquistare il trofeo significherebbe consegnare all’altoatesino un pass diretto per l’olimpo del tennis contemporaneo.
Di sicuro avrebbe preferito finire nella parte bassa del tabellone, quella che ha visto eliminato già nel primo turno Holger Rune (tutti davano la testa di serie numero 4 come l’anello debole del seeding: profezia abbondantemente rispettata), ma per arrivare fino in fondo c’è comunque da battere i migliori, indipendentemente dal ranking o da ciò che il passato racconta.
Il sogno della rivincita contro Alcaraz
Sinner però un pensierino ad avanzare almeno fino alla semifinale l’ha fatto: tolto Wimbledon, in tutti gli altri slam non ha mai superato lo scoglio dei quarti di finale. Sognare una rivincita con Alcaraz non è proibito, ma la strada da percorrere prima sarà comunque insidiosa e complessa.
Già contro Hanfmann, a patto però di non esagerare con i timori: il tedesco avrà grinta ed esperienza da vendere, ma Sinner ha molto più talento e consapevolezza dei propri mezzi. E giura di aver imparato a memoria “Tu vo fa l’americano”, giusto per calarsi ancora meglio nella parte. New York è avvisata: Jannik ha intenzione di restare in città per parecchi giorni.