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Variante Delta, no a Wembley, critiche: Italia opta per la superbolla

Andata e ritorno in 30 ore e poco più, allenamento cancellato per manutenzione del manto erboso di Wembley, caso BLM: le difficoltà dell'Italia alla vigilia dell'Austria

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A manifestare preoccupazione (se non sconcerto) per primo in merito alle trasferte a Wembley è stato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, considerate le curve in crescita in materia di contagi e ricoveri in Gran Bretagna. Un’ansia condivisa e che attanaglia il gruppo azzurro, costretto a rivedere il proprio programma, in questa delicata fase di Euro 2020. L’Italia calcistica si ritrova a misurarsi con le implicazioni del primo Europeo post pandemia e anche primo torneo itinerante: un progetto commerciale e di marketing interessante, ma prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19.

I cambiamenti imposti all’Italia: il caso Wembley

La trasferta per spostarsi da Coverciano a Londra, dove gli azzurri scenderanno in campo nella cornice dello stadio di Wembley contro l’Austria per gli ottavi di Euro 2020 è stato accompagnato da un sforzo importante, considerate le difficoltà e le oggettive complicazioni derivanti anche dalla volontà di preservare il campo di Wembley.

Insomma, il rinvio della partenza legato all’indisponibilità della struttura a causa di interventi sul manto erboso che dovrebbero migliorare la qualità del terreno di gioco, sommata alla crescente preoccupazione per la variante Delta che si sta diffondendo in Inghilterra e che imporrà una superbolla rispetto ai protocolli già in essere e una ripartenza lampo sono fattori che non aiuteranno né Mancini, né gli azzurri.

Inoltre, la decisione o non decisione di aderire alla scelta di altre nazionale di inginocchiarsi comporterà ulteriori tensioni, sia sul piano civile sia su quello politico come è inevitabile viste le premesse e le dichiarazioni seguite alla confusione andata in scena all’Olimpico all’avvio della sfida con il Galles. Allora 5 azzurri decisero di inginocchiarsi, mentre gli altri – quasi confusi – li osservavano mentre erano a terra.

Il programma dell’Italia, la superbolla

La vigilia della partita con l’Austria non è paragonabile a nessun incontro precedente: sarà un match sicuramente combattuto, ma legato a premesse complicate come l’allontanamento da Coverciano e un rientro in tempi ristrettissimi, inevitabili critiche e osservazioni che alcune scelte, tecniche e di organizzazione e di posizione, comporteranno. E anche in questa circostanza, sarà il ct Roberto Mancini che dovrà mantenere compatto il gruppo, filtrare e chiudere in una sorta di enclave protetto i suoi.

Secondo il programma, l’Italia doveva partire per Londra questa mattina intorno alle 10, una soluzione che avrebbe permesso al gruppo azzurro di prendere confidenza con lo stadio di Wembley con il primo allenamento nel pomeriggio ma la decisone di intervenire sull’erba ha stravolto i piani su imposizione della Uefa. Una situazione che ha costretto il ct a anticipare l’allenamento al mattino, a Coverciano e a rinviare la partenza per Londra nel pomeriggio.

Il piano serrato dell’Italia di Mancini

Dopo l’arrivo, sopralluogo e conferenza stampa. Sabato il grande giorno: la sfida degli ottavi di Euro 2020 contro l’Austria. Nel mezzo nulla che possa sfiorare la superbolla azzurra, per evitare contatti in una fase molto delicata nella Gran Bretagna che ancora tentenna sulle riaperture per via della crescita della variante Delta che sta preoccupando gli esperti, oltre alle autorità inglesi ed europee.

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