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Veleni e sospetti su Jacobs: il Tweet del giornalista del Times

Accuse velate, sarcasmo e ironie: dal Regno Unito dubbi sull'impresa del velocista italiano dopo la pubblicazione di un post sui social network.

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L’impresa di Marcell Jacobs ha fatto impazzire gli italiani. E non solo. Il re dei 100 metri a Tokyo ha ottenuto elogi e celebrazioni sulla stampa di tutto il mondo. È lui l’erede di Usain Bolt, potrebbe essere proprio lui a scrivere pagine memorabili di storia dello sprint anche nelle prossime edizioni dei Giochi, ai Mondiali oppure nelle altre kermesse più importanti dell’atletica. Eppure, tra tanti elogi, spicca qualche voce contraria. I veleni e i sospetti sulle straordinarie performance del velocista italiano, infatti, non mancano.

Oro Jacobs, il sarcasmo del cronista inglese

Forse memori della recente disfatta nella finale degli Europei di calcio, forse delusi per la squalifica per falsa partenza dell’unico portacolori del Regno Unito nella finale dei 100 metri, Zharnel Hughes, sono stati soprattutto gli inglesi a innescare polemiche e a sollevare dubbi sulla rapidissima ascesa di Jacobs. In particolare, il portabandiera dei sospettosi è un ex cronista del Daily Mail passato di recente al Times, Matt Lawton. Ecco il suo Tweet ‘perfido’, in cui il giornalista fa ampio ricorso al sarcasmo: “Il nuovo campione olimpico dei 100m, Marcell Jacobs, è sceso sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso in 9.84 la semifinale e 9.80 la finale. Ah, bene…”.

Jacobs re dello sprint: i dubbi dei britannici

Tante le risposte al Tweet. “Merito delle scarpe magiche?”, chiede un follower. “Letteralmente incredibile. Infatti non ci si può credere”, punge un altro. “A causa del Covid sono diminuiti anche i test”, accusa un altro utente. Altri fanno esplicito riferimento al doping: “Siringhe, punture, sostanze vietate”. Pochi quelli che si schierano con Jacobs: “Sapete che rischiate una denuncia per diffamazione?”. Mentre c’è chi sottolinea: “Chiunque vinca una medaglia è sottoposto automaticamente a test rigorosi subito dopo la gara. Tutto ciò dovrebbe stoppare immediatamente le discussioni e il chiacchiericcio sull’assunzione di sostanze dopanti”.

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