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Volley femminile, Italia-Polonia 3-0: Egonu e compagne da paura, Velasco subito in finale di Nations League

Un'Italia da impazzire al cospetto delle forti polacche: Egonu ne fa 22 e trascina le compagne in finale, dove domani sfideranno una tra Giappone e Brasile.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Signori, questa è grande Italia: demolisce 3-0 la Polonia, ricambiandole il favore ricevuto nella gara inaugurale della week 1 della VNL, e vola in finale dove domani sfiderà una tra Giappone e Brasile, impegnate nel pomeriggio nella seconda semifinale. Ma è evidente che se queste sono le premesse, tutte dovranno fare i conti con le azzurre di Velasco. Che dominano oltre ogni ragionevole dubbio (25-18, 25-17, 25-12), dimostrando di aver trovato in fretta la formula giusta per spingersi verso lidi inesplorati. E soprattutto, di aver ritrovato colei che più di ogni altra giocatrice può cambiare il corso degli eventi.

Egonu viene da un’altra galassia: Velasco gongola

Perché da quando è tornata in azzurro, Paola Egonu s’è rivelata essere di un’altra galassia. Anche le polacche, che non se l’erano trovata contro nella gara disputata un mese fa, hanno capito che contro questa Paoletta c’è poco da fare: dominio imbarazzante in attacco, atteggiamento decisamente convincente a muro, più turni di servizio ficcanti e mai banali.

L’Italia gira intorno a Egonu, ma trascinate dalla loro leader tutte riescono a offrire il meglio di sé: Myriam Sylla sembra tornata su livelli che non si vedevano da tempo, Alessia Orro tanto in cabina di regia quanto in difesa (5 muri punto: oh ragazzi… fa la palleggiatrice…!) dimostra di essere un fattore a tutti i livelli e anche le nuove leve (Degradi ma anche Antropova) quando chiamate in casa dimostrano di saperci stare su questo palcoscenico.

Velasco così se la gode tutta: sarà pur vero che la Polonia veniva dalla battaglia vinta al quinto set contro la Turchia il giorno prima, ma il divario contro questa versione azzurra è parso troppo evidente. E tale da far pensare che la strada sia quella giusta.

Sylla gioca da veterana, De Gennaro non fa cadere nulla

La sete di riscatto delle azzurre dopo le ultime due battute d’arresto subite contro le polacche ha fatto il resto. Velasco in avvio non ha fatto cambi: Orro ed Egonu, Danesi e Fahr, Sylla e Bosetti più De Gennaro libero. Sylla commette forse il suo unico errore di serata in ricezione in avvio di partita, consegnando il primo mini break alle rivali, ma un 5-0 di parziale con in mezzo i muri di Fahr e Orro rimette subito in carreggiata le italiane. Che sembrano padrone delle operazioni, soprattutto dominanti in mezzo alla rete, tanto che i muri già nel primo parziale si sprecano.

Stysiak è altalenante in attacco e le alzate di Wolosz non producono l’effetto sperato, tanto che coach Lavarini (futuro tecnico di Milano) prova a fermare a più riprese il match, ma senza ottenere granché. Egonu in attacco è devastante: mette giù 6 palloni e indirizza la partita sui binari desiderati. L’unico piccolo neo è la prova opaca di Bosetti, che Velasco sostituisce con Degradi sul 20-17 dopo un timeout. Alice garantisce più stabilità e il 25-18 viene via senza sussulti.

E’ anche l’Italia delle giovani: Degradi convince

Degradi resta in campo anche in avvio di secondo set, che l’Italia apre con un 3-0 col quale mette subito alla frusta le polacche. Che faticano a trovare continuità, sebbene in ricezione qualche pallone difeso male dalle azzurre riconsegna a Wolosz e compagne la parità a quota 8. Ma appena Sylla e le altre accelerano il divario torna a farsi ampio: 5-1 di parziale e set in ghiacciaia, anche perché Degradi comincia a entrare in ritmo (Velasco la lascia in campo) e quando la palla arriva a Egonu il finale è già scritto, come dimostrano gli 8 palloni messi a terra su 11 tentativi.

La Polonia si sfalda nuovamente e il 25-17 col quale si chiude il set la dice lunga sulla superiorità delle azzurre. Che nel terzo tengono bene all’iniziale tentativo di partenza forte delle rivali, letteralmente ribaltate dal 4-0 di parziale orchestrato da Egonu (3 punti) e Sylla col quale le azzurre scappano sul 12-7. Le polacche provano a restare attaccate (si difende alla morte su ogni pallone), ma alla fine basta poco all’Italia per tenerle con la testa sotto l’acqua: Degradi, Fahr (a muro) e Sylla firmano un altro mini parziale di 3-0 che di fatto fa spegnere la luce alle avversarie, anche perché Egonu e Degradi escono dall’ennesimo timeout segnando in tutti i modi (di potenza Paoletta, s’astuzia Alice) e sul 20-10 la finale è ormai dietro l’angolo.

Chi la chiude la contesa? Una lodevole Sylla, naturalmente a muro (12-2 il computo di giornata: 25-12 il punteggio finale del terzo set…). Insomma, questa Italia è di un altro pianeta. E tutte le rivali per la corsa all’oro, tanto a Bangkok quanto a Parigi, farebbero bene a prendere appunti.

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