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Volley, oro Francia: Giani il primo della 'Generazione di Fenomeni' a vincere le Olimpiadi. E ora tifa Velasco

La maledizione delle Olimpiadi non è più tale per il Ct dei Bleus, primatista per presenze nella Nazionale azzurra: 3-0 al Polonia. E ora tocca al suo ex tecnico Velasco.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Julio Velasco non vuol sentirne parlare, eppure il “tabù Olimpiadi” per l’Italia del volley c’è eccome. I ragazzi della sua “Generazione di Fenomeni” porteranno per sempre sulle spalle il fardello delle clamorose sconfitte di Barcellona 1992 (nei quarti con l’Olanda) e di Atlanta 1996 (in finale sempre coi Tulipani). Uno di loro, però, adesso può finalmente urlare al cielo di averlo spezzato, questo tabù. Si tratta di Andrea Giani, l’universale di quella fantastica Nazionale, un campione capace di giocare con profitto da centrale, da opposto o addirittura da schiacciatore. Da oggi la maledizione delle Olimpiadi non è più tale per lui. Ha vinto l’oro. Ha trionfato con la sua Francia.

Olimpiadi, il trionfo di Giani con la Francia

Giani è il Ct dei transalpini dal 2022. Si è accomodato sulla panchina dei campioni olimpici in carica, che sembravano giunti alla fine di un ciclo. Invece a Parigi, sul parquet di casa, è arrivato un fantastico – e forse inatteso – bis. In cui la mano del tecnico napoletano, classe 1970, primatista per presenze nella Nazionale azzurra, si è vista tutta. Un lungo cammino, quello dei Bleus. Cominciato in sordina (secondo posto nel girone, dopo la sconfitta con la Slovenia) e proseguito in crescendo: sofferto successo sulla Germania nei quarti, poi la schiacciante vittoria in semifinale sull’Italia e quindi un altro 3-0 alla fortissima Polonia in finale. In cui, oltre a Giani, c’è stato spazio per un altro pezzettino d’Italia: il primo arbitro Stefano Cesare.

Polonia dominata in finale, proprio come l’Italia

Partita senza storia, quella contro i polacchi. Come del resto non aveva avuto storia il match con l’Italia. Se con gli Azzurri dell’amico Fefè De Giorgi erano stati Ngapeth e Clevenot i primattori, nella finale con la Polonia di Nikola Grbic la differenza l’ha fatta soprattutto uno scatenato Patry, autore di 17 punti. Clevenot s’è “limitato” (si fa per dire) a 11 punti, Ngapeth addirittura a 8, gli stessi di Chinenyeze. Una Francia “versione Giappone” in difesa e micidiale in attacco, in battuta, a muro. I fondamentali su cui più aveva lavorato Giani in preparazione del torneo olimpico. I parziali: 25-19 nel primo set, 25-20 nel secondo e 25-23 nel terzo, il più combattuto.

Giani, le polemiche e l’attacco dopo Francia-Italia

Giani in Paradiso, dunque. Il primo tra tutti gli Azzurri della “Generazione di Fenomeni” a rompere l’incantesimo olimpico. Il primo tifoso, nella finale di domani del torneo femminile tra Italia e USA, del suo ex allenatore, Julio Velasco, e di un suo vecchio compagno, Lorenzo Bernardi, “assistente di lusso” del Ct dell’Italvolley insieme a Massimo Barbolini. Giani che dopo la vittoria sull’Italia (maschile) in semifinale aveva attaccato la Lega Volley per il dogma del “doppio incarico” che impedisce a chi guida una Nazionale di sedere su una panchina di club tricolore (salvo pagamento di una robusta penale). Qualcuno l’ha preso a male il suo sfogo, con appello rivolto addirittura al presidente Mattarella. E se invece avesse ragione lui?

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