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Volley, Velasco ha ridato vita a una nazionale "divisa". Il ruolo di Egonu, il riscatto di Fahr e De Gennaro

In meno di due mesi, Julio Velasco ha riportato l'Italia del volley femminile in cima al mondo. Egonu adesso si diverte, ma tutto il gruppo funziona (inclusa Antropova)

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Si parla tanto di innovazione e cambiamento, ma nel volley italiano al femminile c’era forse bisogno soltanto di restaurare. E Julio Velasco ha dimostrato che quello è un ruolo che gli si addice in modo particolare: Giuseppe Manfredi l’ha voluto a tutti i costi sulla panchina della nazionale per rimettere a posto certi automatismi che non funzionavano più a dovere e il vate di La Plata ha impiegato appena un mese e mezzo per mandare un primo segnale forte. Perché non è tanto la vittoria nella VNL a dare conto del lavoro svolto: Velasco ha rimesso in carreggiata una nazionale che era uscita con le ossa rotte dall’ultima estate, lanciandola in una dimensione che in passato era stata soltanto annusata, ma mai davvero arpionata.

Il ruolo di Egonu: leader, ma senza alcun privilegio

Velasco ha fatto le cose semplici: ha guardato in faccia le sue giocatrici, spiegando loro che divisioni, invidie e malelingue potevano e dovevano restare fuori dalla porta. Ha messo tutte sullo stesso livello, assegnando però a ognuna di loro il ruolo che più le competeva. Egonu, ad esempio, l’ha trattata da leader, sebbene senza far pesare la cosa sulle compagne: che sarebbe stata lei l’opposto titolare lo si era capitato già a novembre, nei giorni della burrascosa presentazione (perché lo strappo con la UYBA non fu affatto indolore).

Il campo ha dimostrato che quella era la cosa giusta da fare e le due partite con la Polonia lo hanno fatto vedere in modo lapalissiano: netto ko. al debutto a metà maggio (senza Egonu), comodo 3-0 in semifinale con Paoletta a lanciare granate da ogni lato del campo. In mezzo, una trasformazione lampante che ha posto la squadra azzurra di nuovo nei piani altissimi del movimento femminile.

La crescita del gruppo: Orro e Fahr, così si fa!

La crescita è stata lampante e ha coinvolto tutto il gruppo: Orro non è mai stata così centrale nel progetto azzurro (clamorosi i 5 muri stampati in faccia alle polacche), Sylla s’è ritrovata strada facendo, Fahr ha ricordato a tutti quanto fosse mancata a questa nazionale, e lo stesso dicasi di Moki De Gennaro. Bosetti, al netto del problema al polpaccio che l’ha frenata nell’ultima settimana, è stata spesso un fattore e non mancherà di dimostrarlo quando sarà necessario.

Anche la scelta di affidare la fascia di capitano ad Anna Danesi ha pagato dividendi: ciò ha tolto pressione dalle spalle di Sylla e ha permesso alla centrale (futura compagna di Myriam a Milano) di alzare la propria leadership. Il fatto stesso che non si sia avvertita l’assenza (pesante) di Elena Pietrini testimonia quanto questo gruppo abbia saputo fare quadrato: Degradi è una schiacciatrice affidabile che ha saputo sfruttare la situazione. Chiaro però che il vero valore aggiunto è avere Antropova in uscita dalla panchina: Kate avrà un ruolo meno centrale, ma ha dimostrato di saper incidere interpretando al meglio la sua nuova dimensione.

La VNL non è stata solo una vetrina: a Parigi per l’oro

Verso Parigi, le ambizioni di medaglia non possono che risultare maggiorate. Velasco in una cinquantina di giorni ha ridato un volto a una nazionale che era uscita con le ossa rotte dalle polemiche e dalle discussioni dell’estate passata. Su questo la FIPAV ha avuto ragione: affidare un gruppo tanto “complesso” a un guru della comunicazione (oltre che signor allenatore) è stata la mossa più azzeccata.

Chiaro però che la controprova la si potrà avere soltanto alle olimpiadi: la VNL è stata un banco di prova allenante, ma i conti (quelli veri) si faranno a Parigi, e li dovranno tornare. Sulla carta però, tolte USA e Serbia (che erano senza Plummer e Boskovic), tutte le altre nazionali hanno affrontato il primo torneo della stagione praticamente a ranghi completi, incapaci però di arginare l’ondata azzurra. Insomma, la maggior parte delle avversarie l’Italia le ha già messe dietro, anche se la bravura dovrà essere quella di mantenere questo livello di forma fino a inizio agosto.

De Giorgi resta con i giovani: venerdì il quarto con la Francia

Per una nazionale che pensa in grande, ce n’è un’altra che al momento ha preferito dare spazio ai giovani e far riposare i big. È quella maschile di De Giorgi, che venerdì prossimo alle 17 sfiderà la Francia di Andrea Giani nei quarti di finale della VNL. La scelta del CT è stata quella di confermare i 14 che hanno affrontato la week 3, mentre i titolari (Giannelli, Romanò, Galassi, Russo, Michieletto, Lavia, Balaso più Anzani) da domani torneranno al lavoro a Cavalese dopo un paio di settimane di break, di fatto cominciando la preparazione verso il torneo olimpico (mercoledì c’è il sorteggio: l’Italia è scivolata in seconda fascia e rischia di ritrovarsi in un girone di ferro con Polonia, Brasile e Germania, ma potrebbe anche andare di lusso in un ipotetico raggruppamento con Francia, Argentina ed Egitto).

Sarà dunque un’Italia futuribile, e non certo chiamata a dover vincere per forza. Ma Fefé ne approfitterà per lavorare con qualche elemento meritevole da subito di una chiamata per i giochi, curioso di vederne i progressi e l’attitudine a stare su certi palcoscenici.

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