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Atletica, Battocletti e Diaz per il riscatto Italia. Nadia: tra lacrime, record e una rivelazione choc. Andy è tricolore

Nadia Battocletti entra nella storia del mezzofondo italiano con l’argento nei 10.000 metri, Andy Diaz conquista il bronzo nel suo debutto con la maglia azzurra

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

La serata per l’Italia non era cominciata nel migliore dei modi con l’ennesimo quarto posto in un’Olimpiade, stavolta appannaggio della staffetta 4×100 maschile che dopo l’oro di Tokyo, ha ceduto lo scettro al Canada e rimane a guardare ai piedi dal podio. Delusione e tanta, prima che in pista scendano prima Andy Diaz che conquista il bronzo nel triplo e poi la nuova stella dell’atletica italiana, Nadia Battocletti, che si prende un argento storico nei 10.000.

Nadia Battocletti: è nata una stella

Lo si sapeva già ma serviva una conferma di “metallo”: ora è arrivata. Ora si può dire senza alcun timore che sia nata una stella, quella di Nadia Battocletti che vola nel mondo del mezzofondo. 24 anni, nata a Cles, piccolo comune nella provincia di Trento. Papà Giuliano è un ex maratoneta e mezzofondista, mamma Jawhara Saddougui è stata ottocentista per il Marocco. Nadia ha preso la resistenza del papà e la capacità di piazzare dei finali da urlo della mamma. Agli ultimi europei di Roma aveva dominato 5000 e 10000, ma si sa che le Olimpiadi sono un’altra cosa. Scendono in campo le ragazze di Etiopia e Kenya e cambia anche la musica. Nei 5000 Nadia arriva a un passo dal podio, con l’ennesimo quarto posto di questa spedizione azzurra, con un bronzo accarezzato per qualche minuto dopo una squalifica e poi scappato via.

Nei 10000 non ci doveva neanche essere, non è la sua gara di elezione su pista. Le condizioni fisiche non perfette non gli permettevano neanche di essere al meglio. Ma le altre gli danno anche una mano, i ritmi non sono clamorosi se non per qualche tratto. E se si arriva in volata, a Nadia devono stare attente tutte. Ai 400 metri finali l’azzurra è ancora in quarta/quinta posizione, in attesa di capire chi si muoverà per prima. Sceglie di stare alla corda e poi apre il gas, negli ultimi 200 metri solo la keniana Chebet riesce a tenerla alle spalle. Alla fine arriva un clamoroso argento con 30’43”35 che vale anche il record italiano. Alle sue spalle l’olandese (di origini etiopi) Hassen, le due keniane Kipkemboi e Rengeruk, ancora più indietro le due etiopi Tsegay e Tsefay. E’ una medaglia che vale tantissimo, molto più di quell’argento che rimane nel medagliere, è nata la stella di Nadia Battocletti che si vuole prendere il mezzofondo mondiale.

La rivelazione: “Non dovevo correre i 10.000”

A fine gara Nadia scoppia in lacrime, si toglie la scarpa destra, zoppica vistosamente a causa di un problema al calcagno che la tormenta da un po’. Ma soprattutto piange e ride contemporaneamente, quasi non si rendo conto di quello che è appena successo. E ai microfoni Rai fa una rivelazione importante: “Ero arrivata a queste Olimpiadi con la voglia di imparare tante cose, il mio focus era sui 5000. Nelle ultime settimane ho avuto un po’ di fastidi e dolori, questa è la mia quarta gara e non era semplice. Per questo devo ringraziare il mio staff medico. Sono arrivata con grande leggerezza, dopo 12 minuti nel riscaldamento ho avuto un problema, avevo tanto male. Anche mio padre che per prima viene la salute e che forse era meglio non correre. Mi hanno messo un tape prima della gara che poi si staccava sempre di più e alla fine mi è finito nella scarpa. Negli ultimi 5-600 metri sono riuscita a tenere gli occhi aperti, e ho detto stavolta non mi scappate. Devo ringraziare tutti gli italiani che mi hanno riempito di affetto”.

Andy Diaz: bronzo come Donati

Basta un salto, il primo ad Andy Diaz per piazzare la misura che vale la medaglia di bronzo. Il triplista si presentava ai Giochi Olimpici di Parigi per la prima volta con la maglia azzurra italiana. I regolamenti non gli avevano permesso di debuttare prima con la sua nuova bandiera, in qualificazione ha sofferto. Ha dovuto aspettare fino alla fine per entrare di fatto come 12esimo e ultimo, ma il 17,64 del primo salto lo proietta subito ad un possibile podio. Meglio di lui fanno lo spagnolo (cubano di nascita) Diaz Fortun con 17,86 e il portoghese (cubano di nascita) Pedro Pichardo con 17,84.

Per Diaz arriva la medaglia di bronzo, come quella che il suo allenatore Fabrizio Donato ha conquistato nel triplo a Londra nel 2012: “Posso solo ringraziare le tante persone che mi sono state al mio fianco all’inizio di questo percorso. Sto vivendo un sogno, la qualificazione mi ha preso un po’ l’ansia di dimostrare. Oggi mi sono lasciato andare, ho vissuto una gara come le altre. Sono contento ma speravo di fare meglio e ora non posso che aspettare le prossime gare”.

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