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L'eredità Agnelli, la lotta giudiziaria tra Margherita e i figli Elkann: le ombre su Marella, i timori su Dicembre

L'inchiesta di report sull'eredità di Marella Caracciolo, le implicazioni su Dicembre e l'assetto ereditario che ne potrebbe derivare. per Elkann e non solo

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Non a caso, Enzo Biagi aveva inserito nel suo celebre Dinastie anche la famiglia Agnelli che – nell’era dell’avvento dell’automobile – aveva intuito con sagacia l’italica capacità di interpretare i mutamenti sociali e i nuovi bisogno intrecciando con leggerezza industria, affari, stile e dolce vita.

Oggi che alla guida di Exor e dell’impero c’è John Elkann, figlio del giornalista Alain e di Margherita Agnelli, quel che rimane dell’eredità della nonna Marella tocca sia lui sia i suoi fratelli. John, detto Jaki, con Lapo e Ginevra uniti e contrapposti alla madre e ai fratelli minori, nati dall’unione con Serge de Pahlen dell’unica erede degli Agnelli dopo il suicidio del fratello Edoardo. Sull’eredità della nonna, nata Caracciolo, sussiste un’annosa e complessa vicenda che ha generato cause giudiziarie, sia in Italia sia in Svizzera che attraversa e lacera i rapporti tra le parti. E potrebbe decidere le proprietà, anche della Dicembre.

Eredità Agnelli: nuovi elementi

Marella Caracciolo, nei conti bancari a lei riconducibili aveva 6,6 milioni. Inoltre possedeva terreni e ville per un valore di mercato di 67 milioni, passando agli immobili e da esperta di arte e appassionata custodiva opere e gioielli dal valore stimato di circa 54 milioni.

Un patrimonio importante che avrebbe lasciato ai tre nipoti Elkann, legatissimi ai nonni Gianni e Marella, morta nel febbraio 2019. Un legame indissolubile, tanto che avrebbe deciso di affidare anche la sua Panda 4×4 del 2013 ai tre fratelli, alla guida della Dicembre. E dunque alle redini dell’impero Agnelli.

In questi elementi nuovi, dettagliati dal Corriere della Sera e abbinati all’inchiesta di Report, si profilano le novità affidate al programma da parte degli investigatori ingaggiati da Margherita.

L’inchiesta di Report e le anticipazioni

Stando a quel che anticipa Report su X (ex twitter), in questa lunga diatriba dalle molteplici declinazioni giudiziarie che vede contrapposta Margherita Agnelli ai primi tre figli e che ha generato non poche conseguenze, anche a cascata e coinvolgendo altre figure, sarebbero emerse novità interessanti.

Uno dei documenti clou sarà mostrato nella puntata di stasera in onda su Rai 3 a partire dalle 21:20, in una inchiesta che prova a ricostruire il patrimonio della moglie dell’Avvocato, ipotizzando anche quale potrebbe essere il possibile recupero fiscale nel caso in cui fosse accertata la residenza italiana della nonna di John Elkann.

La giurisdizione: il punto focale

Una questione, quella della giurisdizione, su cui si è avvitato una parte importante del ricorso della figlia (Italia o Svizzera) oggetto della causa civile a Torino che vede Margherita Agnelli contrapposta ai suoi tre figli Elkann.

Se il tribunale stabilisse la propria competenza, sarebbe un punto importante a favore di Margherita che punta a rimettere in discussione l’impianto dell’eredità Agnelli a favore dei figli minori, avuti dopo la separazione dal giornalista Alain Elkann.

Margherita Agnelli Fonte: ANSA

Margherita Agnelli

Il notaio e le accuse sui testamenti

Urs Von Grünigen è il notaio a cui Marella si è affidata per i testamenti e che è tornato al centro della questione eredità, proprio per via delle cause che l’erede dell’Avvocato ha avviato per ridisegnare la distribuzione dei beni. Che cosa si legge nel documento di cui Report è entrata in possesso? Secondo quanto ricostruito, Marella Caracciolo aveva 8 conti bancari con un saldo attivo complessivo di 6,6 milioni di franchi svizzeri (il cambio con l’euro attualmente è alla pari) ma il 95% della liquidità era in soli due conti al Credit Suisse. Gli immobili svizzeri sono quelli noti ma non si conosceva il valore di mercato indicato invece nell’inventario: la villa Chesa Alkyone destinata a John Elkann (39,3 milioni), Cheza Medzi per Lapo (16,8 milioni) e la casa di Lauenen per Ginevra (11 milioni).

Oltre ai preziosi, i gioielli della nobildonna napoletana sposata Agnelli, vi sarebbero numerose opere d’arte e quadri che andrebbero a costituire una componente rilevante della massa ereditaria perché si raggiunge la cifra di 54 milioni.

“Scrive il notaio von Grünigen che nella villa Chesa Alcyon ci sono «quadri e altri beni di valore» per 24 milioni, a Marrakech per 2,8 milioni a Villar Perosa per 1,5 mentre alla voce «Gioielli di Donna Marella Caracciolo» si legge la cifra di 1,3 milioni, per un totale alla data del decesso di 54 milioni. Il mobilio delle case è tutto sommato di valore modesto, solo 1,5 milioni”, riferisce il Corsera.

Il notaio in questione – Urs von Grünigen – è in pensione da un paio d’anni, si dedica all’escursionismo, alla cucina e a difendersi dalle accuse di Margherita sulla falsità dei testamenti.

Nei conti del professionista vengono inseriti anche 33 milioni di crediti verso la figlia ma, all’opposto, risultano iscritti – su richiesta formale dei legali di Margherita – “come voce pro memoria” 98 milioni nelle passività, cioè pagamenti effettuati negli anni dalla stessa Margherita a favore della madre sulla base degli accordi ereditari del 2004. Quegli stessi accordi che Margherita considera nulli. E che generano non solo incertezza e inevitabile distanza, ma la mole indubbia di procedimenti, documenti e carte che in un tempo immane costituiscono la lotta per l’eredità.

La Dicembre e la svolta Elkann del 7 novembre

Come già riferito, il 7 novembre 2022 in un’aula del tribunale di Torino si è tenuta un’udienza, interlocutoria, nella causa sull’eredità Agnelli, storia lunga e dolorosa in un luogo di sofferenza per definizione. Lo stesso giorno, intorno alle 19, in un ufficio del Lingotto, davanti al notaio Remo Morone, viene decisa una «modifica dei patti sociali della Dicembre società semplice».

Sono presenti di persona John e Ginevra Elkann mentre Lapo è rappresentato da Gianluca Ferrero, professionista vicino alla famiglia e a Jaki in particolare, incaricato di subentrare a Andrea Agnelli (cugino degli Elkann), ex presidente della Juventus. Siamo già nel pieno dell’inchiesta Prisma.

Perché la Dicembre è la cassaforte degli Agnelli

La Dicembre era controllata da Gianni Agnelli, l’indimenticabile Avvocato, che nel 1996 fece entrare il nipote con una piccola quota, come primo passo alla guida dell’impero costruito in decenni di auto e politica: il nipote designato (dopo la scomparsa di Giovannino) progressivamente a salire fino al 60%, tra acquisti propri e donazioni della nonna Marella, con Lapo e Ginevra al 20% ciascuno.

Secondo una perizia commissionata mesi fa da Margherita Agnelli, la società degli Elkann valeva 4,6 miliardi nel 2019, anno della morte di sua madre Marella, nonna di John, Ginevra e Lapo. Perizia e data non casuali: Margherita e i suoi figli de Pahlen ritengono infatti, nel più ampio disegno di azzerare ogni atto ereditario e poter ridefinire gli equilibri, di poter rivendicare diritti anche sulle quote di quella società-cassaforte.

La Dicembre gestisce la partecipazione del 38% nell’olandese Giovanni Agnelli bv, l’ex accomandita che raccoglie decine di membri della famiglia Agnelli ormai allargata a numerosi altri cognomi e comanda anche sulla governance e sulle decisioni strategiche di Exor che gestisce i principali investimenti e società riconducibili alla famiglia torinese, da Gedi alla Juventus.

Il 7 novembre viene presa un’unica decisione: prorogare il termine della società dal 2050 al 2060. Quindi non era in scadenza. Il perché e il per come saranno le prossime mosse a indicarne le ragioni che rimangono riconducibili sicuramente agli Elkann.

Lapo e John Elkann Fonte: ANSA

Lapo e John Elkann

L’altra partita in corso

L’altra partita in corso, a Torino tra i corridoi del tribunale, che abbiamo solo accennato prima riguarda poi la causa intentata da Margherita e i suoi figli de Pahlen, assistiti dall’avvocato Dario Trevisan, che hanno chiamato in causa i tre Elkann ritenendo illegittima la successione, a loro vantaggio, prima di Gianni Agnelli, morto nel 2003 e poi di Marella, scomparsa nel 2019. E in mezzo ci è finito anche il notaio von Grünigen che aveva sigillato il volere (contestato dalla figlia) della nonna di tutelare i tre nipoti maggiori.

I legali degli Elkann, Eugenio Barcellona e Carlo Re, hanno sollevato una questione pregiudiziale, cioè la competenza di Torino a giudicare visto che in Svizzera sono in corso procedimenti sulla stessa materia. In estrema sintesi, Italia o Svizzera? La questione è delicata e avrebbe non pochi impatti. Su Dicembre, Exor, Juventus, Ferrari.

Il procedimento in Italia o in Svizzera?

Se vincesse la tesi sostenuta da Margherita, potrebbe vacillare uno dei vecchi capisaldi (il patto successorio) dell’intero impianto dell’eredità Agnelli e, in teoria, la madre degli Elkann potrebbe aspirare alla quota del 50% del patrimonio materno con possibili impatti sugli assetti della cassaforte-società.

Secondo i legali degli Elkann, gli assetti della Dicembre non possono essere messi in discussione e nemmeno gli accordi originari onnicomprensivi di Margherita sull’eredità dell’Avvocato e sulla rinuncia a quella della madre (in cambio di 1,3 miliardi).

La rivendicazione di Margherita Agnelli

Che cosa rivendica, poi Margherita? Secondo quel che è stato riferito a suo tempo dallo stesso Corriere, i dubbi delle figlia sarebbero scaturiti dal fatto che all’epoca della stesura dei testamenti “non ne potesse comprendere la portata” e che per motivi di salute fosse “minata nella sua effettiva capacità naturale a testare”. Inoltre le tre versioni del testamento svizzero del 2011, 2012 e 2014 sarebbero invalide per vizi di forma: notaio e testimoni non parlerebbero l’italiano e Marella non parlava il tedesco, è sbagliata la data di nascita, le firme sono tremule, l’ultima non riconoscibile. A supporto ha presentato perizie grafologiche. Inoltre i suoi avvocati avrebbero chiesto che fosse ammessa una querela di falso del testamento, richiesta tecnica ma che assume un valore, un suo peso in questa diatriba.

Le iniziative giudiziarie promosse in Svizzera nei riguardi del notaio sono state respinte e secondo quel che ha prodotto e portato avanti, nel corso di queste cause, Marella Caracciolo era pienamente capace di intendere e volere al momento della firma, convalidata dal notaio.

Stasera un nuovo capitolo, gli atti contestati e le testimonianze di quanto raccolto dagli investigatori incaricati da Margherita Agnelli, in lotta contro i tre figli Elkann per questo patrimonio che supererebbe, così, i 150 milioni.

L'eredità Agnelli, la lotta giudiziaria tra Margherita e i figli Elkann: le ombre su Marella, i timori su Dicembre Fonte: ANSA

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