E sono quattro. Dopo Domenico Tedesco e Vincenzo Montella, rispettivamente al timone di Belgio e Turchia, altri due ct italiani hanno staccato il pass per Euro 2024: Francesco Calzona e Marco Rossi, che guidano Slovacchia e Ungheria. Manca l’ultimo, il più importante: Luciano Spalletti. Per un pokerissimo tutto da gustare.
- Slovacchia e Ungheria a Euro 2024: i trionfi di Calzona e Rossi
- Chi è Calzona: una vita da secondo prima della grande chance
- Marco Rossi: dalle minacce a Cava alla svolta in Ungheria
Slovacchia e Ungheria a Euro 2024: i trionfi di Calzona e Rossi
Con 19 punti e una serie di quattro successi di fila nel Gruppo H, la Slovacchia di Calzona, in cui gioca il napoletano Lobotka, ha raggiunto la fasi finali dell’Europeo in programma in Germania. Un exploit meritato per il 55enne allenatore di Vibo Valentia, storico vice di Maurizio Sarri e per un breve periodo, nel 2021/22, anche di Spalletti.
Pensate: dopo l’esonero di Rudi Garcia, in tanti – a Napoli – avrebbero voluto proprio Calzona sulla panchina della squadra campione d’Italia. Sorride anche Marco Rossi, imbattuto e primo nel Gruppo G: il suo bilancio è di quattro vittorie e tre pareggi.
Chi è Calzona: una vita da secondo prima della grande chance
Quando si dice la gavetta. Ne ha fatta tanta, anche troppa, Calzona. Dalla Castiglionese, Promozione toscana, ad oggi sono trascorsi vent’anni. Gli inizi sono stati duri, tanto da dover lavorare anche come rappresentate di caffè. L’amicizia con Maurizio Sarri gli ha consentito di accompagnarlo nel corso delle sue avventure a Alessandria, Sorrento, Arezzo, Empoli e Napoli, prima di fare da vice a Spalletti e accettare, poi, l’offerta della Slovacchia.
Grazie a un ‘intermediario’ conosciuto alle falde del Vesuvio: Marek Hamsik. La Gazzetta svela un retroscena: Calzona ha chiesto consiglio proprio a Marco Rossi. Che non esitato nel rispondergli: “Accetta subito”.
Marco Rossi: dalle minacce a Cava alla svolta in Ungheria
Seconda qualificazione di fila a un Europeo per Marco Rossi, che si è consacrato sulla panchina dell’Ungheria, dov’è in carica dal 2018. A Budapest è stimatissimo, tanto da avere un rapporto speciale col primo ministro Viktor Orban (“ma parliamo solo di calcio”). Eppure qui in Italia le cose non erano andate affatto bene. L’allenatore di Druento non ha mai fatto mistero di ciò che ha patito per arrivare dov’è arrivato.
Alla Scafatese, ad esempio, non è mai stato pagato. Ma è a Cava de Tirreni che ha vissuto un autentico incubo. Già, ha subito minacce ed è successo “qualcosa di ancora più abietto e schifoso: sputare in tribuna su mia moglie e mia figlia”. Calzona e Rossi, dopo Montella e Tedesco: manca solo Spalletti. E la cinquina sarebbe servita.