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Euro2024, Caressa e il disastro Italia: la profezia del 2014 e l'analisi sugli errori di Spalletti e Gravina

Per il telecronista Sky quella di Euro2024 è stata un'esperienza umiliante per il calcio italiano: ma nulla di nuovo sotto il sole, egli stesso nel 2014 aveva previsto tutto.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Fabio Caressa era stato facile profeta di sventure dieci anni fa, quando aveva prefigurato uno scenario a tinte fosche per il calcio italiano. Gli Azzurri erano stati appena eliminati al primo turno dal Mondiale brasiliano del 2014, ultimo atto della gestione Prandelli: sembrava un incidente di percorso, invece era un chiaro indizio del clamoroso declino di tutto il movimento calcistico nazionale. All’indomani della mortificante eliminazione agli ottavi degli Europei per mano della Svizzera, quel vecchio filmato sui giovani italiani sottovalutati nelle scuole calcio è tornato virale su internet. Ma il diretto interessato, più che guardare al passato, prova a decifrare il futuro.

Euro2024, flop Italia: l’analisi a freddo di Fabio Caressa

In un video diffuso sul suo canale Youtube, il telecronista Sky si lancia in quella che definisce “un’analisi a freddo”. Schietta, meditata, ma non per questo meno tranchant. “È stata una partita umiliante e non voglio sentire scuse del tipo che al calcio italiano mancano i giovani”, esordisce Caressa. “A questi Europei non eravamo i più vecchi e abbiamo perso con la Svizzera. Ci sono evidentemente altre motivazioni dietro questo ko. Strutturali, perché da anni sono annunciate novità che non vedo. E tecnico-tattiche”. La popolare voce di Sky forse si aspettava un atto di responsabilità: “Dare le dimissioni non è scappare. Significa prendere atto degli errori, non sono dovute e neanche necessarie, ma sono una presa di coscienza. Un istituto rispettabilissimo”.

La profezia del 2014 e la situazione di oggi: le scuole calcio

Per il telecronista quello dei troppi stranieri nei vivai è un falso problema: “Il problema stranieri c’è dalla legge Bosman, ma ce l’hanno pure gli altri. E non è neanche una Nazionale vecchia la nostra. Mi chiedo: quanti hanno i soldi per mandare i figli nelle scuole calcio? La domanda è legittima, perché se la risposta è quella che temo la prima selezione diventa una selezione sociale e questo non è ammissibile. Seconda questione: le scuole calcio devono produrre calciatori e non tattici. Basta coi filosofi, si parla solo di tattica e non più di tecnica. Senza tecnica non si fanno più giocatori. Se perdiamo con la Spagna è perché Yamal e Nico Williams non li prendiamo mai. In Spagna nelle giovanili curano la tecnica, non la tattica. Servono borse di studio, aiuti economici, scuole gratuite federali”.

Caressa incalza Spalletti: ecco gli errori più evidenti del Ct

Capitolo Spalletti: “Non si è adeguato e lo sa anche lui, secondo me ne ha preso consapevolezza la notte dopo l’eliminazione. La Nazionale non è una squadra di club, bisogna lavorare in poco tempo, più in fretta e su altri principi, essere più pratici. Bisogna anche cambiare la preparazione probabilmente. Dagli errori si impara, ma il problema non è ringiovanire, rinnovare. Serve un approccio lavorativo diverso perché è un altro tipo di lavoro. Anche tutti questi cambiamenti: cambiare modulo toglie convinzioni ai giocatori. E poi troppe spettacolarizzazioni. I 10 a Coverciano m’era sembrata una cosa inutile, e anche i valori: la playstation no e poi convochi Fagioli? Gli voglio bene al ragazzo, ha pagato e si è riabilitato, ma ha giocato 10′ quest’anno. Non è un fenomeno”.

L’Italia andrà ai Mondiali? La risposta di Caressa è disarmante

La sintesi è abbastanza chiara, secondo Caressa che per la Nazionale agli Europei ha rischiato persino di strozzarsi: “I problemi strutturali vanno affrontati una volta per tutte. Voglio essere sicuro che i migliori giovani possano giocare al di là della loro condizione economica. Spalletti, che è un ottimo allenatore, deve imparare che il mestere è diverso, gli stranieri nel settore giovanile e il poco tempo sono scuse. Bisogna adattarsi più che adattare quando si è allenatori della Nazionale. Con queste cose riusciremo ad andare al Mondiale? Non lo so, bisognerà vedere come cambieranno le cose. Ma basterà non cercare più scuse, alibi e aver capito la direzione dove andare”.

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