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Inter-Juventus, Guida come può arbitrarla dopo aver rivisto maxi-errore in Champions?

Il fischietto campano nel ciclone, la rabbia dell’Atletico Madrid dopo la gara col Lille, il flop di Pairetto al Var e la riflessione di Luca Marelli

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Con che spirito Marco Guida si presenterà sabato pomeriggio a San Siro per arbitrare la partitissima tra Inter e Juventus? L’arbitro campano è nel vortice di una polemica furente per la sua direzione in Atletico Madrid-Lilla di Champions League dove, con la complicità del Var Pairetto, ha commesso un errore madornale.

L’errore di Guida in Champions

Il caso scoppia al 73’ di Atletico Madrid-Lille, gara che ha visto il successo a sorpresa dei francesi anche grazie a un rigore totalmente inventato da Guida che ha scatenato l’ira degli spagnoli e sta facendo ancora discutere. Punito un presunto fallo di Koke, non visto, insieme al VAR, un precedente tocco di mano di un giocatore francese: decisione errata, evidenziata dalle immagini, dalla moviola e dalle stesse parole dell’arbitro riportate direttamente da alcuni giocatori biancorossi.

Dalle immagini si vede chiaramente che in ricaduta non è Koke ma è un giocatore del Lille a toccare con la mano. Dunque, non è possibile che il rigore sia arrivato per quel motivo. Cosa vedono allora Guida e il VAR? L’arbitro italiano sembra voler punire un altro intervento, subito successivo: un contatto di Koke su Andrè, quasi impercettibile, ma condiviso dai colleghi del VAR. Ex fischietti ed esperti moviolisti anche spagnoli si sono scatenati contro l’italiano, evidenziandone la decisione “assurda” per non aver visto nemmeno al VAR cos’era realmente accaduto in area.

La riflessione di Marelli

Su Facebook, con un lungo post, ha detto la sua anche Luca Marelli. Il talent arbitrale di Dazn ricostruisce quanto accaduto: “Al minuto 70 di Atletico Madrid-Lilla, Guida fischia un calcio di rigore a favore degli ospiti per un presunto tocco di mano di Koke. Subito dopo aver indicato il dischetto del rigore e di fronte alle proteste dei giocatori dell’Atletico, Guida indica chiaramente e più volte un tocco di mano, nel contempo dicendo ai calciatori che in sala VAR stavano controllando, invitando alla calma. Il check dura parecchio tempo per poi, alla fine, confermare la decisione assunta in campo. Episodio molto complesso perché ci sono varie versioni di quanto accaduto.

Le colpe di Pairetto al Var

Marelli continua: “Si dice, per esempio, che Guida abbia confuso il tocco di mano di Koke (che non c’è) con un tocco di mano di un calciatore del Lille e che, pertanto, il rigore andasse comunque revocato per questa infrazione. La tesi è infondata, il tocco di mano di Andrè non è punibile: il braccio del giocatore del Lille si trova in posizione naturale, il pallone arriva sul braccio dopo una serie di rimpalli, non c’è alcun aumento del volume né, tantomeno, un movimento volontario verso il pallone. Il tocco di mano di Koke non si vede: soprattutto l’immagine stretta laterale dimostra abbastanza chiaramente che la mano destra del giocatore dell’Atletico passa vicino al pallone senza mai toccarlo. E dunque perché Pairetto non è intervenuto per la revoca del calcio di rigore? Guardando le immagini, ed escludendo il tocco di mano che non c’è stato, l’unica spiegazione che abbia un minimo di logica è che Pairetto abbia confermato il calcio di rigore perché c’era un altro motivo per assegnare la massima punizione.

Vedendo con attenzione le immagini si nota un leggerissimo contatto del piede sinistro di Koke sul piede destro di André. Peraltro posso dirvi che questa è la versione di Simeone (che ha denunciato l’arbitro all’Uefa ndr): gli arbitri gli avrebbero riferito (il condizionale è d’obbligo, dato che nessuno di noi si trovava negli spogliatoi) che il rigore è stato assegnato per un contatto basso. Si nota, infatti, un leggerissimo movimento del piede di André. In sintesi le domande che dobbiamo porci sono due:

1 – escluso il tocco di mano, il contatto tra i piedi è da considerarsi sufficiente per un calcio di rigore?

2 – nel caso in cui un arbitro fischi un calcio di rigore per un motivo ma, in realtà, il calcio di rigore esista per un altro motivo, è corretto confermare la decisione di campo?

Le mie risposte, a queste domande, sono le seguenti:

1 – Il contatto tra i piedi è infinitesimale, difficile immaginare un’intensità minore. Motivo per cui, se anche in sala VAR avessero notato questo contatto, Guida andava richiamato per l’OFR

2 – Domanda spinosa. Il protocollo nulla dice in merito e, a memoria, non ricordo rigori assegnati per un motivo ma, in realtà, fischiati per altra fattispecie. Andiamo, perciò, a logica. Guida fischia il calcio di rigore per un tocco di mano che non c’è. Pairetto vede un tocco sullo scarpino che, con buona dose di forzatura, può portare ad una infrazione. Però rimane il fatto che non possa essere confermato un rigore per qualcosa che non c’è stato (tocco di mano) e, soprattutto, per un qualcosa che è totalmente sfuggito all’attenzione dell’arbitro (un contatto basso nemmeno preso in considerazione da Guida nelle prime spiegazioni ai calciatori).

Non avendolo visto, la valutazione non può essere del VAR ma deve essere dell’arbitro. Pertanto, sulla base della logica, Pairetto avrebbe dovuto richiamare Guida alla OFR per accertarsi che non ci fosse tocco di mano e per lasciare all’arbitro di campo la valutazione di eventuale altro contatto. Ultima nota. Guida è andato a sensazione. Dalla sua posizione (foto 3), era completamente coperto dal numero 4 Ribeiro, perciò ha probabilmente visto il tocco di mano, interpretandolo male (punibile) e, soprattutto, confondendo la squadra di appartenenza (svista evidente).

I precedenti di Guida con Inter e Juventus

Sarà la terza volta di Guida nel derby d’Italia ma ci sono precedenti scottanti. L’anno scorso, nell’1-1 di Torino fu al centro di diverse discussioni per un possibile fallo di Darmian su Chiesa, non fischiato, poco prima del pareggio definitivo di Lautaro. Con la Juve ci sono state spesso frizioni. Tornando indietro con gli anni, fu clamoroso quanto avvenuto il 24/04/2017 in occasione di Atalanta-Juventus. I bianconeri si videro prima assegnare (giustamente) un calcio di rigore per fallo di mano netto di Toloi dal direttore di gara salvo poi vederselo annullare per un’inesistente posizione di fuorigioco di Mandzukic. Il match poi finì 2-2. Ancor più eclatante fu, nella stagione 2012-2013, l’episodio del calcio di rigore non concesso alla Juventus al 93′ in casa contro il Genoa. Cross dalla destra di Lichtsteiner, Granqvist in scivolata colpisce il pallone con il braccio largo e nega a Vucinic la possibilità di siglare il gol vittoria.

Non le mandò a dire l’allora tecnico della Vecchia Signora, Antonio Conte, nel post partita: “Non accetto che si dica dall’assistente che è rigore mentre l’arbitro mi risponde con “non me la sono sentita”. Non esiste una risposta del genere, non è calcio. Avrei accettato che mi dicesse che non l’ha visto ma quando due ti segnalano rigore e tu fai così non va bene“. Chiuse poi Marotta con: “Un arbitro napoletano non dovrebbe venire ad arbitrare la Juventus“. Per quanto riguarda l’Inter si ricorda il 2-2 col Bologna a San Siro della passata stagione quando a far discutere fu la prima scelta presa in occasione del calcio di rigore concesso ai rossoblù. Al 15′ Lautaro trattiene Orsolini in maniera plateale: il fischietto di Torre Annunziata non si rende conto del contatto irregolare e lascia proseguire l’azione senza fischiare salvo poi essere richiamato al Var prima di concedere un calcio di rigore sacrosanto alla squadra all’epoca allenata da Motta. Nonostante questo nessun cartellino giallo per l’argentino, che verrà poi ammonito al 58′.

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