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Inter, ascolta Mkhitaryan: si sente come la regina degli scacchi e sfida la Juve

Il centrocampista nerazzurro ha parlato della lotta al titolo contro i bianconeri e del suo presente e futuro con il club: "Sottovalutato? Pensavano facessi numero"

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Antonio Salomone

Antonio Salomone

Giornalista

Giornalista pubblicista. Lo affascinano, da sempre, le categorie minori e i talenti in erba. Ha fiuto per la notizia e per gli emergenti. Calcio, basket, motori: ci pensa lui

Ciak, si gira: il protagonista è Mkhitaryan e i temi sono molti. Dalla lotta scudetto con la Juve alla sua crescita con l’Inter e il futuro a temi diversi come gli scacchi come un aiuto per migliorare le prestazioni in campo. Il centrocampista armeno ne ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

La lotta scudetto e la strategia Juve

Mkhitaryan ha presentato la propria visione della lotta per lo scudetto. “Ci sono 20 partite, è una corsa a tappe in cui si gioca sempre contro squadre diverse, non solo contro la Juve. Sta lì la differenza, nella costanza in ogni sfida settimana dopo settimana. L’obiettivo per noi è chiaro, sin dall’inizio: è la seconda stella”. L’armeno ha poi spiegato perché Allegri parla sempre di quarto posto: È una strategia, vogliono mettere pressione su noi e il Milan, ma anche loro puntano al titolo: ognuno fa il suo gioco e vedremo alla fine”.

Sui miglioramenti rispetto alla passata stagione: “Anche se abbiamo cambiato tanto, avverto lo stesso clima positivo nello spogliatoio e la stessa mentalità vincente: la forza nell’Inter sta nelle fondamenta solide. Anzi, rispetto allo scorso anno, abbiamo fatto uno scatto nella maturità: abbiamo capito cosa mancava per essere davvero una grandissima squadra. Un po’ di serenità e la giusta esperienza che raggiungi solo con certe partite”.

Mkhitaryan e il centrocampo dell’Inter

Molti parlano del centrocampo nerazzurro come uno dei migliori d’Europa, Mkhitaryan ha le idee chiare: “Penso che sia vero, abbiamo un reparto forte e vario. Tutti parlano di me, Calha e Barella, ma il segreto è che, se gioca qualcun altro, sia Frattesi, Klaassen, Asllani o Sensi, sa cosa fare. Se gli ruberei qualcosa? No, niente perché il bello è la nostra diversità. Siamo ancora più forti insieme, ci completiamo come un puzzle. Ma siamo un puzzle proprio come squadra, tutti siamo utili”.

La Serie A e il futuro con l’Inter

Sulla Serie A: Sottovalutata? Non capisco perché succeda. Già dalla prima partita giocata in Italia, Roma-Sassuolo, mi ha colpito la qualità. E anche i calciatori sono sottovalutati ingiustamente: qua c’è gente forte, dobbiamo essere fieri del movimento. Io sottovalutato? Visto che sono arrivato all’Inter a 33 anni, forse si pensava a me come a uno destinato solo a fare numero e a non essere incisivo. Però, dal primo giorno, ho fatto capire che non volevo perdere tempo e dare un contributo per la vittoria”. Poi sul rinnovo con l’Inter: “Cosa Significa? Che questa è casa e sono felice di abitarci. Parlo di tutto un mondo, non solo i compagni e la società, ma i tifosi e i lavoratori del club: è quel famoso puzzle nerazzurro di cui parlavo… Resterò fino a 37 anni, farò di tutto per avere questa freschezza. Sono stato in grandi club europei e posso dire che l’Inter sta a quel livello lì, nell’élite”.

Il rapporto con gli allenatori e gli scacchi

Mkhitaryan di tecnici ne ha avuti vari durante la carriera: “Tutto è iniziato con Lucescu, poi Mou è stato il più duro, ma era un vero vincente: non vedeva altro che la vittoria. Klopp a Dortmund era uno psicologo. Prima di una rifinitura scommettemmo 50 euro: dovevo segnare 7 volte su 10. Persi e pagai. Il giorno dopo, però, doppietta a Francoforte: «Ora restituiscimi i miei 50…», dissi scherzando. Da quel momento, basta scommesse tra di noi! Con Inzaghi ho un rapporto quasi da amico, anche se conosco la differenza dei ruoli. Ma posso dire che è formidabile e si vede dal suo gioco”.

Poi ha rivelato uno dei suoi segreti, gli scacchi come un gioco per migliorare: Rilassano e fanno pensare. Mi aiutano anche ad essere un calciatore migliore, allenano il pensiero veloce e l’andare sempre in avanti. In generale, preferisco usare meno Instagram e pensare di più. Magari leggere un buon libro: sto finendo l’autobiografia di Beckham e poi inizierò quella di Elon Musk. Rispetto a ieri, negli spogliatoi di oggi c’è meno dialogo proprio per colpa del telefono. Che pezzo di scacchiera sono? Non prendetemi per un arrogante, ma… una regina: vado da tutte le parti!”.

Infine sulla somiglianza con Pippo Franco: “Lo so bene, me lo ripetono ancora adesso. Non lo conoscevo e sono andato a cercarlo su YouTube. La cosa non mi dispiace, anzi spero sia tornato ad essere famoso anche per questo“.

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