Austria-Italia si chiude con la vittoria dei padroni di casa per 2-0 ma, va detto, il passivo poteva essere più rotondo. Schlager in gol dopo 6′, poi un capolavoro di Alaba direttamente su punizione seppure Gigio abbia una dose di responsabilità.
Nella ripresa è lo stesso Donnarumma a salvare in tre occasioni, Azzurri poco lucidi dalla tre quarti in su fino all’ingresso di Chiesa che ha mostrato di essere uno dei pochi calciatori in grado di spaccare le partite. Gli è mancato il gol ma è solo un dettaglio che non inficia con quanto fatto vedere. La nota positiva è senza dubbio lui.
- L'Italia a Vienna, le altre in Qatar
- Austria-Italia 2-0, Mancini fa largo ai giovani e sperimenta
- Le pagelle dell'Italia: Chiesa è un fattore
L’Italia a Vienna, le altre in Qatar
In Qatar sono cominciati i Mondiali, inaugurati dalla sfida tra i padroni di casa e l’Ecuador: due reti bastano e avanzano ai sudamericani per bagnare il debutto con una vittoria. Guardi Valencia, autore di una doppietta, e immagini un Paese intero esultare per l’esordio positivo.
In Italia no, non si esulta. La Nazionale di Mancini è a Vienna, mica ad Al Khor. Mica a Doha. Non è per noi, la coppa del Mondo, e non si esulta: a maggior ragione dopo la sconfitta Azzurra al termine di una amichevole messa in calendario dalla Fifa di fretta e furia. Una beffa nella beffa. Ha ragione Carmine Gautieri, intervistato in esclusiva da Virgilio Sport, quando dice che brucia e fa male.
Ha ragione Cristiano Lucarelli, altra esclusiva di questo portale, nel sostenere che mancare due appuntamenti su due vuol dire doversi interrogare, capire quali sono le responsabilità del Sistema calcio.
Austria-Italia 2-0, Mancini fa largo ai giovani e sperimenta
Però Mancini fa quello che va fatto: volta pagina e guarda avanti. Archivia e ricostruisce. Lo fa, il Ct, con i due capisaldi seguiti finora con grande coerenza: il gioco e la gioventù.
E’ giovane, l’Italia schierata dal Mancio, seppure a garantire esperienza vi siano capitan Bonucci e Acerbi, con Donnarumma e Verratti a mettere il peso da 90 delle loro presenze in Nazionale. Dopo quello contro l’Albania, è un altro paragrafo che va a scrivere un capitolo nuovo: c’è scritto che l’Italia, agli appuntamenti che contano, non deve più mancare.
Quattro novità dal 1′ rispetto alla sfida di Tirana di settimana scorsa: Donnarumma, Gatti, Barella e Politano. Stavolta, però, sensazioni meno positive: molti errori di reparto e individuali, nessuna prodezza, confusione in mediana e la sensazione che si proceda per fiammate. Nazionale da rivedere.
La diretta testuale di Austria-Italia 2-0
Le pagelle dell’Italia: Chiesa è un fattore
- Donnarumma 6: fa tre interventi che andrebbero premiati con la palma di migliore in campo, peccato che in occasione del raddoppio austriaco abbia più di una responsabilità. Il talento non si nega, però è solito calare, in una prestazione all’altezza, l’errore macroscopico che spiazza. Un po’ Jeckyll e un po’ Hyde.
- Gatti 5: ha a disposizione un tempo e non lo sfrutta. Anzi, se Mancini gli concede solo 45′ è proprio perché non ha girato: incerto, spaesato, a tratti in ritardo rispetto alle coperture sul diretto avversario. Nessun dramma ma nessun plauso.
- Pessina 6: uno dei pochi sufficienti. Entra nella ripresa e si fa sentire. Infaticabile, agonisticamente cattivo, puntuale nelle chiusure e nei raddoppi, prova a sfondare senza successo. l’impatto sulla gara è buono, ha fatto capire di volersi giocare ogni occasione a disposizione per vestire la maglia della Nazionale. E Mancini avrà apprezzato.
- Bonucci 5,5: prova a tenere testa alle offensive avversarie e a prendere per mano il reparto ma neppure il capitano, stasera, era in serata positiva. Nella ripresa, con la difesa a quattro, le cose vanno meglio ma l’Austria continua a trovare varchi e a calciare in porta. Quando può o quando riesce Leo ci mette una pezza, a volte però potrebbe senza tuttavia riuscire.
- Acerbi 5,5: è un difensore affidabile. Non perde mai la bussola e difficilmente capita di vedergli commettere errori grossolani. Come in altre occasioni, imperfetto nei dettagli e qualche superficialità in fase di copertura però è quello che dietro sfigura meno.
- Di Lorenzo 5,5: più stanchezza che appannamento. Non punge come contro l’Albania e si limita al compitino. Troppo poco per una Nazionale ancora giovane e acerba, cui servono riferimenti solidi ed efficaci. Di Lorenzo è esattamente così, ma non stasera.
- Scalvini 5,5: la gioia del debutto viene prima di tutto il resto, anche perché si tratta di una amichevole che non ha altro valore intrinseco. Si danna ma paga l’esordio: a tratti dispersivo, altre volte frenetico. Detto ciò, avanti tutta con Scalvini che a neemmno 20 anni può a ragione essere considerato un elemento preziosissimo della difesa che verrà.
- Barella 5,5: freno a mano tirato, meno chilometri, più interdizione. Mancano le incursioni nella tre quarti, mancano i tiri in porta, manca l’imprevedibilità. Un Barella formato mignon.
- Verratti 5,5: lezioso a tal punto da rischiare di innescare un paio di ripartenze austriache. Col pallone tra i piedi sembra sempre un pittore: pennella e tratteggia. E’ il suo stile, inconfondibile. E si porta dietro – prendi l’uno e prendi l’altro – anche una dose di sicumera che lo induce in errore per eccesso di fiducia.
- Dimarco 5,5: anche lui al rallentatore. Si limita al compitino e a qualche input che i compagni non raccolgono. Volenteroso ma sterile, non è un valore aggiunto. E quanta fatica nei recuperi.
- Politano 5,5: mezzora di cui si ricorda poco o nulla, poi cresce e si concede una bella iniziativa personale che non finalizza perché calcia debolmente. Deve fare di più e meglio perché alcuni movimenti e alcune giocate – che non si sono viste – sono nelle sue corde.
- Chiesa 7: è il fattore che cambia la partita. Entra e stravolgle il volto offensivo di tutto il reparto. E’ indemoniato e, pure gestendosi un po’ per evitare ricadute, da solo crea varchi, pericoli, assist. Quanto mancava Chiesa a questa Nazionale: nessuno tra i colleghi ha la stessa capacità di spezzare il ritmo e stravolgere gli equilibri.
- Raspadori 6: tanto movimento, fa a sportellate e cerca di far salire la squadra. Inquadra la porta in un paio di circostanze ma gli dice male. Generoso come sempre.
- Grifo 5: da una serata magica all’altra anonima. Vietato dire altro: stavolta è solo una constatazione che vuol dire poco. Ha già dimostrato che in questa Nazionale ci può stare eccome.
- CT Roberto Mancini 6,5: avanti per un corso delineato. Tra alti e basso, non conta la singola gara ma il senso di insieme. Il Commissario tecnico va sostenuto perchè il suo è un progetto che pochi altri allenatori saprebbero interpretare con altrettanto coraggio e onestà intellettuale. Che sia la persona adatta, poi, lo ha ampiamente mostrato. E’ anche merito suo se tanti giovani stanno acquistando fiducia e minuti nei propri club di tesseramento.