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Pagelle Inter-Benfica 3-3: Barella si prende il Milan, Lautaro si sblocca, Correa polemigol

Calo di concentrazione ininfluente da parte dei nerazzurri che archiviano in fretta la pratica e raggiungono i rossoneri in semifinale di Champions League. Nel finale i portoghesi strappano il pari

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

L’Inter si regala il Milan, il ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Benfica è una passerella sul tappeto rosso che porta verso la semifinale più sognata. Stracittadina contro i rossoneri. Finisce 3-3: Nicolò Barella mette la qualificazione in cassaforte, il pareggio di Fredrik Aursnes non fa paura. Quando Lautaro interrompe il digiuno di otto giornate e archivia la pratica, ha inizio la festa. Con Correa diventa un cerimoniale. Antonio Silva e Musa agguantano il pari ma vale solo per le statistiche. Il computo delle due gare dice Inter 5, Benfica 3.

Le pagelle consacrano l’autore del gol, uomo in più nel computo dei 180′, non bene la retroguardia di Simone Inzaghi con Acerbi, per una volta, titubante. Lautaro incide in occasione del primo vantaggio, poi si estranea, infine si sblocca. Ma non incanta. Mkhitaryan straordinario per quantità e qualità.

Non c’è luna, sopra al Meazza. Il satellite ha chiuso stasera il ciclo del suo corso pieno. Inizia domani una fase rinnovata: sarà luna nuova.

Non c’è luna ma se gli occhi di 75.300 spettatori – moltiplicati per due, quegli occhi, sono 150mila 600 pupille – brillano di luce riflessa, la luna, per una volta, non serve.

San Siro vestito a sera è un fascio di luce che abbaglia. Sapore di Champions, voglia di Milan, un viaggio a Istanbul. La notte magica della Milano nerazzurra – tre anelli ardenti come i cerchi di fuoco: atmosfera incredibile – si chiude senza il colpo di scena. Per una volta, non serve. Va benissimo così.

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Inter-Benfica, il gol del vantaggio di Barella festeggiato dai compagni

La chiave di lettura non cambia, tattica speculare alla sfida di una settimana fa. Il 2-0 esterno strappato dai nerazzurri all’andata lasciava presagire alla pura formalità del ritorno. L’Inter ha scelto di replicare quell’impostazione: controllo e gestione, poi ripartenze. Tradotto: il Benfica fa la partita ma è sterile, imposta, manovra e alza il baricentro. Però non conclude, però non affonda. Barella, invece, sì: 14′, Dzeko e Lautaro si inventano assistenti, il centrocampista raccoglie l’invito, entra in area, si aiuta col tacco e calcia col sinistro. Palla sotto l’incrocio, Vlachodimos china il capo.

Basta un quarto d’ora, a Onana e compagni, per scrivere l’epilogo dell’ultimo capitolo dei quarti di finale. L’unghiata di Aursnes al 38′ è un graffietto che non lascia il segno. Quella di Lautaro è la zampata che tramortisce per sempre il Benfica. Correa infiamma la curva con un gol che ha il sapore di polemica. Antonio Silva e Musa bussano alla porta di una Inter già in festa, nessuno ci fa caso.

Inter-Benfica: il ritorno infiamma il Meazza. rivivi tutte le emozioni della partita

Le pagelle dell’Inter

  • Onana 6: il gol subito non ce l’ha sulla coscienza, non poteva fare nulla di più. Resta la solita sicurezza che si percepisce nell’efficacia con cui interagisce con i compagni. Non è Maignan, più spavaldo e meno tranquillo, ma la personalità è quella di chi non teme niente e nessuno.
  • Darmian 6,5: esegue in maniera pedissequa le disposizioni tattiche ricevute da Inzaghi. Tanta attenzione alla fase difensiva, spinge meno ma non sbaglia niente.
  • Acerbi 6: stavolta quello più incerto è lui. Qualche svarione cui non aveva abituato ma detta i tempi ai compagni con la medesima efficienza di sempre. Resta un riferimento, allo stato attuale, irrinunciabile.
  • Bastoni 6: non è lo splendido tuttocampista dell’andata, non è quello che serviva. Concentrato, attento, puntuale in chiusura.
  • Dumfries 6: alterna con costanza certosina una cosa buona a una che fa venire i brividi.

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    Inter-Benfica, la coreografia della Curva Nord e l’imponente scritta Fight for us

  • Barella 7,5: uomo ovunque. Imposta, si incunea, rifinisce, pressa, raddoppia e non dimentica di poter incidere anche sotto porta. Il gol è una prodezza che finalizza una trama corale ma ne evidenzia le doti tecniche. La curva Nord lo chiede alla squadra prima del match: “Fight for us“, lotta per noi. Lui, soprattutto lui, li prende in parola.
  • Brozovic 6,5: non decolla ma mette ordine. Tanto lavoro di contenimento, macina chilometri, smista palloni e non perde la calma. In assoluta tranquillità.
  • Mkhitaryan 7: infaticabile, serve sempre. Credi che non arrivi, invece arriva. Lo saltano una volta ma il suo ritorno è prepotente. Il contributo in fase offensiva è costante. Macina chilometri, resta a corto di fiato. Una buona fetta di merito per il gol di Lautaro è sua.
  • Dimarco 6,5: parte forte, spinge, ha gamba. Nella prima parte di gara si carica i compagni in spalla e non si ferma mai. Cala con il passare dei minuti.
  • Dzeko 6: lottatore, unisce classe a fatica, suda e imposta. Non brilla in area ospite ma è uomo di movimento infaticabile. C’è il suo zampino nel gol del vantaggio.
  • Lautaro 6: c’era una volta la sufficienza politica. La davano a tutti, studiosi e non. Bastava il minimo sindacale, a volte non serviva neppure quello. Ecco: il minimo sindacale – per 65′ – è l’assist per Barella che ha mandato in gol il centrocampista. Poi è micidiale nel raccogliere i frutti di una grande azione impostata da Dimarco. Segna ma non incanta. Sbloccarsi gli serve a giocare con maggiore scioltezza ma non è il miglior Lautaro, ovvero quel calciatore determinante che è stato fino alla lunga pausa per i Mondiali in Qatar.
    Fonte:

    Esultanza polemica di Correa dopo il gol al Benfica

    dal 31′ st Correa 6: fa un gran bel gol e rovina tutto con una esultanza polemica che non serve a nessuno, in primis a lui. Il gesto del dito all’orecchio, perché?

  • Allenatore Inzaghi 7: arriva il risultato più importante. E va bene così. Nessuno dirà nulla, nessuno gli farà notare niente. Però: il calo nel finale non va bene ed è quel tarlo che non lascia mai tranquilli i nerazzurri. Possibile che basti così poco per rischiare di compromettere una partita? Il vantaggio dell’andata lasciava dormire sonni tranquilli, il problema è che contro l’Empoli, tra qualche giorno, non c’è appello. E il campionato, almeno per qualche settimana, merita la priorità. Altro però: buttare via la vittoria in un finale giocato in fase rem significa aver rinunciato a bei soldini, quelli che spettano per ogni partita vinta in Champions. Per una volta, chissenefrega? In linea di principio, sì. Non fosse che fino a 4′ dal termine l’Inter vinceva 3-1.

Le pagelle del Benfica

  • Vlachodimos 6: nessuna responsabilità sulle reti incassate. Qualche buon intervento, nessuna parata clamorosa.
  • Gilberto 5,5: marcatura asfissiante, si fa saltare in due occasioni. Incerto.
    dal 1′ st Neres 6: mossa della disperazione, entra un attaccante per un difensore ma le intenzioni di Schmidt non si concretizzano. Colpisce un palo.
  • António Silva 6: ha di fronte la versione sbiadita di Lautaro e Dzeko ma a metterlo in difficoltà sono gli inserimenti dei mediani. La rete nel finale è un mezzo riscatto.
  • Otamendi 5: avrebbe dovuto garantire esperienza e tranquillità ma non regge il peso delle responsabilità. Imbarazzante sul gol di Correa.
  • Grimaldo 6: un odei più attivi, tanta quantità e un paio di conclusioni.
  • Florentino 5,5: troppi errori in fase di smistamento e impostazione.
  • Chiquinho 5,5: leggero, impalpabile, si lascia imbrigliare dal pressing avversario.
  • João Mário 5: è mancato completamente. Senza le sue geometrie, il Benfica è una squadra normalissima.
  • Rafa Silva 5,5: nessuna iniziativa degna di nota. Peggiora nella ripresa.
    dal 35′ st Musa 6,5: piazza il 3-3 e strappa il boato delle migliaia di tifosi portoghesi al seguito.
  • Aursnes 6,5: ha il merito di riaprire la partita ma il suo guizzo è un lampo nel buio di una squadra che non lo supporta.
  • Gonçalo Ramos 5: mai pericoloso, fa a sportellate ma la prova è insufficiente.
  • Allenatore Schmidt 6: più di questo, non poteva aspettarsi. Lo si è evinto nella doppia sfida, Benfica non all’altezza di questa Inter nonostante le premesse vedessero i portoghesi addirittura favoriti nei 180′. Squadra evanescente, fa possesso ma in molti casi è improduttivo. Gli è mancata una punta di peso, le reti sono più demerito avversario che merito dei suoi.

La pagella dell’arbitro

Fischietto spagnolo, il 47enne madrileno Carlos Del Cerro Grande ha vita facile. Non ci sono azioni eclatanti, i calciatori sono collaborativi, lui è presente in ogni frangente.

Fonte:

Inter-Benfica, i nerazzurri raccolgono l’applauso della curva a fine partita

Il nostro SUPERTOP

Barella si prende il Milan. Il nerazzurro che ha trascinato i compagni nella doppia sfida contro il Benfica è l’ex Cagliari. Motorino infaticabile, non tira mai indietro la gamba, l’autocontrollo in alcune fasi della gara resta un optional ma un guerriero con un carattere così serve a qualunque big del calcio internazionale.

Il nostro SUPERFLOP

Joao Mario. Inesistente. Si autoesclude da una partita che i portoghesi avrebbero dovuto giocare con grande intensità Cervello e metronomo, venuto meno lui è sparita la fase di lucida impostazione della squadra.

Il calendario dell’Inter tra Serie A, Champions League e Coppa Italia

In corsa su tre competizioni – sebbene il campionato sia diventato un banco di prova al contrario, ovvero un terreno per misurare i demeriti prima ancora dei meriti – l’Inter ha almeno due obiettivi irrinunciabili: il piazzamento tra le prime quattro in serie A, che restituisce la certezza della qualificazione alla prossima Champions League, e la certezza di giocare quantomeno una delle due finali a cui può tendere.

A tenere banco nei prossimi dieci giorni è il versante nazionale: due sfide di campionato – in trasferta a Empoli il 23 aprile e in casa contro la Lazio il 30 – intervallate dalla semifinale di ritorno di coppa Italia contro la Juventus. Si gioca il 26 a San Siro e si riprende dall’1-1 del match di andata.

Il capitolo Champions League, entra nella fase più importante e spalanca i portoni a uno scenario che soltanto i tifosi più ottimisti potevano immaginare: semifinali contro il Milan per una stracittadina dal sapore d’Europa che offre ai nerazzurri, su un piatto d’argento, la possibilità di riscattare quanto accadde nel 2005. Quarti di finale, quella volta, con i rossoneri vittoriosi nella gara di andata per 2-0 e per 3-0 a tavolino nel ritorno, decretato per il lancio di petardi contro Dida da parte della curva dell’Inter.

Semifinali di andata in programma tra il 9 ed il 10 maggio, il ritorno è previsto per il 16 e il 17 maggio. A questo punto, l’obiettivo è palese, irrinunciabile, necessario: strappare il pass per la finale di Istanbul del 10 giugno.

Prossime partite e calendario completo dell’Inter

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