Le pagelle di Juventus-Inter 2-0, gara valevole per la 13esima giornata di serie A, tengono conto di un duplice aspetto: quello che ha offerto il campo e quello che avrebbe dovuto offrire tenendo conto dei rapporti di forza. Nettamente sbilanciati in favore della squadra di Inzaghi. Invece succede che l’Inter spreca una quantità industriale di occasioni da gol invece Rabiot e Fagioli, in un impeto di straordinaria e lucida follia, sparigliano le carte, stravolgono la logica, sovvertono ogni pronostico.
- Juventus-Inter: il derby d'Italia finisce 2-0
- Le pagelle di Juve e Inter
- Juventus-Inter 2-0, la pagella dell'arbitro Doveri
Juventus-Inter: il derby d’Italia finisce 2-0
Il blasone del derby d’Italia è una nota di tradizione che il campo non ha restituito con identiche aspettative. Una Juventus incerottata può tenere testa a squadre con meno ambizioni, non a un’Inter schierata nel suo massimo potenziale: invece, quello che hanno restituito i 90’ più recupero dell’Allianz Stadium, è che se getti il cuore oltre l’ostacolo può succedere di tutto. Messa così, ci si attendeva che fossero i nerazzurri, anche in trasferta, a fare la partita: contro quella che resta pur sempre la difesa meno perforata della serie A, certamente, ma a cui mancava comunque il supporto di un centrocampo all’altezza di quello ospite e la spinta propulsiva degli uomini più determinanti del reparto offensivo.
3-5-1-1 obbligato per Massimiliano Allegri, cui si frantuma anche l’opportunità di recuperare Vlahovic in attacco. E’ la panchina corta a dettare la formazione dei bianconeri: 8 riserve contate, tra cui i convalescenti Chiesa e Di Maria. E’ anche per questo che le scelte del livornese sono obbligate: maglia da titolare per Fagioli e Miretti; difesa a trazione esterofila con Danilo, Bremer e Alex Sandro; Milik unica punta. Il 3-5-2 di Inzaghi, invece, non solo non si tocca ma può beneficiare dei migliori interpreti: si rivede Brozovic in panchina dove si accomoda anche Bastoni, Acerbi titolare e conferma per Mkhitaryan, ormai titolare a tutti gli effetti. Dzeko-Lautaro coppia offensiva.
Finisce 2-0, decidono Rabiot e Fagioli: esperienza e freschezza, la lucida follia di una coppia di centrocampisti che sono anche due calciatori strettamente legati alla figura di Massimiliano Allegri, che nel francese ha sempre puntato e al talentino sta concedendo grande fiducia.
Le pagelle di Juve e Inter
Le pagelle della Juve
La Juventus merita un 8 per essere riuscita a imbrigliare proprio dove meglio gli riesce, ovvero in fase di contenimento, l’offensiva degli avversari. 8,5 alla retroguardia bianconera: dategli una cassaforte in gestione, a quei tre o quattro che si sovrappongono davanti a Szczesny, e non la scardina nessuno. 8 alla mediana: ed è un voto che va letto in un solo modo, più di così – al cospetto degli omologhi Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco – era difficile chiedergli. Questione di limiti oggettivi: però si sono sacrificati tutti per cercare di venirne a capo e Rabiot s’è ricordato cosa vuol dire trascinare i compagni. Quella di Fagioli è anche una bella fiaba: gliela si lasci vivere tutta. Dare il voto all’attacco è dare un voto a Milik: perché non c’erano compagni di reparto ma anche perché, i bianconeri, solo nella ripresa hanno dato l’impressione di saper incidere coralmente per scatenare l’inferno dalla tre quarti in su. E ora, l’ottimismo per i sorteggi di Europa League viene quasi più naturale.
- Szczesny 6,5: rischia di raccogliere almeno tre o quattro palloni dalla propria rete, invece riesce a tenere inviolata la porta. Non compie interventi decisivi ma restituisce tranquillità . Tanto basta.
- Danilo 7,5: nessuno come lui. Per personalità , talento, senso tattico, predisposizione, carisma. Un campione vero a cui la serie A sta fin troppo stretta.
- Bremer 7: torna e incide. Dite a Bremer di alzare il muro, e lui lo alza. Dite a Bremer di sradicare la palla, e lui la sradica. Dite a Bremer di non infortunarsi più perché il fatto che ci sia o non ci sia fa la sua bella differenza.
- Alex Sandro 6,5: ordine e disciplina in salsa carioca. Sta dove deve stare, spinge meno del solito ma la sua è una prova di grande abnegazione.
- Cuadrado 6: soffre nel primo tempo le iniziative dei diretti avversari, non incide in velocità ma neppure corre rischi. Meglio nella ripresa, cresce insieme alla squadra.
- Fagioli 7,5: gara di quantità , intensità , sacrificio. E va bene così perchè il percorso di crescita passa anche – e soprattutto – attraverso i momenti nei quali devi restituire te stesso con litri e litri di sudore. Anche il suo gol, stavolta, è figlio della tenacia prima ancora della classe.
- Locatelli 6,5: mette ordine, prova a innescare manovre offensive, stringe i denti quando occorre.
- Rabiot 7,5: in barba alle voci di mercato, nonostante le critiche pressochè quotidiane, forte della fiducia incondizionata di Allegri, il francese a volte decide di avere ancora voglia. E quella voglia la trasla nella lucida follia di tentare giocate come quelle di stasera: sono nel Dna dei grandi calciatori e anche di quelli che lo sono ma se ne dimenticano, spesso, colpevolmente.
- Kostic 6,5: primo tempo non sufficiente, ripresa da secchione. E quel palo trema ancora. A tratti diventa un’iradiddio e si trasforma in uno dei rimpianti di mercato dei nerazzurri, che gli preferirono Gosens.
- Miretti 6,5: buttato nella mischia per necessità , dimostra di poterci stare anche se i primo tempo è di grande difficoltà . Aiutato dalla mediana, trova il suo spazio col passare dei minuti.
- Milik 6: troppa solitudine, troppi pochi palloni ricevuti, tanta umiltà nel mettersi al servizio dei compagni in ogni momento. Stavolta la palla giusta non gli arriva.
- Allegri 7,5: è il leone che tira fuori gli artigli quando deve marcare il territorio. Diranno che la Juventus non ha giocato bene, che di buono c’è il risultato ma non la fluidità , che nel primo tempo poteva subire l’imbarcata. Sarà , ma con una rosa spuntata ha ottimizzato tutto: la Juve che esce dagli spogliatoi dopo l’intervallo è un’altra squadra rispetto a quella abulica della prima frazione. E quei 15′ di rapporto hanno fatto la differenza nei 50′ successivi.
Le pagelle dell’Inter
L’Inter merita 5: è evidente che abbia sovrastato la Juventus sul piano del gioco e delle occasioni costruite, ma a che pro? Uscire da questo Stadium con una sconfitta vuol dire aver lasciato tre punti a Torino. Cinque occasioni clamorose buttate via nel primo tempo, poi il black out nella ripresa: quattro occasioni subite in tutta la partita hanno fruttato due reti bianconere, una annullata (Danilo) e un palo (Kostic). 5 alla difesa nerazzurra: nonostante i meriti altrui, va detto subito. 19 gol subiti in 13 gare non sono da squadra che lotta per il titolo, infatti la classifica comincia a parlare chiaro. Centrocampo da 5,5: micidiale in proponimento, efficace in contenimento, un disastro sotto porta nelle incursioni che – a ripetizione – hanno visto protagonisti Barella, Dumfries e Dimarco. Mkhitaryan sempre più fulcro della manovra. Attacco da 5, polveri bagnate: più Dzeko che Lautaro ma nessuno dei due davvero incisivi. La speranza, ora, è che la Dea bendata non si accanisca nell’urna di Nyon nel corso dei sorteggi di Champions League.
- Onana 6: incolpevole sui gol, per il resto è inattivo. Due tiri in porta totali e de gol subiti: è andata proprio così.
- Skriniar 5: sulla coscienza le incertezze che hanno dato il là alla vittoria bianconera. Si sfalda dopo l’1-0.
- De Vrij 5,5: solido e discontinuo. Tiene a bada Milik ma non il calo mentale, figlio della debacle finale di tutta l’Inter.
- Acerbi 5,5: il migliore della retroguardia nerazzurra ma nemmeno lui si salva dalla serata no di una difesa che ha permesso alla Juventus di massimizzare ogni sforzo offensivo.
- Dumfries 4,5: quello che sbaglia davanti alla porta bianconera sembra figlio della superficialità . Male in fase di finalizzazione, male in fase di contenimento. Il peggiore in campo.
- Barella 5: non è lui, lo si capisce quando sbaglia un’occasione facile a tu per tu con l’estremo bianconero. Cala vertiginosamente con il passare dei minuti.
- Calhanoglu 5,5: nemmeno lui sufficiente. Si perde strada facendo, nella ripresa sparisce ma, rispetto ad altri compagni, ha provato a metterci del suo.
- Mkhitaryan 6: il migliore dei nerazzurri. E’ lui a dettare le geometrie, è lui a incunearsi nelle maglie bianconere, è lui a tenere a galla la mediana. Sempre più integrato nei meccanismi di Inzaghi.
- Dimarco 5,5: parte bene, solita spina nel fianco. Pare che riesca da solo a scompaginare la retroguardia bianconera ogni volta che decide di affondare e, di colpo, anche Dimarco si spegne all’improvviso.
- Dzeko 5: si divora un gol e gira a vuoto per buona parte della gara.
- Lautaro 5: ennesimo big match che lo vede mettere in scena una comparsata. Lui, più di Dzeko, è il grande assente del reparto offensivo interista.
- Inzaghi 5: il risultato è pesante, la sconfitta aumenta la crepa di una crisi oggettiva, poichè in questo modo l’Inter si taglia fuori dalla lotta scudetto con mesi e mesi di anticipo. Ai nerazzurri è mancata l’anima, il suo allenatore qualche responsabilità ce l’ha.
Juventus-Inter 2-0, la pagella dell’arbitro Doveri
Doveri merita la sufficienza abbondante perché ha gestito bene l’incontro fino al triplice fischio, lasciando che fossero i calciatori a vestire i panni dei protagonisti. Lascia giocare, è sempre nel fulcro del gioco ma non prevarica mai. Bene nell’occasione del Var, quando la rete di Danilo viene annullata per un fallo di mano. Seguiranno polemiche, anche se l’episodio non è decisivo ai fini del risultato ma ha rispettato il regolamento. Promosso.