Dagli uomini jet della pista del ciclismo, all’inaffondabile caimano delle acque libere di Odaiba, l’Italia è ancora protagonista.
La medaglia numero 31 per i colori azzurri a Tokyo 2020, la numero 16 di bronzo, la porta Gregorio Paltrinieri, splendido terzo nella 10 km di fondo che ha chiuso il programma del nuoto. Il carpigiano fa quindi doppietta con l’argento degli 800 stile libero, affogando nel migliore dei modi la delusione per il quarto posto nei 1500 metri.
Ammesso che di delusione si possa parlare per un atleta che solo un mese e mezzo fa era stato piegato dalla mononucleosi, arrivata a interrompere un momento di forma a dir poco magico dopo gli Europei di Budapest nei quali aveva ottenuto cinque medaglie.
Ma il cuore, la grinta e la voglia di non perdere l’appuntamento con l’Olimpiade, oltre alla propria classe infinita, hanno spinto Greg ad andare oltre le sofferenze. Ecco perché la doppietta giapponese non vale di certo meno rispetto all’oro di Rio nei 1500.
Quella di Gregorio Paltrinieri è peraltro la prima medaglia al maschile nel fondo all’Olimpiade, dopo l’argento di Rachele Bruni a Rio e il quarto posto di Valerio Cleri a Pechino, nell’edizione che segnò il debutto olimpico della disciplina. Greg, inoltre, diventa il terzo nuotatore a conquistare nella stessa edizione dei Giochi una medaglia in vasca e una in mare, dopo Oussama Mellouli, oro nella 10 km a Londra 2012 e bronzo nei 1500 e dopo Florian Wellbrock, che a Tokyo ha vinto l’oro nella Marathon dopo aver portato a casa il bronzo nei 1500.
Gara spettacolare come nelle previsioni, con una selezione naturale dettata dalle condizioni climatiche.
La medaglia d’oro è andata a Florian Wellbrock, già campione del mondo della 10 km nel 2019 a Gwangju.
Il tedesco si è rivelato imprendibile quasi da subito, liberandosi presto della compagnia del francese Olivier. Wellbrock è riuscito a fare selezione, trascinandosi dietro il gruppo di atleti che si sono poi giocati le medaglie.
Insieme a Paltrinieri e a Olivier, l’ungherese Kristóf Rasovszky, che ha conquistato l’argento.
Gregorio ha sbuffato e sofferto, scegliendo tatticamente e saggiamente di rinunciare anche all’ultimo rifornimento pur di non perdere di vista Rasovszky, capace di staccare Olivier e involarsi verso la medaglia d’argento, unico traguardo possibile di fronte ad un Wellbrock imbattibile. Quarto ai 4 km, l’azzurro ha trovato energie insospettate riuscendo a staccare il francese per poi lanciarsi in un generoso inseguimento all’ungherese.
“Adesso posso essere soddisfatto – le prime parole di Gregorio dopo l’impresa – Lascio Tokyo consapevole che non potevo fare di più. I piani iniziali non erano questi, ma dopo la delusione dei 1500 sapevo che solo andare a podio nella 10 km avrebbe potuto permettermi di riscattarmi. Ce l’ho fatta, anche se è stato difficilissimo per le condizioni atmosferiche. Non ho rimpianti. È la giusta ricompensa a due mesi d’inferno”.