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Euro2024, Mauro Berruto provoca: Yamal non avrebbe potuto giocare con l'Italia

L'ex ct dell'Italvolley, oggi parlamentare, mette il dito nella piaga dei problemi del nostro calcio e invoca la necessità dello ius soli sportivo

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

I nostri si chiamano Pafundi o Camarda, ma giocano nell’Under 19 e non hanno grande esperienza internazionale. Quelli delle altre nazionali invece spesso già incantano a 18-19 anni (da Vinicius a Endrick fino a Bellingham e Yamal): il problema dei giovani talenti che altrove sbocciano e trascinano le loro squadre è antico, da noi si fa fatica a lanciare i baby promettenti ma secondo Mauro Berruto c’è un altro problema di fondo e lo rivela a Tuttosport nel fare un’analisi del flop dell’Italia a Euro2024.

Le idee di Berruto per risollevare il calcio italiano

L’ex commissario tecnico della nazionale di volley e oggi parlamentare, prova a dare alcune idee per risollevare il calcio italiano, reduce da una cocente eliminazione all’Europeo, confessandosi al quotidiano sportivo torinese: “Ripartire dai settori giovanili. C’è un problema di selezione dei talenti e di formazioni dei giovani. (come diceva Sacchi ndr). Si punta a vincere nei settori giovanili, senza curarsi che l’obiettivo è creare dei giocatori. C’è troppa tattica e poca tecnica, c’è una prevalenza del fisico sul talento. Servirebbero degli allenatori ad hoc, anzi dei formatori”.

Berruto ha studiato a fondo le abitudini dei paesi stranieri: “Una volta studiai il modello islandese: hanno gli abitanti della provincia di Asti, ma riescono a competere ad alto livello negli sport di squadra. Da loro la piramide degli allenatori è al contrario: per allenare i ragazzi serve un tesserino molto difficile da conseguire e corsi estremamente formativi, mentre paradossalmente è più facile allenare le prime squadre. Ma è giusto così: con i ragazzi ci vuole più preparazione, anche a livello pedagogico”.

Berruto ricorda che Yamal in Italia non avrebbe potuto vestire maglia azzurra

Altro punto in scaletta per Berruto è quello dello Ius Soli sportivo: Sì, è un’emergenza per tutto lo sport nazionale. In questi giorni ci chiediamo dove sono i nostri Yamal, ma prima sarebbe importante ricordarci che il diciassettenne Yamal, nato in Spagna da due genitori stranieri, in Italia non avrebbe neanche il passaporto italiano per giocare in nazionale. Ma il calcio troppo spesso non approfitta dei campioni di seconda generazione neanche quando, a diciotto anni, finalmente possono averlo il passaporto. Nel volley e nell’atletica, invece, sì”.

Poi aggiunge: «Io vengo dal volley e, nonostante le differenze ovvie tra le finalità della Serie A e della Federazione, si è creato un modello funzionante che ha permesso al campionato italiano di essere uno dei più importanti del mondo e alle nazionali di essere sempre tra le prime del mondo. Progetti comuni come il Club Italia hanno dato i loro frutti: i giocatori del Club Italia hanno rinforzato le nazionali e sono cresciuti molto, così tornati nelle loro società hanno rinforzato anche quelli. Insomma, basta sedersi e ragionare insieme. Pensare che esistano dei buoni e dei cattivi in questa vicenda è demenziale. Come se le società di Serie A che voglio staccarsi dalla Figc fossero tutte virtuose e frenate dalle politiche federali: vogliamo parlare di bilanci, anzi di sbilanci? Ci sono sempre indici puntati e mai nessuna autocritica».

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