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Italia, Spalletti rivela chi non se la sentiva sui rigori e spiega cosa non ha potuto fare

La conferenza stampa del ct azzurro il giorno dopo l'eliminazione a Euro2024, il tecnico toscano ammette qualche colpa ma si proietta già al futuro

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Quando era arrivata la telefonata di Gravina, che l’aveva chiamato sulla panchina della Nazionale facendogli interrompere un annunciato anno sabbatico dopo l’addio al Napoli scudettato, era parso l’uomo più felice del mondo. Per mesi Spalletti ha battuto sul tasto dell’orgoglio e della responsabilità di indossare la maglia azzurra, ha dispensato fiducia e ottimismo per la rinascita nel post-Mancini, ha arringato le folle e ipnotizzato la stampa con le sue iperboli e le sue citazioni dotte ma ora il ct è un uomo solo, scaricato da media e tifosi, di fronte allo specchio di un disastro come questi Europei. Nell’ultima conferenza dalla Germania Spalletti conferma che non intende dimettersi, prova a spiegare i perché di una simile disfatta e rivolge lo sguardo al futuro.

Italia, Spalletti: Continuerò a ringiovanire la squadra

Il ct parla dopo l’intervento del presidente Gravina. L’ha ascoltato attento, ha ringraziato i tifosi, tutti i suoi calciatori, lo staff della Figc. Faccia un po’ smunta, di chi ha dormito poco (“sono quello che ha più responsabilità di tutti e sono a disposizione per le vostre domande”), Spalletti non crede di aver sbagliato approccio quando si è insediato sulla panchina azzurra: “E’ un giochino che non faccio quello di guardare indietro, da quello che si è visto qualcosa ho sbagliato, ho cercato di ringiovanire la squadra ma rimango qui e lo farò ancor di più in futuro”.

Spalletti: Non è stato il miglior Spalletti possibile

Quando è arrivato in azzurro Spalletti disse che si sarebbe visto il miglior Spalletti possibile ma ora ammette: “Non lo avete visto in questi 10 mesi altrimenti farei discorsi diversi. Mi è stato detto di aver alzato troppo i toni, aver fatto uso di miti da seguire, ma così è la mia vita. Ci vogliono sempre esempi da seguire altrimenti cosa sarebbe il nostro percorso. Io sono entrato che c’era subito urgenza di risultati e per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto, non siamo riusciti a crescere in questo mini percorso fatto e ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare. Ma si riparte da lì, penso di sapere cosa fare e lo metterò in pratica”.

Il ct boccia i più anziani ed apre alla Giovane Italia

Come cambierà questa Italia? Il ct sta già pensando a come risollevare la Nazionale: “Attraverso la partita di ieri siamo tornati a zero. E da lì dobbiamo ripartire. Nelle scelte future cercherò di ringiovanire la rosa ancora di più, non ho avuto le risposte che cercavo nei giocatori di esperienza, servono energie nuove. Calciatori del livello di Chiellini e Bonucci è difficile ritrovarli ma si è visto che dando la possibilità a calciatori come Calafiori si può trovare qualità. Dobbiamo credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco senza dover essere quello votato a gestire altre cose”.

La telefonata della figlia di Spalletti

Questa non è stata la notte più complicata di Spalletti: “No, la mia vita è tutta complicata, a volte sono state complicate da gestire anche le vittorie. Tante notti passate a pensare al calcio per amore e passione. Le difficoltà ci sono state sempre. Ho ricevuto anche pacche sulle spalle….Nelle complicazioni mi sono fatto tanti amici, tantissimi… Quella più evidente è la telefonata di Matilde (la terza figlia ndr) che mi dice ti voglio bene, quella supera tutto”.

Spalletti difende il rapporto con la squadra

Il ct prosegue: “All’Europeo ci siamo arrivati con una qualificazione meritata anche se difficile, c’era l’urgenza di avere risultati. Sapevamo di avere un girone con difficoltà massimali, lo racconta la storia perché le squadre che abbiamo affrontato sono organizzate da un punto di vista di esperienza e di maturità di età dei giocatori. Noi siamo come età media una delle più giovani tra le prime cinque o sei, la penultima come presenze dei calciatori convocati in questa competizione. E’ stata una scelta che abbiamo fatto, ci si aspettava più reazione. Fino alla qualificazione, c’è stata una reazione nelle partite che è stata differente da quanto visto ieri. Se ci siamo capiti con la squadra? Io dopo tutti gli allenamenti mi sono confrontato con la squadra, bisogna saper vedere con i loro occhi e ascoltare con le loro orecchie. Il dialogo è fondamentale. Non ho visto criticità particolari nel rapporto. Troppe istruzioni? No, quando dico che sono stato troppo addosso, intendo che ho cercato di fare il mio lavoro al 100% , ho ritenuto giusto non far passare niente. È un’analisi che devo fare, ci penserò, mi sembrava tutto abbastanza normale. Ci sono già passato, quando lotti per non retrocedere dalla C1 alla C2 è la stessa cosa, poi cambia quello che c’è in palio. La maglia dell’Italia è il massimo a cui aspirare”.

La delusione di Spalletti

Il ct si aspettava di più e torna a ripeterlo: “Io ho detto che ero rimasto sorpreso dalla disponibilità dei giocatori e resto della stessa idea fino alla partita di ieri. Di quella sono deluso perché non ho visto reazione, anche contro la Spagna l’ultimo quarto d’ora abbiamo creato situazioni dove si poteva pareggiare. Ieri ho visto meno questa rabbia di riconquistare palloni, sfidare un avversario che era alla nostra portata. Le analisi le faccio andando ad approfondire quello che ho visto in partita, che ha una realtà differente. Abbiamo fatto troppo poco. Se la risposta è questa, io devo fare qualcosa di diverso. Dite che la squadra era triste? L’umore dentro la squadra era perfetto. Poi non so se vi riferite ai sorrisi plastificati non so. Dentro il gruppo abbiamo sempre detto la stessa cosa, che stava nascendo un gruppo sano e solido. Io li ho visti tranquilli nelle cose che dovevamo fare in allenamento e al di fuori”.

Il retroscena sui rigori

Spalletti prosegue: “Erano tutti molto legati e molto amici, tutte le sere in stanza insieme a fare tornei e scherzare. Che la maglia azzurra possa diventare un peso, visto il risultato di questa partita, è una cosa che cercheremo di andare a capire per avere delle risposte. Prima di andare via dalla riunione della mattina, abbiamo chiesto chi non si sentiva di battere i rigori. Chi voleva batterli ha alzato il braccio, altri lo hanno tenuto giù, ce ne sono stati diversi che lo hanno tenuto giù. Lì diventi responsabile davvero, non in allenamento. Va fatto racconto completo e onesto, che c‘è già polverone naturale…”.

Spalletti ha capito presto quando fosse diverso allenare una Nazionale: “Le differenze tra allenatore e ct sono oggettive, oggi dico una cosa a un giocatore che può avere una reazione, domani magari gli faccio i complimenti, poi lo faccio giocare… Qui non lo puoi fare, non hai tutta quella possibilità di giocare in modo psicologico con la mente del soggetto. Le differenze ci sono e mi devo affrettare anche io a completare un percorso che mi mette davanti cose nuove”. Poi una battuta sulla giacca di Armani che è stata tanto criticata: ” Il vestito me lo sono messo anche oggi, mi sta benissimo (ride, ndr).

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