Una meraviglia tira l’altra. Perché si scrive Parigi, ma si legge Italia. Anzi… Roland (Italia) Garros: Lorenzo Musetti nel singolare maschile e la coppia Errani-Paolini nel doppio femminile volano in semifinale e adesso sognano ad occhi aperti una medaglia. Perché è difficile immaginare che dopo quanto fatto vedere nel corso dei rispettivi tornei qualcosa o qualcuno possa mettersi di mezzo tra loro: Musetti presumibilmente sfiderà Djokovic (oppure Tsitsipas), il doppio delle ragazze le ceche Noskova-Muchova che dopo un chilometrico supertiebreak hanno avuto la meglio sulle cinesi di Taipei Su-wei e Chia-yi. Possibilità di andare oltre? Per quanto visto fino a qui, decisamente tante.
- Musetti è una favola: un giocatore finalmente maturo
- La grande impresa di Lorenzo: far "dimenticare" Sinner
- Errani e Paolini di corsa verso la storia
Musetti è una favola: un giocatore finalmente maturo
Impossibile non partire dall’impresa di Musetti contro la testa di serie numero 3 del torneo, nonché campione olimpico in carica. Zverev però stavolta ha poco da rimproverarsi: è vero, qualche errore di tanto in tanto lo commette, ma contro questa versione di Lorenzo sarebbe stata dura per chiunque. Ed è la naturalezza dei colpi del toscano a rendere l’idea di cosa significhi oggi per qualsiasi avversario ritrovarselo davanti: variazioni, cambi di ritmo, rovesci a una mano (che Federer spostati), passanti come se piovessero.
Insomma, una delizia per gli occhi, che oltre ad essere bella è però anche efficace: Zverev deve sempre rincorrere, recupera un break nel primo e tiene faticosamente il servizio nel secondo, ma in entrambi i parziali paga dazio a un po’ di stanchezza nell’undicesimo gioco, quello che consegna a Musetti il passepartout per le semifinali.
I colpi mandati a referto nei punti decisivi sono strabilianti: il rovescio a una mano sul match point, roba da far vedere in mondovisione a reti unificate. Insomma, è un Lorenzo veramente magnifico. E il pubblico del Suzanne Lenglen va in estasi all’istante. Tanto che al netto del campanilismo conclamato tra italiani e francesi, tutti sembrano essersi allineati sulle frequenze del carrarino.
La grande impresa di Lorenzo: far “dimenticare” Sinner
Che da quando è tornato nel circuito ATP, dopo un assaggio di Challenger resosi necessario per rimettere a posto un po’ di cose, ha decisamente alzato l’asticella: se si tiene contro delle 26 partite disputate negli ultimi due mesi, Musetti ha conquistato 21 vittorie, cedendo in appena 5 occasioni, di cui un paio contro Djokovic (Roland Garros e Wimbledon) e una contro Berrettini, Paul e Cerundolo.
Ma è il livello di gioco raggiunto ad alimentare grandi speranze: se in semifinale l’avversario sarà Djokovic, di motivi per pensare che stavolta le cose potrebbero prendere una piega diversa ce ne sono tantissimi. Intanto però una piccola grande impresa Lorenzo l’ha già mandata a referto: far “dimenticare” l’assenza di Sinner, sostituendolo nei pensieri e anche nei cuori degli italiani. Non proprio una cosa da poco.
Errani e Paolini di corsa verso la storia
Una medaglia che comincia a colorarsi di azzurro è anche quella del doppio femminile, dove Sara Errani e Jasmine Paolini sono di nuovo in semifinale sui campi parigini, due mesi dopo la bella cavalcata che le ha portate a giocarsi il titolo nel torneo slam per eccellenza sul rosso. Per le britanniche Boulter (lady de Minaur) e Watson non c’è stato molto da fare: 6-3 6-1 il finale di una partita nata bene e finita meglio, con le italiane che hanno dimostrato la loro netta superiorità e la loro attitudine a giocare su questo tipo di superficie.
Un piccolissimo passaggio a vuoto in avvio di primo set ha permesso alle britanniche di conquistare un break illusorio, dopo che peraltro ne era già arrivato uno firmato dalle azzurre nel gioco d’apertura. Ad ogni modo la via è segnata: alla seconda opportunità è ancora break Italia e a quel punto il set fila via senza troppo patemi, con Errani solida sottorete e Paolini che da fondocampo riesce sempre a incidere col dritto.
Il secondo set, se possibile, è ancora più semplice del primo: subito due break nei primi tre giochi per le azzurre e pratica in cassaforte, tanto che nemmeno un altro break subito riesce a togliere loro le certezze acquisite. Le britanniche non reggono più di testa e tantomeno di fisico e il finale è tutto in carrozza. L’appuntamento con la storia è sempre più a portata di mano: Sara e Jasmine non vogliono farsi trovare impreparate.