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Parigi, nervi tesi tra Bublik e Popyrin: l'australiano fa due net e non si scusa, il kazako vince e lo ignora

Uno scambio segnato da due nastri, le scuse mancate di Popyrin e il mancato saluto di Bublik: a Parigi non si parla d'altro e il kazako rincara pure la dose a fine match.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Nervi tesi sotto rete a Parigi, perché ci si gioca sempre qualcosa di importante e perché, di mezzo di va Alexander Bublik, è lecito aspettarsi sempre qualche colpo di testa. Anche se stavolta il giocatore kazako era dalla parte della ragione: nella sfida contro Alexei Popyrin sono volati gli stracci, con l’australiano che a un certo punto ha “violato” una delle regola “sacre” (sebbene non scritte) del mondo del tennis. E così facendo ha fatto innervosire Bublik, che alla fine s’è rifiutato di salutarlo e ha tirato per la propria strada.

Il “fattaccio”: due net sulla palla break e nessun accenno di scuse

S’è fatto bastare il 6-4 6-3 col quale è avanzato al secondo turno, ma Bublik a fine gara era di umore veramente nero. Tutto ciò frutto di uno scambio che ha finito per generare una sorta di “malinteso” che ha provocato però la reazione stizzita del giocatore kazako.

Sul punteggio di 6-4 2-0, nel terzo gioco del secondo set Popyrin s’è portato avanti 40-15, con due palle break a disposizione per replicare. Cosa che è avvenuta dopo uno scambio nel quale per ben due volte il nastro lo ha aiutato, e che alla fine gli ha permesso di chiudere con un comodo smash e ottenere appunto il gioco.

La cosa che ha fatto arrabbiare Bublik è che l’australiano non s’è scusato con lui per aver preso appunto due volte il net, come avviene in modo abitudinario in tutte le partite. Una sorta di fair play (di comodo, perché poi alla fine non è colpa di chi il nastro lo prende, ma questa è un’altra storia) al quale però Popyrin s’è sottratto, e che Bublik ha utilizzato a fine match come pretesto per spiegare il motivo della mancata stretta di mano.

Bublik serafico: “C’è un galateo, se non lo rispetti non meriti rispetto”

In conferenza stampa, il kazako l’ha messa proprio sul personale. “Se una persona non si scusa per due net vincenti nello stesso scambio, ma anzi esulta proprio per avrlo vinto, beh, allora non credo che ci sia nulla di male nella mia reazione. Penso che chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso a parti invertite. Si può esultare, ma ci si può e anzi ci si deve anche scusare.

Non sono il tipo che fa una tragedia per cose come queste, però sappiamo come funziona nel tennis e credo che si debba essere prima di tutti corretti. Bastava che si fosse scusato e non sarebbe successo nulla. Esiste un codice, una certa forma di “galateo” tennistico, e se qualcuno non lo rispetta, come ha fatto Popyrin, allora perché dovrei essere io a seguire un “galateo” diverso?”.

C’era già un precedente un po’ “discusso” tra i due giocatori: a Madrid lo scorso aprile fu Bublik a lamentarsi col giudice di sedia per una chiamata a suo modo di vedere errata, tanto che ritardò volutamente l’inizio del game successivo mentre Popyrin lo invitava a giocare. Bublik peraltro potrebbe affrontare nel secondo turno di Parigi quel Corentin Moutet col quale a sua volta ebbe un duro scontro dialettico nel Challenger di Phoenix di agosto. E in Francia non aspettano altro che una nuova sfida (dialettica, e non solo).

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