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Volley, l'Italia che vince ha i volti di Egonu, Sylla, Antropova, De Gennaro: siete tutte ragazze d'oro

Olimpiadi, non c'è storia nella finale contro le Stati Uniti: ennesimo 3-0, Velasco e il suo sestetto spezzano l'incantesimo. E a far festa è tutto un Paese.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Le lacrime di Bosetti, Orro, Sylla sono quelle di tutti gli appassionati italiani di volley. Così come quelle di Paoletta. E quelle di Moki, di Kate, di capitan Danesi, di Fahr. O di Giovannini, gettata nella mischia da Velasco negli ultimi punti perché sì, di bagnarsi in quel fiume di gloria lo meritava pure lei. Così come tutti si sono uniti idealmente all’abbraccio tra Julio e il suo staff. Massimo Barbolini, Lollo Bernardi. È tutto vero, le ragazze d’oro della Nazionale azzurra ce l’hanno fatta. Hanno vinto le Olimpiadi. Hanno sfatato un tabù che resisteva da sempre, anche al maschile, scrivendo e riscrivendo la storia nello spazio di pochi giorni: prima la prima storica semifinale, poi la prima finale, quindi il primo oro.

Volley, Egonu top scorer: Italia dominante

Doveva essere una finale, è stato un monologo. L’Italia non ha concesso scampo alle temutissime americane, campionesse uscenti e reduci da una battaglia vinta al tie-break sulle temibili brasiliane. L’ultima di Kiraly, tecnico-leggenda delle statunitensi, è stata la prestazione meno convincente, efficace e brillante della sua squadra. Letteralmente annichilita dall’Italia, dominante a muro (sette i monsterblock azzurri contro nessuno del Team USA), in difesa, dove De Gennaro al solito ha giganteggiato, e in attacco dove Egonu (22 punti) e Antropova (6) si sono spartite i palloni più caldi, ma dove pure Sylla (10) e Bosetti (9) hanno risposto presente. E le centrali? Presenti pure loro: bravissime Fahr e Danesi, 7 punti la prima e 6 la seconda.

Stati Uniti al tappeto: Azzurre, quanto siete forti

Il risultato? Un dominio schiacciante, testimoniato dai parziali. Primo set vinto 25-18, secondo – forse il più combattuto, almeno all’inizio – chiuso sul 25-20, terzo sul 25-17. Inutili i cambi e le rotazioni che a un certo punto Kiraly ha provato per tentare di dare la scossa alle sue. Contro un’Italia del genere, non ci sarebbe stata possibilità di vittoria per nessuno. Un’Italia che, a parte il 3-1 della prima partita contro la Repubblica Dominicana, ha vinto 3-0 tutte le altre sfide: contro l’Olanda, contro la Turchia nel girone, contro la Serbia nei quarti, ancora contro la Turchia in semifinale. Un rullo compressore. Un rullo azzurro.

Il trionfo di Velasco, Egonu e di un gruppo unico

L’Italia del volley femminile, in fondo, è lo specchio dell’Italia di oggi. In cui c’è spazio per ogni tipo di cultura, di colore, di abitudini e tradizioni. A cominciare dallo staff tecnico, guidato da un “italiano” d’Argentina come Julio Velasco, che ha raccolto una situazione esplosiva in autunno dopo il divorzio da Mazzanti ed è stato aiutato nel compito da due “assistenti” da urlo: un ex Ct, Massimo Barbolini, e un ex “miglior giocatore al mondo”, Lollo Bernardi. E per passare alla squadra, che ha remato in un’unica direzione dopo tante polemiche e veleni, guardando partita per partita, sacrificandosi l’una per l’altra. Il trionfo dell’Italia migliore. Quella che dal parquet di Parigi è arrivata nelle case di tutti gli italiani.

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