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Giro d'Italia, la maglia rosa per Ganna è il simbolo della maturità

Il campione non delude tra pista, dove miete allori e centra il primato dell'Ora, e strada, dove è stato tra i protagonisti della primavera nelle 'Classiche'.

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Filippo Ganna si presenta al meglio al Giro d’Italia che scatterà sabato in Abruzzo e che si concluderà il 28 maggio con lo scenografico arrivo ai Fori Imperiali: la cronometro al via da Fossacesia Marina sarà la chance per indossare ancora la maglia rosa, dimostrando una volta di più che il ragazzo di Verbania ha dalla sua numeri che lo rendono l’alfiere numero uno di Pedale Azzurro.

Ganna, obiettivo maglia rosa

L’edizione numero 106 del Giro d’Italia si snoderà lungo 3.489,2 km e 21 tappe e la presentazione della Ineos-Grenadiers è l’occasione per tracciare la ‘Corsa Rosa’ di Filippo Ganna, secondo alla Milano-Sanremo e buon piazzato alla Parigi-Roubaix: “Sono felice di correre il Giro, non vedo l’ora di dare il meglio per la squadra e di confermare quei risultati che mi hanno reso orgoglioso in passato; la preparazione è andata bene e potrò sfruttare l’energia che daranno i tifosi già nei 19 km della prima cronometro. Sarebbe bello tenerla finché possibile, senza spremere la squadra, altrimenti si va a caccia di singole tappe”. Nelle tre edizioni cui ha partecipato, Filippo Ganna, che l’anno scorso ha scelto il Tour de France e che sarà al servizio di Geraint Thomas, ha conquistato il simbolo del primato a Palermo (2020) e Torino (2021).

Ganna, il percorso da corridore

E’ il ‘Corriere della Sera’ a raccogliere le riflessioni sul suo percorso di atleta (e uomo): “Sono maturato come persona, nei tre giorni di ritiro decideremo le strategie di squadra, mi piacerebbe avere piede libero” spiega l’oro olimpico e iridato in pista, dove con 56.792 km ha centrato il primato dell’Ora “Prima ero considerato buono solo per la pista, mi sconsigliavano di fare le ‘Classiche’: il mio percorso da corridore è appena cominciato. Tutto il gruppo si evolve: cambiano i percorsi, le biciclette, gli avversari; ogni anno si corre più veloce, si fanno watt più alti e numeri più grandi. Ha ragione Alex Zanardi: quando centri l’obiettivo ti senti incompleto; ma per rimettersi a soffrire in bicicletta occorrono nuove motivazioni, anche se lavorare in miniera è peggio”.

Ganna, la filosofia di un campione

“Vedo per indole il bicchiere mezzo vuoto: essere arrivato secondo alla Sanremo mi ha fatto sentire il primo degli sconfitti, anche se ero davanti a Van Aert e Pogacar. Se vuoi vincere, devi essere pronto a rimetterti in gioco: la felicità dura al massimo un quarto d’ora” racconta il classe 1996 “Accetto le critiche costruttive, sono trasparente: corro per me se stesso, per la bandiera, per i tifosi; una volta me la prendevo per le osservazioni di chi fa il direttore sportivo dal divano, oggi passo oltre, sono parole al vento. Per me è più stressante una volata in cui rischio la caduta che non una salita a manetta. A fine primato dell’Ora il dolore più insopportabile, sono sceso dalla bicicletta con le rughe in faccia: alla Roubaix spingevo sul pavé, ma Van der Poel e Van Aert andavano via, loro arrivano dal ciclocross. A me impressiona di più Geraint Thomas, che al Tour ha combattuto contro la Jumbo: un conto è faticare a 25 anni, un altro fare sacrifici a 37″.

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