Juventus-Napoli si sblocca nel recupero: finisce 0-1, decide Raspadori ma il finale è da brividi. Di Maria in gol al 38′ della ripresa, sassata dal limite, Stadium in tripudio ma il Var dice no. Azione viziata da fallo. Il paradosso cromatico è che il bagliore bianconero, rispetto all’Azzurro sbiadito di un Napoli in fase di stanca, è parso un fascio di luce. Sul piano del gioco non c’è partita ma il paragone non regge: due squadre diverse, due impostazioni differenti. Il 67% di possesso palla degli ospiti li porta al tiro 14 volte ma nelle uniche tre volte che Szczesny è stato impegnato, l’estremo locale non sbaglia niente.
Vincono le difese: le pagelle esaltano il gran lavoro di Kim, un gigante, ma anche il gran carattere di Gatti che riesce ad andare oltre l’ostacolo. In ombra gli attacchi, Kvara e Osimhen non sono più la coppia inarrestabile della prima parte di stagione, Milik al posto di Vlahovic non stravolge nulla. Di Maria entra, segna, Fabbri e Var annullano. Raspadori entra, segna e Fabbri convalida
Max Allegri si spinge sempre oltre ogni aspettativa e disegna la sua Juventus senza Bremer, Vlahovic, Chiesa e Di Maria. Panchina per tutti, dentro Soule, Miretti, Rugani e Milik. Luciano Spalletti rinuncia a Zielinski e ripone fiducia in Ndombele.
Direzioni ostinate e contrarie, allo Stadium. Juventus-Napoli resta big match di cartello ma, per una volta, i destini dei protagonisti sono invertiti. Non sono i bianconeri a telecomandare il campionato ma gli Azzurri, cui spetta l’onore di una lenta ma inesorabile marcia trionfale verso lo scudetto. Non si dice? La scaramanzia lascia il tempo che trova, quando mancano sette giornate al termine e la lunghezza che separa il gruppo di Spalletti dalla seconda in graduatoria è di 17 punti.
Eppure, nonostante il corso di un anno invertito – in cui il Napoli, per strapotere, ha fatto la Juve e la Vecchia Signora s’è dovuta accontentare di essere attrice non protagonista –, gli antefatti che hanno portato alla sfida parlavano di condizioni di forma – fisica e mentale – opposte. Da una parte la settimana migliore della Juventus – con la buona novella dei punti restituiti e l’approdo in semifinale di Europa League –, dall’altra quella più deludente dei partenopei che hanno abdicato in Champions League ai quarti di finale e detto addio a uno dei due grandi sogni stagionali.
Per una volta, anche tattica e tecnica sono finite in secondo piano: la prova di forza, stavolta, era in primo luogo psicologica. Che, all’atto pratico, la sfida non potesse decidere nulla, è evidente: determinante per nessuno, più importante per la squadra di Allegri che – da qui alla fine – non può rinunciare all’obiettivo di incamerare quanti più punti possibili. Il meno 15 è sparito ma un ammanco di punti, entro fine stagione, va comunque messo da conto: il piazzamento (o meno) dei bianconeri in Champions passerà comunque attraverso una penalizzazione. Ecco perché mettere quanti più chilometri possibili tra sé e la quarta in classifica è necessario per provare a essere artefice del proprio destino.
- Le pagelle della Juventus
- Le pagelle del Napoli
- La pagella dell’arbitro
- Il nostro SUPERTOP
- Il nostro SUPERFLOP
- Il calendario della Juventus tra serie A, Coppa Italia ed Europa League
- Il calendario del Napoli: resta solo il campionato
Juventus-Napoli 0-1: rivivi le emozioni della diretta testuale e guarda gli highlights della partita
Le pagelle della Juventus
- Szczesny 6:vederlo in campo, sicuro di sé e del suo stato psico-fisico, è già una gran bella notizia. In campo ci sta con la solita generosità. Attento, incisivo, puntuale.
- Danilo 6: qualche imprecisione non da lui. Nei primi 45′ sono le disattenzioni della retroguardia bianconera, ancor più dei fraseggi avversari, a mettere il Napoli nelle condizioni di rendersi pericoloso. Cresce nella ripresa e diventa il solito muro.
- Gatti 7: lo guardi negli occhi e gli vedi dentro tutta la determinazione che vorresti vedere nello sguardo di un calciatore che indossa i colori del tuo cuore. Carica incredibile, possanza, gestione autorevole del ruolo. Da rivedere un mezzo pugno a Kvara che è parso meritevole della sanzione più pesante. Gli è andata bene. Annulla il georgiano, ed è sempre in partita. Osimhen sta a bada. Le sette vite di Gatti. Protagonista.
- Rugani 6: gioca di reparto e lo fa senza gravi lacune. Lascia sempre uno strascico e suscita qualche brivido ma è figlio della prevenzione: credi che prima o poi la lisci, ma non lo fa. Anche quando sembra non arrivarci, lui ci arriva. Fonte:
- Cuadrado 6,5: parte malissimo, più di una incertezza nella prima parte di gara con un paio di errori in fase di contenimento da matita rossa. Poi comincia a spingere, si toglie di dosso la polvere e prende di mira Olivera con dribbling e contro dribbling che gli danno ragione.
- Locatelli 6,5: non illumina ma fa legna. Non smette mai di muovere le gambe e ha una resistenza impressionante.
- Rabiot 6: soffre la rapidità dei fraseggi avversari, cura tanto la fase di contenimento e in quella di impostazione è meno decisivo di altre volte. Si aiuta con l’esperienza ma va in affanno col passare dei minuti.
- Miretti 6: il 19enne patisce ritmi e pressioni, in alcuni momenti ha bisogno di restare aggrappato ai compagni di reparto che lo portano per mano. Ma non molla mai. Non lascia indietro nessuna intenzione, le concretizza. Gli errori non lo condizionano e sa esaltarsi quando la giocata gli riesce. L’investimento di Allegri non è alla cieca, semmai motivato. Miretti ha una grande fortuna: gli viene concesso tempo. Per maturare, per crescere, per diventare grande. Mostra di avere l’intelligenza di chi non ha alcuna intenzione di sprecare l’occasione.
Dal 16′ st Di Maria 7: accende da solo la luce di una squadra che beneficia immediatamente della sua presenza. Sforna assist, inventa e segna. Lo ferma solo il Var. - Kostic 5,5: il cambio di passo non gli riesce mai. Fatica nelle accelerazioni, viene meno dalla tre quarti in su, tanta disciplina e poco genio.
- Soulé 5,5: non è ancora pronto. Resta un elemento troppo leggero e inconsistente. La buona volontà e il potenziale ci sono ma ha ancora bisogno di mettere tanti chilometri in bagaglio.
- Milik 6: fa con abnegazione e ordine quello che Vlahovic riesce a garantire in maniera disordinata. Movimento incessante, raddoppi di marcatura, supporto alla mediana: quando apre gli spazi, o ci si infila dentro, riesce a creare varchi ai compagni o ad andare al tiro.
- All. Allegri 6: ancora una volta, Juve sperimentale. Decide di far rifiatare qualche elemento prezioso in vista della Coppa Italia e il campo gli dà ragione. Imbriglia il Napoli che riesce a spuntarla solo nei minuti di recupero.
Le pagelle del Napoli
- Meret 6: nessun compito speciale, nessun intervento particolare. Solito, incessante dialogo con la difesa, non è serata da straordinari.
- Di Lorenzo 6: gioca col freno a mano, in fase calante. Il capitano non sgasa, si limita a fare la diga. Sembra a corto di fiato.
- Kim 7: carisma e senso tattico. Un gigante, per contare gli interventi sbagliati da inizio stagione a oggi forse non servono nemmeno due mani, ne basta una sola. Non gli va via nessuno.
- Juan Jesus 6,5: Spalletti lo preferisce a Rrahmani e non sbaglia. Rispetto al kosovaro, ha maggiore senso della posizione e in tandem con il coreano funziona bene. Si spalleggiano, si coprono, si aiutano. E danno la sensazione di non soffrire mai.
- Olivera 6: non ha la cazzimma di Mario Rui, è più lineare. Si propone in avanti ma non riesce a sostenere le sortite con spunti degni di nota.
- Anguissa 6: ordine e geometria, fa il metronomo, smista e sradica palloni ma l’inefficacia dalla tre quarti in su riguarda anche lui.
- Lobotka 6,5: tocca miriadi di palle, i compagni lo cercano e lui si propone sempre ma sembra che si sia spenta la luce. Manovra tanto dal basso, è infaticabile.
- Ndombele 6: non è un vice Zielinski, del polacco non ha imprevedibilità e iniziativa. Senza infamia e senza lode. Fonte:
- Lozano 5,5: stavolta la staffetta con Politano sapeva di vincerla da giorni, causa l’infortunio del compagno. L’avvio di partita è disciplinato, attento ma accorto. Incappa nelle solite amnesie in fase di finalizzazione e si perde nel proseguo del match.
- Osimhen 5,5: nullo o annullato, che dir si voglia. Si scuote solo nella ripresa e quando si infiamma la Juve va in difficoltà. Non brilla, fase di post convalescenza.
- Kvaratskhelia 6: cerca sempre l’affondo, il dribbling, il colpo di classe. Non è straripante come gli capitava nella prima parte di stagione ma è dai suoi piedi che nascono le azioni più pericolose del Napoli.
Dal 41′ st Raspadori 7,5: entra e si prende la scena. Tre punti pesantissimi perché portano il Napoli a tanto così dallo scudetto. - All. Spalletti 7: fa di necessità virtù. Il calo del Napoli in fase realizzativa è evidente anche a lui. Sa che dispone di un tesoretto incredibile. Il pari non gli avrebbe fatto schifo, invece pesca dal cilindro Rasapdori e lui, Raspadori, gli consegna tre punti cruciali.
La pagella dell’arbitro
Michael Fabbri della sezione di Ravenna subirà qualche processo mediatico. I tastieristi, sui social, si faranno sentire. Sotto accusa, nel primo tempo, un intervento di Gatti che pare rifilare una manata a Kvaratskhelia. Sarebbe stato un potenziale cartellino rosso, Fabbri non è andato nemmeno a rivederlo al Var. I dubbi sono tanti, l’intervento pare da cartellino (più rosso che giallo). Se ne parlerà nelle prossime ore. Nel finale del primo tempo la gara, prima tranquilla, ha un’impennata di nervosismo che placa con personalità. Se la prima frazione lascerà discutere, la ripresa lo farà in maniera esponenziale. Gol di Di Maria annullato alla Juventus dopo consulto al Var: fallo a inizio azione su Lobotka. Circondato e fischiato, Fabbri finisce tramortito.
Il nostro SUPERTOP
Raspadori decide una partita che è simbolica: vincere allo Stadium contro la Juventus e proseguire in maniera incessante – ormai definitiva – verso il terzo scudetto è impatto magico che non dimenticherà più.
Il nostro SUPERFLOP
Lozano e Kostic si spartiscono l’onere del peggiore in campo. Non in senso assoluto, semmai per il potenziale inespresso e del quale i compagni hanno potuto disporre solo a intermittenza. Non incidono, non prorompono, si limitano al compitino e spesso spariscono.
Il calendario della Juventus tra serie A, Coppa Italia ed Europa League
La Vecchia Signora si porta dietro gli acciacchi di una stagione non esaltante e gli strascichi di un corso giudiziario e disciplinare che terrà banco nelle prossime settimane. La Vecchia Signora non incanta, fatica, stringe i denti. Eppure non molla mai e resta ancora in corsa per tre traguardi. Come l’Inter, sebbene né bianconeri né nerazzurri possano ormai pensare di azzerare il gap in serie A con il Napoli.
Non ci si batte per lo scudetto ma per un piazzamento in Champions. L’obiettivo dei bianconeri è evidente: fare più punti possibili nelle sette partite che restano e vanificare il peso della penalizzazione in arrivo (non è in discussione il se, semmai il quanto: di sicuro, meno dei 15 punti prima comminati e poi tolti).
Cosa dice il calendario? Sette gare al termine, quattro trasferte e tre partite in casa. Nell’ordine: 30 aprile a Bologna, 3 maggio allo Stadium contro il Lecce, il 7 a Bergamo contro l’Atalanta, 1l 14 in casa contro la Cremonese, il 21 a Empoli, il 28 in casa contro il Milan e il 4 giugno a Udine. Versante coppa Italia: non c’è tempo per staccare, mercoledì a San Siro si gioca il ritorno della semifinale contro la Juventus. Si riparte dall’1-1 dell’andata. Dulcis in fundo, l’Europa League: doppia sfida di semifinali contro il Siviglia, match di andata allo Stadium l’11 maggio, ritorno a Siviglia il 18.
Prossime partite e calendario completo della Juventus
Il calendario del Napoli: resta solo il campionato
Nessun’altra distrazione, sebbene la corsa per una eventuale finale di Champions League non possa essere definita così. Napoli eliminato dal Milan, l’avventura europea finisce qui e, già eliminato anzitempo dalla Coppa Italia per mano della Cremonese, agli Azzurri non resta che il campionato. Tutt’altro che consolazione, sia chiaro: il sogno del terzo scudetto sui avvicina sempre di più e, grazie all’immenso vantaggio accumulato sulla seconda, l’avvicinamento al trionfo in Serie A sembra ormai solo pura formalità.
Restano sette partite:, quattro allo stadio Maradona e tre in trasferta. Nell’ordine: gli impegni di aprile si chiudono il 29 con il derby campano (Napoli in casa contro la Salernitana). Cinque gli appuntamenti di maggio degli uomini di Spalletti: il 2 a Udine, il 7 ricevono la Fiorentina, il 14 trasferta a Monza, il 21 in casa contro l’Inter e il 28 a Bologna. Ultimo sforzo, il 4 giugno al Maradona contro la Samp per una sfida che – in un senso o nell’altro – si annuncia ininfluente perché i giochi dovrebbero essere già chiusi.
Prossime partite e calendario completo del Napoli