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Paola Ferrari, retroscena su Notti Europee e il sogno Ancelotti al posto di Spalletti

La giornalista della Rai traccia un bilancio della sua trasmissione su Euro2024 a "Gente" e si sofferma sulla debacle della nazionale italiana

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Quando 10 giorni fa l’Italia fu eliminata in malo modo agli ottavi dalla Svizzera c’è chi in Rai ha vacillato per un attimo: lo sforzo economico per comprare i diritti tv di Euro2024 era stato forte, così come la programmazione generale che prevedeva approfondimenti e talk-show. Il rischio di un’emorragia di ascolti era elevato ma ben presto tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Le partite stanno ottenendo share altissimi ed anche i programmi stanno andando al di sopra delle aspettative, soprattutto “Notti Europee”, il salotto in seconda serata di Rai1.

Paola Ferrari rivela i segreti del successo di Notti Europee

In un’intervista al magazine “Gente” la conduttrice Paola Ferrari ha rivelato i segreti della trasmissione che non ha risentito dell’assenza degli azzurri: “Gli ascolti ci sono stati…Nonostante il gioco modesto… Gli italiani c’erano e l’Italia no…. Con Notti Europee abbiamo fatto ascolti altissimi…Gli italiani in queste occasioni ci sono sempre… Questi momenti sono visti anche come un modo per riunire la famiglia…Sono indispensabili…”.

La sintonia della conduttrice con Mazzocchi

Memorabili i siparietti col co-conduttore Marco Mazzocchi: “Mi piace sottolineare che con lui ho trovato una sintonia notevole non comune… e in poco tempo”. Resta la rabbia per l’addio precoce dell’Italia: “Donnarumma è stato di gran lunga il più bravo…E l’ho visto crescere: prima era un ragazzo bravo e un po’ guascone, ma ora vedo l’uomo responsabile…. il resto invece era un film horror con Spalletti come regista».

Spalletti come Dario Argento per la Ferrari

Paola Ferrari continua: «Massì il ct era come Dario Argento, i nostri tifosi ci sono rimasti molto male perché hanno visto una squadra senza cuore. Le sconfitte le perdoni, possono anche farti crescere, come nella vita. Ma se non ci metti tutta l’anima, allora non ci sto. Spalletti ha detto di non avere avuto molto tempo per la preparazione, e può essere. Ma era suo compito selezionare bene e soprattutto saper motivare. Non l’ha fatto, nonostante alcuni suoi buoni trascorsi. La nostra è una maglia che va onorata e per la quale bisogna spendersi. Dice di voler restare puntando sui giovani. Invece di fronte a prestazioni del genere bisognerebbe avere il coraggio di mettersi da parte».

La conduttrice ha un sogno per la panchina della sua Nazionale: «In assoluto Carlo Ancelotti, il tecnico del Real Madrid. Ma mi piace pensare che fra un paio d’anni, magari guadagnando un po’ meno, abbia il sogno di chiudere la carriera venendo ad allenare la maglia della squadra del suo Paese. Se Spalletti è Dario Argento, Ancelotti sarebbe Sergio Leone. Un monumentale Sergio Leone. Ma mi piace anche Claudio Ranieri, uno dei grandi lottatori. Dal polso che ho sui social vedo che è molto invocato Massimiliano Allegri».

Infine l’ultima considerazione: «Che i calciatori vengano spremuti è vero, ma mi sa di scusa. Di fronte a eventi come questi deve venirti quasi istintivo tirare fuori tutte le tue energie. Del resto nella Svizzera giocavano 3-4 calciatori del Bologna che non mi pare si siano risparmiati. Quindi…».

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