Marco Guida, la scelta per Roma-Atalanta, è reduce da un brillante Europeo in Germania: è diventato il nuovo n.1 degli arbitri italiani dopo l’addio di Orsato e il designatore Rocchi si aspetta molto dal fischietto campano. Nato a Pompei nell’81, ma iscritto alla sezione arbitrale di Torre Annunziata, nella scorsa stagione Guida ha arbitrato 17 giornate del campionato di Serie A, tra cui big-match proprio come Juve-Inter e il derby di Roma della 31ª giornata, vinto dai giallorossi per 1-0. In Champions League sono 8 le partite totali dirette da Guida. In stagione ha debuttato bene in Juve-Roma, ha deluso in Lecce-Parma ma è stato il migliore in campo nel 4-4 del derby d’Italia tra Inter e Juventus, vediamo come se l’è cavata ieri all’Olimpico.
- I precedenti di Guida con Roma e Atalanta
- L’arbitro ha ammonito 5 giocatori
- Roma-Atalanta, i casi da moviola
- La sentenza di Marelli
I precedenti di Guida con Roma e Atalanta
Erano tre i precedenti tra Roma e Atalanta con Guida, 2 si erano già disputati all’Olimpico con una vittoria per parte, un altro al Gewiss Stadium con vittoria bergamasca grazie a una doppietta di De Ketelaere. 79 i cartellini gialli indirizzati ai giocatori giallorossi, per una media di poco più di 2 a gara, e 2 espulsioni, avvenute nella stagione 2019/2020 contro Bologna e Udinese. 13 i penalty fischiati: 9 a favore della Roma (l’ultimo proprio contro l’Atalanta nella sconfitta per 2-1) e 3 a sfavore. 23 incroci anche tra Guida e l’Atalanta con lo score che recitava: 7 vittorie, 8 pareggi e 8 sconfitte in Serie A. L’ultimo match è proprio la vittoria per 2-1 della Dea contro la Roma della passata stagione.
La squadra di Gasperini era in striscia positiva con Guida da ben 13 partite (6 vittorie e 7 pareggi). L’ultima sconfitta risale al 2016, proprio all’Olimpico, contro la Lazio (2-0). 58 i cartellini gialli per i lombardi con 4 espulsioni. 4 rigori a favore e 3 fischiati contro.
L’arbitro ha ammonito 5 giocatori
Coadiuvato dagli assistenti Di Iorio e Capaldo con Marchetti IV uomo, Abisso al Var e Meraviglia all’Avar, l’arbitro ha ammonito cinque giocatori: Dybala (R), Hien (A), Zaniolo (A), El Shaarawy (R), Kolasinac (A)
Roma-Atalanta, i casi da moviola
Questi i principali episodi dubbi. Al 16′ proteste dei giocatori della Roma: Dovbyk cade a terra in area di rigore dopo un contatto con Kolasinac, l’arbitro fischia il fallo all’attaccante giallorosso. Al 22′ Lookman riceve oltre la linea del fuorigioco e completa il tap-in battendo Svilar: l’arbitro fischia subito l’off-side, il Var conferma la chiamata di campo. La Roma chiede un altro penalty per un presunto mano di De Roon ma Guida lascia correre. Al 51′ ammonito Dybala per proteste. Al 78′ giallo per Hien che trattiene irregolarmente Kone.
All’88’ ammonito Kolasinac che ferma irregolarmente Kone. All’89’ Zaniolo segna il gol del 2-0 ed esulta togliendosi la maglietta: ammonito. Al 94′ ammonito irregolarmente Kone. Dopo il recupero Roma-Atalanta finisce 0-2.
La sentenza di Marelli
A fare chiarezza sugli episodi dubbi di Roma-Atalanta è Luca Marelli. L’esperto di Dazn parte dal primo rigore chiesto dalla Roma e dice: “Sul contatto tra Kolasinac e Dovbyk si tratta di un contrasto a centro area, ma qui la discriminante fondamentale è che Kolasinac tocca chiaramente il pallone con il piede destro prima del contatto con l’avversario. Questo dettaglio cambia completamente l’interpretazione: se non avesse toccato il pallone, ci sarebbero stati gli estremi per assegnare un calcio di rigore, dato che il successivo contatto sarebbe stato punibile. Tuttavia, il tocco netto sulla sfera trasforma l’azione in un semplice contrasto di gioco, dunque è stata corretta la decisione di Guida di lasciar proseguire”.
Il secondo episodio vede protagonista ancora Dovbyk, ma stavolta c’è di mezzo il tocco di mano di de Roon: “Anche qui la situazione è chiara. Dovbyk scivola e cerca di giocare il pallone, che carambola sulla mano destra di de Roon. In questo caso, non ci sono elementi che possano portare alla punibilità del tocco. Ci sono due motivi fondamentali: il primo è la vicinanza tra i due giocatori, che rende impossibile a de Roon evitare l’impatto; il secondo è che il braccio del centrocampista nerazzurro era in una posizione naturale. Di conseguenza, non c’erano gli estremi per un intervento arbitrale o per un rigore”.