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Euro 2032, Italia e Turchia insieme: candidatura congiunta, Gravina esulta ma c'è un problema

Gravina: "Progetto all'insegna dell'amicizia". Ma non mancano le perplessità per questioni politiche e geografiche. E ancora: gli stadi da dieci ora si riducono a cinque.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Belgio e Paesi Bassi nel 2000, Austria e Svizzera nel 2008, Polonia e Ucraina nel 2012 ed ora Italia e Turchia nel 2032? L’idea di ospitare un altro Europeo in due paesi differenti è stata di Gabriele Gravina, anche perché Italia e Turchia erano rimaste le uniche due candidate per la manifestazione del 2032. Determinante per questa proposta nei confronti della UEFA l’incontro avvenuto a Roma nei giorni scorsi da parte del presidente della Federcalcio azzurra e il suo omologo turco. Ma è questa la soluzione migliore?

Gravina entusiasta per un progetto che esalta i valori di amicizia

Entusiasta di questa possibilità è Gravina:Siamo di fronte a una svolta storica che ha come obiettivo la valorizzazione del calcio continentale – le parole del numero uno della Federcalcio riportate da FIGC.it – . Il progetto, oltre ad avvicinare due realtà consolidate nel panorama calcistico europeo, esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle passioni e delle emozioni legate allo sport“.

Le perplessità tra questioni politiche e distanza tra i due paesi

Non tutti però hanno accolto con altrettanto giubilo la candidatura congiunta da parte di Italia e Turchia. Le principali perplessità riguardano anzitutto la distanza geografica tra i due paesi, che renderebbe problematica la logistica dell’organizzazione. In più c’è poi la questione politica che va comunque tenuta in considerazione. La Turchia sarebbe già bella e pronta ad accogliere le partecipanti, con stadi attrezzati e assolutamente idonei. Situazione completamente diversa nel Belpaese che avrebbe la necessità di un importante opera di ristrutturazione dei propri impianti per non farsi cogliere impreparata.

Il progetto ridimensionato della FIGC e la Turchia come unica chance

La decisione dell’UEFA in merito arriverà il prossimo ottobre. Ma il progetto è già bello e chiaro: l’edizione prenderà in considerazione complessivamente dodici stadi, equamente suddivisi tra le due nazioni. La gara inaugurale sarebbe a Istanbul mentre la finale si giocherebbe invece a Roma. Non è chiaramente la migliore soluzione possibile: l’idea originaria della FIGC era quella di far disputare l’intera manifestazione in Italia con dieci impianti presi in considerazione tra Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Cagliari. Certo, ad oggi l’unica alternativa sarebbe stata quella di abbandonare ogni possibile sogno di gloria. Ma servirà tanto lavoro per farsi trovare pronti in caso di chiamata.

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